ansfa ha scritto: ↑31 lug 2018, 21:09
Prima di tutto volevo congratularmi con tutti i finisher, in particolare Marcos per il suo incredibile risultato (per fortuna dei presenti a Bergamo Alta a non ha mantenuto una promessa fatta

).
Resoconto anche per me.
Parto dalla fine: 12h36 per me è un super risultato perchè se inizialmente pensavo di puntare a un tempo tra le 12 e le 13 ore, dopo aver provato in allenamento tutto il tratto da Carona a Selvino avevo capito che con un percorso così tecnico già stare sulle 13 ore sarebbe stato un successo. Quindi la soddisfazione è molta nahce per il 111esimo posto su oltre mille partenti (puntavo a stare nei 200).
Parto davanti e abbastanza veloce per non restare imbottigliato nella salita iniziale che cerco di affrontare senza esagerare e dove incontro Anselmo così si sale insieme. Prima di arrivare al rifugio mi giro verso anselmo per chiedergli una cosa e non vedo un sasso sporgente. Risultato: prima caduta della mia carriera podistica. Fortunatamente solo un ginocchio e un gomito escoriato e posso proseguire.
Passo ai gemelli in un 1h30, almeno 10 minuti più veloce del previsto (mi ero ripromesso di partire molto piano) e dopo la torcida al passo gemelli (pubblico davvero fantastico per tutto il percorso) scendo verso l'alpe corte molto tranquillo (anche perchè questa discesa non la digerisco). Scendendo mi rendo conto di non essere a posto, sento un po' di brividi e i battiti abbastanza alti (già salendo ai gemelli avevo questa sensazione) tanto che all'alpe corte dico ad anselmo che provo ad arrivare a zambla e poi in caso valuto se ritirarmi. Inzizio la salita al branchino cercando di non strafare e e quando vedo la gente sulla cima di corna piana mi dico che arrivare fin là sarà durissima, ma passo dopo passo, anche sentendo il tifo di quelli al passo scollino in condizioni discrete. Inizio ad acquisire un po' di fiducia e corricchio fino a capanna 2000 dove mi ristoro un po' a scambio due parole con una mia ex compagna di classe e marito che erano lì a fare il tifo. Il tratto fino a cima grem riesco a correrlo quasi tutto, mi dico che forse il malessere era dovuto più al caldo che altro e il tempo che si rannuvola in questo senso aiuta molto. Scendo verso zambla con un po' di sofferenza perchè le gambe iniziano a risentire della distanza accumulata e finalmente raggiungo la base vita di zambla tra due ali di folla, che bello questo tifo, ti da davvero tanta carica. Sosta a zambla per un piatto di pasta veloce, ennesima bevuta di coca cola (penso di averla presa a tutti i ristori

) e dopo 6 minuti via verso il mitico alben.
Corro fino all'imbocco del sentiero, segno che tutto sommato non sto così male e inizio a salire. Col mio passo raggiungo la cima, senza strafare, qualcuno mi sorpassa ma poi lo riprendo, segno che la costanza paga e poi giù verso barbata dove mi faccio la doccia offerta dai volontari con la bottiglia d'acqua. Qui inizia il tratto che temevo tanto perchè mi sta antipatico, quindi lo affronto a muso duro e complice il fatto di trovarmi a un certo punto tra due ragazze alla fine arrivo a poieto soffrendo meno di quel che temessi. Qui trovo mio cognato con mia nipote che mi dice che mi vede bene e di non mollare e che sono 136esimo (pensavo di essere suoi 200) , mi affianca per un breve tratto e questo mi da una bella carica. Arrivo a selvino in 9h20, tempo che alla vigilia non avrei mai immaginato di poter fare. Tanto tifo, selvino la conosco benissimo perchè è sopra casa mia e inizio a pensare che il più è fatto (questo col senno di poi è un errore, i 20km che mancano bisogna conquistarseli ancora tutti). Mando messaggio a mia moglie che in 3h30-3h45 dovrei essere in piazza vecchia (invece alla fine ci metterò 3h16 ma mai avrei pensato). Salita a salmeggia su asfalto che conosco benissimo perchè di solito la faccio al contrario, salgo camminando a un buon passo, scollino la filaressa e scendendo verso monte di nese inizio ad andare un po' in crisi di gambe. In discesa inizia a farmi male un po' tutto, tanto che un gruppetto che avevo precedentemente superato mi riprende e se ne va e questo mi domoralizza. Ormai per me conta raggiungere il ristoro successivo, arrivo a quello di Monte di NEse e mi dicono che quello successivo sarà dopo 7km ma in piano e discesa, quindi riparto contando i km che mancano e facendo calcoli mentali sulla previsione del tempo di arrivo. Continuo a ripetermi che devo correre perchè camminare vorrebbe dire perdere molto e non poter stare sotto le 13 ore (scopro poi che in realtà ero messo molto meglio, ma meglio così

). Viaggio sui 7 al km e vorrei avere più gambe perchè questo è un tratto dove se stai bene puoi davvero fare strada, ma questo è e quindi tengo duro fino al ristoro successivo. Qui mi dicono che mancano 12km mentre dai miei conteggi ne dovrebbero mancare mendo di 10 (scopro che alla fine l'indicazione del volontario era sbagliata e avevo ragione io...). Riparto un po' scoraggiato e convinto che stare sotto le 13 ore sarà quasi impossibile. A questo punto la montagna è finita e si inizia a correre su zone civilizzate

e questo mi fa morale, significa che manca poco. Ultimo ristoro dove mi dicono mancano meno di 5km e realizzo che il volontario di prima aveva cannato, il che mi rende fiducioso. Salgo a san vigilio chiacchierando con 2 concorrenti dell'OUT, di cui uno tedesco e quando inizio a scendere verso città alta l'adrenalina sale. Telefonata veloce per dire alla moglie che sto arrivando, percorro le vie di bergamo alta con la pelle d'oca e un sorriso che non finisce più. All'ultima curva prima dell'arrivo ci sono i miei cognati che urlano come matti e a cui do il cinque (scopro poi che mi hanno fatto un video), arrivo e lo speaker urla il mio nome. Mi fermo con le braccia alzate, sorriso da ebete e non vedo la mia famiglia davanti a me
Sono felice, bevo 2 ottime birre, parlo coi familiari, andiamo in un locale all'aperto a bere qualcosa e a chiacchierare, sono stanco, mi amputerei gli alluci ma tutto sommato sto bene.
Davvero una bella esperienza. Da rifare ? Non lo so, ve lo dico l'anno prossimo.
Nota di merito ai volontari, al pubblico e all'arrivo da pelle d'oca.