
Il dualismo con Milano è innegabile. A Milano si sanno vendere bene per eventi che a Torino sono organizzati meglio senza tanta boria.
Lasciamo poi perdere le citazioni storiche su quello che a Torino è stato ideato e poi sposato altrove. Dal primo parlamento italiano al salone dell'auto, a settembre musica, per poi finire all'attuale bega del salone del libro...
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Però l'organizzazione della Turin Marathon è scivolata verso una condizione che non è giustificabile con i piagnistei torinesi.
Chiabrera aveva avuto anche una illuminazione, quella di far parte dei circuito delle maratone delle città d'arte, che sembrava giustificare il cambio di data dell'inizio di ottobre per non pestare i piedi alle altre. Ma poi questo si è tramutato in un clamoroso autogol perchè la data non attira nè top runner nè i tapascioni. Tra l'altro, sarebbe stato bello legare la Marathon alla visita dei musei o celebrarla con una medaglia ideata da un artista che sia un filo conduttore tra tutte le città del circuito. Sono cose che attirano più gente. Invece no!
Aggiungo poi che i vincitori delle ultime Turin Marathon sono top runner sconosciuti ai più...quest'anno non si è presentato neanche un etiope nè keniota e ha vinto un atleta "di casa".
Questi sono dati non piagnistei.
La reazione normalmente a Torino, è quella di rimboccarsi le maniche...
