La vita ai tempi del coronavirus
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Re: La vita ai tempi del coronavirus
TO hai introdotto un tema molto interessante. Diciamo la verità ora lo smart working è un obbligo ma in realtà lo stiamo interpretando come il telelavoro.
L'idea dello smart working è invece quello di rivoluzionare la giornata lavorativa puntando a gestire obiettivi e costruire progetti.
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9/2014 10K 50'51"
10/2014 Mezza di Arezzo 1h53'53''
10/2015 Munchen Marathon 4h46''
08/2018 ricostruzione lca
10/2019 5k 24'28"
Meglio correre il rischio di non farcela che rimpiangere di non aver avuto il coraggio
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Re: La vita ai tempi del coronavirus
Concordo anche stavolta, se ho un lavoro da fare in 12 ore (ovviamente senza che ci siano riunioni, call o altro), io potrei farlo (per dire) tutto venerdì notte e sabato pomeriggio e non lavorare giovedì e venerdì di giorno, ma al momento è un concetto faticoso da far passare.
Ma anch'io ritengo che serva fare il lavoro, quando lo decidi tu. Come un libero professionista, per dire.
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12h:121,724 km('16): 1° 12h Reggio Em.
24h:200,920 km('17)
Backyard:31h - 207,8 km('23)
9 Colli Finisher 202 km ('18, '19)
Maratone:22+1eco - Ultra:114 (2 ritiri)
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Re: La vita ai tempi del coronavirus
Si bravo ... praticamente vorresti i vantaggi di un libero professionista e quelli di un lavoratore dipendente... anche io voglio la botte piena e la moglie ubriaca...e non sono manco sposato ! 

" Al diaul l' è mort ! " M. T.
" Il vino gioisce i polmoni, l'acqua marcisce i piantoni. " M. T.
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Re: La vita ai tempi del coronavirus
Ma quali vantaggi che continuo a fare ore in più non retribuite!



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Re: La vita ai tempi del coronavirus


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Re: La vita ai tempi del coronavirus
@mb hai interpretato quel che intendevo io. CHiamato telelavoro, intendevo lo smart working, che è un concetto più avanzato.
Relativamente alle relazioni umane che vengono assottigliate lavorando da casa... siamo sicuri? vogliamo tutti così bene ai nostri colleghi? Io personalmente sento che lavorare in sede mi toglie moltissimo tempo ai rapporti interprsonali. Sarà per i miei orari ma: nessun allenamento con altri esseri umani, nè compagni di squadra, nè amiche in paese. Nuoto sempre solo da sola, bici idem a parte qualche rarissima volta la domenica (ma loro escono di sabato)
Mai un aperitivo... cinema o teatro devi fare le acrobazie e praticamente saltare cena, quindi pochissime rarissime volte. In compenso due fantastiche mattine libere in settimana, da gestirmi in completa solitudine. Ah... in estate niente gare serali prchè iniziano quando io sto chiudendo cassa.
Va be questi sono i miei orari da negozio.
Ma in generale, gli amici si scelgono, i colleghi no.
Relativamente alle relazioni umane che vengono assottigliate lavorando da casa... siamo sicuri? vogliamo tutti così bene ai nostri colleghi? Io personalmente sento che lavorare in sede mi toglie moltissimo tempo ai rapporti interprsonali. Sarà per i miei orari ma: nessun allenamento con altri esseri umani, nè compagni di squadra, nè amiche in paese. Nuoto sempre solo da sola, bici idem a parte qualche rarissima volta la domenica (ma loro escono di sabato)
Mai un aperitivo... cinema o teatro devi fare le acrobazie e praticamente saltare cena, quindi pochissime rarissime volte. In compenso due fantastiche mattine libere in settimana, da gestirmi in completa solitudine. Ah... in estate niente gare serali prchè iniziano quando io sto chiudendo cassa.
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PB Mezza: 1h19’00”” Maratonina di Crema 13/11/2022
Maratona: 2h47’22” Verona. 19/11/2023 Campionessa italiana SF45
100 Km: 7h52’23” Conero 17/02/2024
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Re: La vita ai tempi del coronavirus
Lo scorso anno ho lavorato come ingegnere in una multinazionale di consulenza in Germania. L'ufficio era costituito da persone che fino all'anno prima erano sotto una azienda americana (ora inglobata nella multinazionale) e l'impronta americana era ancora molto forte. Per farla breve, era prassi gestirsi le ore in smart working e prendersi 1 o 2 giorni a settimana a secondo della comodità.
Esempio classico: chi aveva un volo il venerdì semplicemente si portava a casa il portatile aziendale lavorando qualche ora in più giovedì sera ed il giorno seguente quando poteva, evitando spostamenti e di doversi prendere un giorno di ferie.
Sono piccole cose ma nella vita di tutti i giorni fanno la differenza.
Esempio classico: chi aveva un volo il venerdì semplicemente si portava a casa il portatile aziendale lavorando qualche ora in più giovedì sera ed il giorno seguente quando poteva, evitando spostamenti e di doversi prendere un giorno di ferie.
Sono piccole cose ma nella vita di tutti i giorni fanno la differenza.
3000 m: 11'36"
5000 m: 19'40"
10 km: 42'01" (transito mezza)
21 km: 1h28'56"
Maratona: 3h32'38"
Dall'asfalto alla terra, e viceversa.
5000 m: 19'40"
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21 km: 1h28'56"
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- Località: Forse dovrei decidermi...
Re: La vita ai tempi del coronavirus
Sapete come piacerebbe vivere a me? Mi piacerebbe se la società fosse organizzata in... tribù. Gruppi di max diciamo 50 persone che si conoscono bene, che condividono alcuni servizi, anche per risparmiare. Che so... la lavatrice, magari anche la cucina a volte, o l'attenzione per i figli, e poi hanno uno spazio privato per la propria intimità.
Ho vissuto come qualcuno sa in una situazione del genere per un anno, nella stazione Amundsen-Scott a South Pole, in Antartide. Eravamo 57 e per un anno non ho visto nessun'altro. Lavoravo da solo al mio telescopio e a volte mi è successo di non vedere nessuno per una settimana perché seguivo orari molto strani, al punto che quando riprovavo a parlare facevo fatica le prime volte. Lavoravo tutti i giorni, da solo. Dentro e fuori l'osservatorio, che distava un km dalla stazione.
Quando riaprirono la base l'estate successiva molti di noi erano assai tesi e disorientati. Qualcuno si "nascondeva" letteralmente nel suo laboratorio per non incontrare "forestieri". Ricordo bene lo stress emotivo che questa nuova gente vomitata dagli LC-130 dava a tutti. E' una sensazione molto strana da raccontare. Non me la sarei mai aspettata se non l'avessi vissuta di persona. Avrei pensato di contare i giorni mancanti alla riapertura, ma dopo un po' mi abituai a questa strana routine solitaria. Per questo che starmene a casa qualche settimana o mese non mi fa molto effetto.
L'obiezione più frequente che sento quando parlo di questo è "si ma se ti sta sulle palle qualcuno di quel piccolo gruppo?". Vero ma in realtà si formano automaticamente piccoli sottogruppi di "amici", persone che condividono qualcosa. E gli altri li ignori.
Consiglio la lettura di Jared Diamond "The world until yesterday" (esiste anche la versione italiana), che racconta appunto, sulla base della lunga esperienza di vita in tribù dell'autore, come funziona veramente questo tipo di società, tra pro e contro.
Ovviamente la mia teoria sulla tribù è un po' una boutade. Certamente non sarebbe facile, ma altrettanto certamente la vita che facciamo è molto molto stressante e spersonalizzata. Se lo smart working prenderà piede, potrebbe essere quella la direzione.
Non prendetemi troppo sul serio. Anzi: fatelo...
Ho vissuto come qualcuno sa in una situazione del genere per un anno, nella stazione Amundsen-Scott a South Pole, in Antartide. Eravamo 57 e per un anno non ho visto nessun'altro. Lavoravo da solo al mio telescopio e a volte mi è successo di non vedere nessuno per una settimana perché seguivo orari molto strani, al punto che quando riprovavo a parlare facevo fatica le prime volte. Lavoravo tutti i giorni, da solo. Dentro e fuori l'osservatorio, che distava un km dalla stazione.
Quando riaprirono la base l'estate successiva molti di noi erano assai tesi e disorientati. Qualcuno si "nascondeva" letteralmente nel suo laboratorio per non incontrare "forestieri". Ricordo bene lo stress emotivo che questa nuova gente vomitata dagli LC-130 dava a tutti. E' una sensazione molto strana da raccontare. Non me la sarei mai aspettata se non l'avessi vissuta di persona. Avrei pensato di contare i giorni mancanti alla riapertura, ma dopo un po' mi abituai a questa strana routine solitaria. Per questo che starmene a casa qualche settimana o mese non mi fa molto effetto.
L'obiezione più frequente che sento quando parlo di questo è "si ma se ti sta sulle palle qualcuno di quel piccolo gruppo?". Vero ma in realtà si formano automaticamente piccoli sottogruppi di "amici", persone che condividono qualcosa. E gli altri li ignori.
Consiglio la lettura di Jared Diamond "The world until yesterday" (esiste anche la versione italiana), che racconta appunto, sulla base della lunga esperienza di vita in tribù dell'autore, come funziona veramente questo tipo di società, tra pro e contro.
Ovviamente la mia teoria sulla tribù è un po' una boutade. Certamente non sarebbe facile, ma altrettanto certamente la vita che facciamo è molto molto stressante e spersonalizzata. Se lo smart working prenderà piede, potrebbe essere quella la direzione.
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Re: La vita ai tempi del coronavirus
Il gruppo di persone, la condivisione di oggetti e spazi... mi piace
Una cosa simile la provai quando feci il servizio di leva.
Le prime notti "frignavo sotto la doccia da solo
" alla fine stavo piuttosto bene 

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Dai a ogni giornata la possibilità di essere la più bella della tua vita.
https://www.strava.com/athletes/9496294
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Re: La vita ai tempi del coronavirus
Belli questi discorsi, davvero...
Tornando alla realtà di questi giorni, dove un orario di lavoro davvero fluido e flessibile è ancora lontano, non vorrei che i vari responsabili non se ne approfittino e costringano a lavorare più ore o a orari sballati: cioè un conto è svolgere un'attività per proprio conto e gestirsi gli orari a piacimento, un conto è non avere più orari standard "perché tanto sei a casa..."
Io finora ho fatto poco telelavoro (ma andrà aumentando), finora però ho cercato di rendere al massimo nelle ore canoniche per poi ad un certo orario dedicarmi ad altro...per esempio correre con la luce finché si poteva
Tornando alla realtà di questi giorni, dove un orario di lavoro davvero fluido e flessibile è ancora lontano, non vorrei che i vari responsabili non se ne approfittino e costringano a lavorare più ore o a orari sballati: cioè un conto è svolgere un'attività per proprio conto e gestirsi gli orari a piacimento, un conto è non avere più orari standard "perché tanto sei a casa..."
Io finora ho fatto poco telelavoro (ma andrà aumentando), finora però ho cercato di rendere al massimo nelle ore canoniche per poi ad un certo orario dedicarmi ad altro...per esempio correre con la luce finché si poteva