Bel topic, che condivido, pur sapendo che storicamente le lingue si evolvono in continuazione, impoverendosi di strutture grammaticali e sintattiche ed arricchendosi di lessico (neologismi e prestiti stranieri...). È sempre stato così, sarà sempre così.
Però... però è innegabile che oggi si assista ad un fenomeno che finora non era accaduto: la lingua scritta e quella parlata si stanno fondendo in un unico idioma con le caratteristiche della seconda. Il problema, a mio parere, non sta tanto negli strafalcioni del parlato, ma nel fatto che questi diventino patrimonio dello scritto, nella maggioranza dei casi.
I giornali, secondo me, dovrebbero mantenere la ricchezza della lingua scritta, invece si adattano immediatamente alle caratteristiche del parlato (un esempio: non riesco più a trovare un articolo di giornale in cui compaia il pronome indiretto "le"

ormai "gli" è generalizzato non solo più al plurale, come da almeno una trentina d'anni, ma anche al femminile).
Come ripeto, quelli che a noi oggi sembrano giustamente degli impoverimenti, non sono che i normali cambiamenti che avvengono da sempre nelle lingue, ma quando li si vive, per così dire "in diretta", non possono che dare fastidio.
Cece > a me personalmente fanno rabbrividire le frasi come quella che hai citato, ma ancor più quelle come "vuoi che te lo mando?"
