lilligas ha scritto:Agos certo che l'altro runner poteva essere anche un po' più gentile nell'esprimere la sua difficoltà anche a me capita spesso di scambiare due-tre parole in gara ma se vedo che non ho il fiato lo dico ma gentilmente del tipo "scusa eh, ma non ce la faccio a parlare..." però siamo fatti in 1000 modi diversi e di fronte alla fatica, quella più dura, reagiamo ognuno a nostro modo...
Si, può capitare... comunque durante la maratona ho scambiato piacevolmente due parole anche con altri, fra cui un francese con una ventina di maratone alle spalle, con cui in qualche modo siamo riusciti a capirci in inglese
Caro diario
eccomi nuovamente qui alla ricerca di un posto sicuro dove potermi nascondere. Oggi ho sentito il bisogno di mettermi le scapre ai piedi e tornare là fuori in quel mondo che non mi appartiene e non sa di me. Affacciandomi alla finestra ho visto che il tempo minacciava pioggia, e le nuvole coprivano le montagne che circondano la mia valle, se fosse stato un giorno come gli altri probabilmente avrei rinunciato ad uscire, ma oggi no, dovevo farlo, sentivo il bisogno di rimanere solo con i miei pensieri e perdermi tra di loro mentre i kilometri passavano sotto le mie scarpe che nel frattempo hanno riacquistato il loro color arancio. Dopo domenica le gambe forse meriterebbero ancora un giorno di riposo e quindi decido di non fare uno dei miei percorsi tradizionali di cui ormai so perfettamente lunghezza e tempo medio che impiego per percorrerli, quindi uscito di casa decido di evitare la strada sterrata, perchè di pozzanghere per un po ne ho abbastanza e quindi la direzione da prendere rimane solo una e con le cuffie nelle orecchie comincio a muovere i primi passi. Nella mia testa so che non posso e non devo forzare, quindi cerco di mantenere un ritmo regolare e tranquillo, ma nonostante questo l'orologio continua a scandire tempi medi al kilometro nettamente migliori rispetto al ritmo medio mantenuto a Roma. Se oggi sono uscito è perchè devo togliermi dalla testa quel penisero che mi tormenta da ieri sera quindi cerco di concentrarmi sulle parole delle canzoni che scorrono sulle mie cuffie, ma così facendo le mie gambe vanno in automatico e ben presto si ripresenta quel dolore che mi preoccupava negli ultimi giorni di allenamento pre maratona. Cerco più volte nella musica quella parola che faccia partire i miei soliti pensieri senza senso, questa volta ne ho davvero bisogno, ma come una cosa che si desidera tanto tardano ad arrivare, provo così ad alzare la testa, guardare quello che mi circonda, ma non è una cosa mia e non funziona. Sto correndo in una situazione nuova per me e nonostante i kilometri non possano nemmeno essere paragonati a quelli percorsi solo pochi giorni prima la fatica è enorme e penso più volte di fermarmi, ma so che non posso, ne uscirei sconfitto e quindi proseguo. Intanto un raggio di sole si fa spazio tra le nuvole, ma è solo un attimo, perchè qualche goccia comincia a cadere sulla mia testa, ma non mi spaventa, anzi lo trovo quasi piacevole. Tornando verso casa percorro strade che negli ultimi allenamenti ho calpestato spesso, alla ricerca di volti conosciuti, che mi possano anche solo con un saluto farmi sentire un po meglio, ma non c'è nessuno stavolta così con l'orologio che si appresta a segnare il decimo chilometro e le gambe che sembrano in procinto di scoppiare torno verso casa con una sensazione strana, di una corsa che non mi piace, di una corsa che non mi ha permesso di salire su quel mio treno che tante volte mi ha salvato. Caro diario, stavolta nella tua pagina bianca che pian piano vedeva scorrere le mie parole non ho trovato me stesso e questo mi spaventa, ma so che che tornerò ancora qui perchè avrò ancora bisogno di te.
30 Novembre 2014
Sono entrato in piazza S.Croce salutando il pubblico come se fossi lo sportivo più famoso di questo mondo e sotto il traguardo ho alzato le braccia come se fossi arrivato primo.Forse non tutti lo sanno, ma io contro me stesso ho vinto.
Caro diario
te lo avevo promesso e son tornato. Le tue pagine devono parlare di corse e di kilometri, ma ormai lo sai, io non sono questo, certo cosa io effettivamente sia non saprei dirtelo, ma lasciami riempire le tue pagine con i miei pensieri e ti prometto che un giorno ti nutrirò con le mie fatiche.
I miei pensieri oggi sarebbero partiti con un'idea che ho espresso già ieri in altro luogo, ma voglio andare controcorrente e partire invece prendendo spunto da un'altra cosa, il cambio dell'ora, quelle lancette che due volte all'anno si muovono avanti e indietro, non è forse come viaggiare nel tempo? Si forse sto esagerando, ma come sarebbe bello poterlo fare veramente, quante cose potremmo far andare in modo differente nella nostra vita, oppure quante attese potremmo eliminare, ma è qui che voglio tornare indietro con i miei pensieri e le mie idee, loro si che possono viaggiare nel tempo. Ecco da dove volevo partire, dal fatto che la nostra vita è una strada, in un certo senso non sappiamo dove effettivamente ci porterà, quali sfide e quali gioia ci farà incontrare, perché è una strada che scorre veloce e ci presenta spesso dei bivi, e lì dobbiamo scegliere in quale direzione proseguire, non so in base a cosa scegliamo l'una o l'altra via, forse cerchiamo quella che ci sembra più in discesa, ma dopo poco quella stessa strada presenterà il suo personale conto e ci domanderemo se forse al bivio non era meglio scegliere l'altra direzione senza sapere cosa ci avrebbe riservato, ma non possiamo tornare indietro. Ecco, non ti ho parlato di corse fisiche ma di strade mentali. A volte riesco a fermarmi lungo questa strada e mi guardo indietro, penso che questa strada è il risultato di mille bivi, che mi hanno fatto conoscere persone, ridere e piangere. Probabilmente se avessi cambiato strada anche solo per una volta avrei incontrato altre persone e non avrei nemmeno saputo dell'esistenza di altre. Quindi caro diario io adesso sono qui, sono il risultato delle decisioni prese e credimi vivo con l'idea che non c'è una strada giusta, c'è solo una strada meno sbagliata.
30 Novembre 2014
Sono entrato in piazza S.Croce salutando il pubblico come se fossi lo sportivo più famoso di questo mondo e sotto il traguardo ho alzato le braccia come se fossi arrivato primo.Forse non tutti lo sanno, ma io contro me stesso ho vinto.
Caro diario,
Ho una domanda per te ma ho paura che non avrai la risposta, e poi così pensandoci credo che non abbia nemmeno un senso, ma devo chiedertelo, dove sto andando?
Oggi ho allacciato ancora una volta le scarpe e sono uscito con l'idea di percorrere quella strada dove tutto è cominciato, quella famosa strada della quale conosco ogni singolo metro quasi da poterla percorrere ad occhi chiusi. Il primo sole primaverile prometteva anche bene, ma alla fine non è andata così, il solito fastidio alla caviglia destra che ora comincia seriamente a preoccuparmi, le gambe dure e la testa che continua a ripetere "dai fermati". Già quella strada che misura 10km da percorrere prima avanti e poi indietro per tornare a casa oggi sembrava infinita e ogni km che passava pensavo di girare e mollare tutto, così mentre sto per lasciarmi prendere dall'idea incrocio un vecchio amico e con un semplice saluto fa sì che la mente si scolleghi dalle gambe e decido di proseguire verso il decimo kilometro che di lì a poco raggiungo con un discreto tempo e riporto lo sguardo sulla strada di casa. Niente da fare, so che non riuscirò a percorrere a ritroso quella strada e a metà la mia testa ottiene la sua personale vittoria, mi fermo e proseguo per i restanti 5km a passo. Meno di dieci giorni fa calcavo le strade di Roma e oggi non riesco più a correre, non so dove trovare le giuste motivazioni per proseguire, posso usare come scusa il fatto che oggi era veramente caldo, che non ho ancora recuperato totalmente, ma perché in realtà comincio a pensare che il mio treno si sia fermato?
30 Novembre 2014
Sono entrato in piazza S.Croce salutando il pubblico come se fossi lo sportivo più famoso di questo mondo e sotto il traguardo ho alzato le braccia come se fossi arrivato primo.Forse non tutti lo sanno, ma io contro me stesso ho vinto.
Lascia passare ancora un po' di giorni, hai soddisfatto la tua voglia di correre con la Maratona di Roma, forse adesso hai bisogno di un po' di tempo per rigenerarti e rigenerare la voglia di correre con passione
42km: 3h20'19''Pisa '14
50 km: 4h27'15''Seregno '16
100 Km: 9h24'51" Seregno '18
6h: 66,541 km Sud-Tirol '17
12h: 121,620 km Franciacorta '18
24h: 213,846 km Mondiale Albi '19
Caro diario,
Oggi per trovare le tue pagine sono dovuto andare lontano, 35km, ma le mie scarpe arancio sono rimaste ferme, si per arrivare qui ho preferito le due ruote, ma non so perché questo posto mi abbia richiamato, infondo dentro di me fa male. Sono qui seduto sulle sponde del lago, uno sguardo là nel mezzo delle sue acque e uno tutto intorno per scrutare ciò che mi circonda. C'è il sole, ma il vento muove queste acque facendole sbattere sulle rocce come se scandisse così il tempo, intanto un uomo poggiato sul suo bastone continua a passarmi davanti e da buon runner che non sono mi chiedo quanti kilometri abbia fatto. Qui sto male, se dovessi piangere non credo che il lago accorgerebbe di me, infondo una lacrima non farebbe la differenza. Sentivo il bisogno di essere qui oggi, ma ora che ci sono mi chiedo il perché, vorrei quasi andarmene, ma vorrei prima una risposta. Le persone continuano a passarmi davanti, immagino una storia per ognuno di loro, c'è il papà che spinge il passeggino, dei bambini che si rincorrono, una famiglia che pensa di adottare un cagnolino e poi ci sono io, qui fermo seduto su una panchina con il casco sotto un braccio e lo sguardo perso nel vuoto, cosa penseranno gli altri di me? Ecco, le persone, e mi torna in mente una canzone "t'avessi visto guardare la neve d'aprile e poi non ťavessi più incontrata forse ťavrei per sempre amata", ho cercato il significato, chissà cosa voleva dire il cantante, ma poi anche se in parte un mio senso gliel'ho dato, quante persone ci deludono e quante viste solo per un attimo hanno scaturito in noi domande, curiosità e sentimenti, allora credo sarebbe più bello vivere in quel limbo che scoprire poi di esser soli e delusi. Caro diario, perché oggi questo posto e perché questi pensieri contorti che rileggendoli fatico io stesso a comprendere. Vorrei essere come queste acque che continuano il loro inesorabile compito fregandosene di ciò che le circonda. Torno a casa senza aver capito perché sono qui e scusami se ancora una volta ho approfittato di te.
30 Novembre 2014
Sono entrato in piazza S.Croce salutando il pubblico come se fossi lo sportivo più famoso di questo mondo e sotto il traguardo ho alzato le braccia come se fossi arrivato primo.Forse non tutti lo sanno, ma io contro me stesso ho vinto.
Vedrai che la voglia tornerà, devi solo trovare nuovi stimoli ed un nuovo obiettivo ma son sicuro che non mollerai. Forza!
Ne io ne tu nessuno può colpire duro come fa la vita perciò andando avanti non è importante come colpisci l'importante è come sai resistere ai colpi come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti.. così sei un vincente! Cit. Rocky
Grazie Francesca, Vincenzo e Frank per il vostro sostegno. I prossimi 20 giorni saranno un abbastanza decisivi per me e un po di sostegno non fa sicuramente male!!!
30 Novembre 2014
Sono entrato in piazza S.Croce salutando il pubblico come se fossi lo sportivo più famoso di questo mondo e sotto il traguardo ho alzato le braccia come se fossi arrivato primo.Forse non tutti lo sanno, ma io contro me stesso ho vinto.
Vorrei tornare a quando il mio problema era avere le scarpe con le luci, lo zaino dei supereroi di turno, tutti i colori dell'arcobaleno dentro l'astuccio.
Oggi il mio problema è che non vedo il domani, non mi interessa se manca il giallo, la mia vita è in bianco e nero e se vedessi un colore ho paura che sarebbe rosso.
Qui tutto continua a scorrere, forse l'ho già detto, ma non sono nessuno e l'acqua continuerà a passare.
Mi chiedo chi possa rispondere alle mie domande e se domani avrò ancora la forza di farle, ora va e viene come le onde sulla spiaggia e vorrei essere lì a cercare di fermarne una, lasciarla scorrere Su di me per poi tornare via.
Alzo gli occhi al cielo, infondo è lo stesso di ieri, se mancasse una stella non me ne accorgerei, o sono le lacrime che mi coprono la verità.
Se vedessi la luce avrei paura eppure vorrei farmi avvolgere e non sentire più dolore.
Non so dove cerco la mia ombra e le mie parole mi spaventano, ma infondo qui ci sono già stato e non è cambiato nulla, manca la pioggia, mancano le urla ma io ci sono, e poi vorrei tornare là, a quando il problema era qualcosa che oggi non vedo.
30 Novembre 2014
Sono entrato in piazza S.Croce salutando il pubblico come se fossi lo sportivo più famoso di questo mondo e sotto il traguardo ho alzato le braccia come se fossi arrivato primo.Forse non tutti lo sanno, ma io contro me stesso ho vinto.