Due maratone a distanza di 30 giorni
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Re: Due maratone a distanza di 30 giorni
Se vi sentite bene e ne avete voglia perchè no?
Go!!!
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Corro regolarmente da qualche anno ma sono un Runner dal 24/07/2010
183 cm x 74kg x 50 anni
PB 21km: 1h.33'.37''
PB 42km: 3h.22'.58''
Venice Marathon 2012 .... io c'ero
Non si può essere veloci, belli e pure svegli...... portate pazienza.
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Re: Due maratone a distanza di 30 giorni
ragazzi, piscerete sangue, suderete e sapete già che vi state facendo (forse sì, forse no) del male.
Chiedetevi "chi ve lo fa fare?" e se avete una risposta tra "non solo, ma lo faccio" e "lo so, perché godo", allora fatelo!
E se rimarrete sciancati da vecchi, una risposta l'avrete! Siete maratoneti!
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Dal 2014:18 maratone, 6 stars finisher; 2018 100km del Passatore, Ironman70:3
I miei libri: Il Passatore da zero https://tinyurl.com/er5tzd3z +il mio blog [url]https://zeromaratone.blogspot.com[/url]
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Re: Due maratone a distanza di 30 giorni
..... esatto, anche perchè sarebbe un peccato morire sani (frase da osteria veneta ma ci sta bene anche qua
)

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Re: Due maratone a distanza di 30 giorni
un grosso peccato ! 

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Re: Due maratone a distanza di 30 giorni
Non mi ha chiesto nessuno dei miei due penny...
Leggendo ieri in rete ho trovato queste parole di Fulvio Massini (sul suo sito http://www.fulviomassini.com)
COME GESTIRE LA PARTECIPAZIONE ALLA MARATONA MA SOPRATTUTTO A PIÙ DI UNA MARATONA, AFFRONTARE IL RECUPERO E RIPRENDERE L’ALLENAMENTO DOPO LA FATICA DEI 42KM
La stagione che sta per iniziare è ricchissima di maratone e capisco benissimo che sia difficile resistere alla tentazione di correrne più di una. Sono una moltitudine le gare che si svolgono sia in Italia che all’estero, difficile dire quale sia la più bella. Molti preferiscono andare all’estero per inserire nel palmares gli eventi imperdibili per ogni maratoneta.
Il podista prima di tutto deve decidere quale maratona fare, o meglio deve decidere quale è la maratona sulla quale impostare la sua preparazione. A questo punto visto che siamo in settembre, questa fondamentale decisione deve essere già stata presa e la preparazione deve già essere a buon punto o al termine. Infatti molti correranno maratone entro la fine di settembre quindi per loro questo è il momento di iniziare a rifinire la preparazione. Chi invece ha deciso di correre più avanti nella stagione, comincia ad essere nel cuore della preparazione, quello più stancante, ma anche più affascinante. In questi ultimi anni a causa della grande quantità di maratone ch si svolgono in ogni parte del Mondo ed in virtù della relativa facilità di raggiungere ogni località, il podista si trova spesso a dover decidere di fare più di una maratona a stagione. Quindi ben vengano tante maratone, ma il podista non deve cadere nella tentazione di gareggiare troppo spesso su questa distanza perché rischia di vedere uno stallo di risultati causato dal mancato recupero e va incontro al rischio di infortunarsi. Premetto che per me tutti i podisti dovrebbero correre al massimo una maratona ogni stagione, considerando le stagioni-maratone l’autunno e la primavera. Cercando di essere più preciso, fra una maratona e l’altra dovrebbero passare non meno di 5 mesi. Possono però esserci delle eccezioni delle quali vi parlo più avanti. Cerchiamo di capire come potrebbero essere impiegati dai podisti questi 5-6 mesi che separano una maratona da un’altra.
Chi corre una maratona, non lo fa per guardare il panorama, ma per andare forte, se possibile migliorare il primato personale sulla distanza, battere la miglior quantità di avversari possibile. Una delle difficoltà maggiori che ho riscontrato nell’allenare i runners è quella di evitare l’infortunio dato che siamo sempre “sul filo del rasoio”. Da una parte dobbiamo impostare una programmazione gestendo i vari mezzi di allenamento in modo da migliorare le caratteristiche necessarie ad andare più forte, dall’altra dobbiamo prestare molta attenzione ad evitare l’infortunio.
Subito dopo aver corso la maratona. Da molti anni, ormai finita la maratona impongo ai podisti che alleno di non calzare le scarpe da corsa nemmeno per attraversare la strada. Questo è un modo di dire che “la settimana dopo la gara“ non si corre anche se non si deve stare con le pantofole a girare per casa. Dobbiamo fare un allenamento leggero sul piano organico e per niente traumatico sul piano muscolare in modo da aiutare l’organismo a ripulirsi dai metaboliti della fatica. Il mio consiglio è quello di fare giri in bici di durata massima di 60’ pedalando in pianura con rapporti molto agili. L’alternativa alla bici potrebbe essere la cyclette o la macchina ellittica. Oppure, chi ha dimestichezza con l’acqua, può nuotare a dorso e stile libero, in modo molto soft senza forzare per massimo 1 km. All’inizio facevo una gran fatica a far passare questo messaggio, ma oggi posso dire che i podisti che seguo lo accettano volentieri perché chiaramente ne hanno visto i risultati.
Ad una settimana esatta dalla gara si ricomincia a correre iniziando da 6-7 km da correre a sensazione. Al termine dell’allenamento si fanno gli allunghi: tratti di corsa di 80-100m da correre a velocità di circa 2 secondi maggiore rispetto a quella della VR. Il recupero fra ogni allungo deve essere eseguito correndo lentamente a ritmo di sourplace. Esempio: se la VR è 3’30” a km ovvero 21“ ogni 100 metri, gli allunghi vanno corsi in 18-19” non in 15”.
La seconda settimana si conclude arrivando a correre al massimo 10 km a velocità molto tranquilla. Un po’ tutta la letteratura concorda nel dire che per recuperare una maratona sono necessari circa 30 giorni.
La terza settimana lo schema rimane simile a quello della seconda, aumenta solo il chilometraggio che può arrivare al massimo fino ai 12 km. Se il podista vuole programmare la vacanze, ritengo che il periodo migliore sia quello delle 2-3 settimane che seguono la maratona. Infatti stare senza correre per 2 settimane dedicandosi a sport alternativi è solo un vantaggio.
La quarta settimana pur mantenendo invariato il chilometraggio possono essere inseriti allenamenti di forza generale e specifica attraverso allenamenti in palestra a carico naturale o su salite brevi.
Dalla 4 settimana in poi inizia il secondo mese che dovrebbe essere dedicato oltre che al mantenimento della forza generale allo sviluppo della VAM, ovvero velocità aerobica massima e della soglia del lattato. Le salite brevi vengono quindi ad assumere il duplice ruolo di mezzi di allenamento adatto allo sviluppo della forza specifica e della VAM. La partecipazione a gare brevi di 10-12 km insieme a prove ripetute di 1000- 2000 metri da correre a velocità vicina a quella di riferimento per un chilometraggio totale massimo di 8 km serviranno a sviluppare la soglia del lattato. Il recupero fra queste prove deve essere di 2-3 minuti da correre lentamente. Verso la fine del mese è bene iniziare a correre un allenamento di 18-20 km.
Il terzo mese inizia in pratica la preparazione specifica per la maratona. Vedo bene in questo periodo la partecipazione ad una o due mezze maratone. Durante questo periodo ogni podista oltre a fare gli allenamenti classici deve inserire allenamenti di forza specifica o di sviluppo della soglia del lattato.
Fare una maratona fra una maratona e l’altra, può avere un senso se viene corsa come allenamento, ma i podisti in genere quando indossano un pettorale hanno difficoltà a non gareggiare. Un gara, soprattutto di 42,195km ha un costo molto elevato per l’organismo. Solo se malauguratamente un podista dovesse ritirarsi allora avrebbe senso fare una maratona.
Leggendo ieri in rete ho trovato queste parole di Fulvio Massini (sul suo sito http://www.fulviomassini.com)

COME GESTIRE LA PARTECIPAZIONE ALLA MARATONA MA SOPRATTUTTO A PIÙ DI UNA MARATONA, AFFRONTARE IL RECUPERO E RIPRENDERE L’ALLENAMENTO DOPO LA FATICA DEI 42KM
La stagione che sta per iniziare è ricchissima di maratone e capisco benissimo che sia difficile resistere alla tentazione di correrne più di una. Sono una moltitudine le gare che si svolgono sia in Italia che all’estero, difficile dire quale sia la più bella. Molti preferiscono andare all’estero per inserire nel palmares gli eventi imperdibili per ogni maratoneta.
Il podista prima di tutto deve decidere quale maratona fare, o meglio deve decidere quale è la maratona sulla quale impostare la sua preparazione. A questo punto visto che siamo in settembre, questa fondamentale decisione deve essere già stata presa e la preparazione deve già essere a buon punto o al termine. Infatti molti correranno maratone entro la fine di settembre quindi per loro questo è il momento di iniziare a rifinire la preparazione. Chi invece ha deciso di correre più avanti nella stagione, comincia ad essere nel cuore della preparazione, quello più stancante, ma anche più affascinante. In questi ultimi anni a causa della grande quantità di maratone ch si svolgono in ogni parte del Mondo ed in virtù della relativa facilità di raggiungere ogni località, il podista si trova spesso a dover decidere di fare più di una maratona a stagione. Quindi ben vengano tante maratone, ma il podista non deve cadere nella tentazione di gareggiare troppo spesso su questa distanza perché rischia di vedere uno stallo di risultati causato dal mancato recupero e va incontro al rischio di infortunarsi. Premetto che per me tutti i podisti dovrebbero correre al massimo una maratona ogni stagione, considerando le stagioni-maratone l’autunno e la primavera. Cercando di essere più preciso, fra una maratona e l’altra dovrebbero passare non meno di 5 mesi. Possono però esserci delle eccezioni delle quali vi parlo più avanti. Cerchiamo di capire come potrebbero essere impiegati dai podisti questi 5-6 mesi che separano una maratona da un’altra.
Chi corre una maratona, non lo fa per guardare il panorama, ma per andare forte, se possibile migliorare il primato personale sulla distanza, battere la miglior quantità di avversari possibile. Una delle difficoltà maggiori che ho riscontrato nell’allenare i runners è quella di evitare l’infortunio dato che siamo sempre “sul filo del rasoio”. Da una parte dobbiamo impostare una programmazione gestendo i vari mezzi di allenamento in modo da migliorare le caratteristiche necessarie ad andare più forte, dall’altra dobbiamo prestare molta attenzione ad evitare l’infortunio.
Subito dopo aver corso la maratona. Da molti anni, ormai finita la maratona impongo ai podisti che alleno di non calzare le scarpe da corsa nemmeno per attraversare la strada. Questo è un modo di dire che “la settimana dopo la gara“ non si corre anche se non si deve stare con le pantofole a girare per casa. Dobbiamo fare un allenamento leggero sul piano organico e per niente traumatico sul piano muscolare in modo da aiutare l’organismo a ripulirsi dai metaboliti della fatica. Il mio consiglio è quello di fare giri in bici di durata massima di 60’ pedalando in pianura con rapporti molto agili. L’alternativa alla bici potrebbe essere la cyclette o la macchina ellittica. Oppure, chi ha dimestichezza con l’acqua, può nuotare a dorso e stile libero, in modo molto soft senza forzare per massimo 1 km. All’inizio facevo una gran fatica a far passare questo messaggio, ma oggi posso dire che i podisti che seguo lo accettano volentieri perché chiaramente ne hanno visto i risultati.
Ad una settimana esatta dalla gara si ricomincia a correre iniziando da 6-7 km da correre a sensazione. Al termine dell’allenamento si fanno gli allunghi: tratti di corsa di 80-100m da correre a velocità di circa 2 secondi maggiore rispetto a quella della VR. Il recupero fra ogni allungo deve essere eseguito correndo lentamente a ritmo di sourplace. Esempio: se la VR è 3’30” a km ovvero 21“ ogni 100 metri, gli allunghi vanno corsi in 18-19” non in 15”.
La seconda settimana si conclude arrivando a correre al massimo 10 km a velocità molto tranquilla. Un po’ tutta la letteratura concorda nel dire che per recuperare una maratona sono necessari circa 30 giorni.
La terza settimana lo schema rimane simile a quello della seconda, aumenta solo il chilometraggio che può arrivare al massimo fino ai 12 km. Se il podista vuole programmare la vacanze, ritengo che il periodo migliore sia quello delle 2-3 settimane che seguono la maratona. Infatti stare senza correre per 2 settimane dedicandosi a sport alternativi è solo un vantaggio.
La quarta settimana pur mantenendo invariato il chilometraggio possono essere inseriti allenamenti di forza generale e specifica attraverso allenamenti in palestra a carico naturale o su salite brevi.
Dalla 4 settimana in poi inizia il secondo mese che dovrebbe essere dedicato oltre che al mantenimento della forza generale allo sviluppo della VAM, ovvero velocità aerobica massima e della soglia del lattato. Le salite brevi vengono quindi ad assumere il duplice ruolo di mezzi di allenamento adatto allo sviluppo della forza specifica e della VAM. La partecipazione a gare brevi di 10-12 km insieme a prove ripetute di 1000- 2000 metri da correre a velocità vicina a quella di riferimento per un chilometraggio totale massimo di 8 km serviranno a sviluppare la soglia del lattato. Il recupero fra queste prove deve essere di 2-3 minuti da correre lentamente. Verso la fine del mese è bene iniziare a correre un allenamento di 18-20 km.
Il terzo mese inizia in pratica la preparazione specifica per la maratona. Vedo bene in questo periodo la partecipazione ad una o due mezze maratone. Durante questo periodo ogni podista oltre a fare gli allenamenti classici deve inserire allenamenti di forza specifica o di sviluppo della soglia del lattato.
Fare una maratona fra una maratona e l’altra, può avere un senso se viene corsa come allenamento, ma i podisti in genere quando indossano un pettorale hanno difficoltà a non gareggiare. Un gara, soprattutto di 42,195km ha un costo molto elevato per l’organismo. Solo se malauguratamente un podista dovesse ritirarsi allora avrebbe senso fare una maratona.
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Re: Due maratone a distanza di 30 giorni
Il mondo ormai gira ad una velocità che forse non è quella neanche di 10 anni fa... o forse Massini parla di atleti e non di amatori.
Di fatto la distinzione nel caso della maratona ha un senso relativo (solo di tempo) perché tutti corrono 42195 dando il massimo (non guardando il panorama come dice Massini) e avendo conseguenze fisiche (e mentali) di certo non dissimili da quelle di un atleta.
Peraltro, sul forum c'è gente che ha corso da 5 maratone (@slowrunner) fino a 10 maratone (@sky_Mario) in un anno (tra quelli che conosco eh..). Sono delle eccezioni masochistiche, dei pazzi che andrebbero dissuasi nella loro opera autodistruttiva o i limiti umani sono differenti ?

Di fatto la distinzione nel caso della maratona ha un senso relativo (solo di tempo) perché tutti corrono 42195 dando il massimo (non guardando il panorama come dice Massini) e avendo conseguenze fisiche (e mentali) di certo non dissimili da quelle di un atleta.
Peraltro, sul forum c'è gente che ha corso da 5 maratone (@slowrunner) fino a 10 maratone (@sky_Mario) in un anno (tra quelli che conosco eh..). Sono delle eccezioni masochistiche, dei pazzi che andrebbero dissuasi nella loro opera autodistruttiva o i limiti umani sono differenti ?

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I miei libri: Il Passatore da zero https://tinyurl.com/er5tzd3z +il mio blog [url]https://zeromaratone.blogspot.com[/url]
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Re: Due maratone a distanza di 30 giorni
Personalmente faccio fatica a cogliere il senso di una maratona corsa senza fare il proprio massimo, ma c'e' una buona percentuale di amatori che la corre cosi', o per scelta o per errore.
Conosco diverse persone che corrono 5-10 maratone in un anno e di solito rientrano nella categoria "sotto-massimale per scelta", del resto sarebbe da vero masochista cercare il tempo in 10 maratone consecutive.
Di solito smettono di essere cosi' compulsivi entro pochi anni, o per infortunio cronico o per assuefazione o per crescente interesse agonistica.
Anch'io conosco l'ottimo Sky_Mario per esempio, mi sembra conscio della propria follia e sulla retta via verso una maggiore selettivita' e piu' esplorazione del proprio potenziale atletico

Conosco diverse persone che corrono 5-10 maratone in un anno e di solito rientrano nella categoria "sotto-massimale per scelta", del resto sarebbe da vero masochista cercare il tempo in 10 maratone consecutive.
Di solito smettono di essere cosi' compulsivi entro pochi anni, o per infortunio cronico o per assuefazione o per crescente interesse agonistica.
Anch'io conosco l'ottimo Sky_Mario per esempio, mi sembra conscio della propria follia e sulla retta via verso una maggiore selettivita' e piu' esplorazione del proprio potenziale atletico


Ultima modifica di gnr il 27 ott 2015, 17:36, modificato 1 volta in totale.
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Re: Due maratone a distanza di 30 giorni
Tu seguo perfettamente, ma c'è anche da dire che all'estero la maratona non è percepita solo per quelli che possono (a livello agonistico intendo) ma come sfida contro se stessi, partecipazione ad un evento collettivo, turismo amatoriale.
Forse i parametri italiani sono un po' stringenti... e infatti normalmente i maratoneti italiani difficilmente tagliano il traguardo oltre le 5 ore, a dimostrazione di una preparazione amatoriale sì, ma specifica, mentre è normale che all'estero, ci siano runners che si cimentino con la maratona con tempi tra le 5 e le 8 ore... sono tempi oltre che sub-massimali...
Ecco, penso che tutto dipenda da come intendi la maratona.
Forse i parametri italiani sono un po' stringenti... e infatti normalmente i maratoneti italiani difficilmente tagliano il traguardo oltre le 5 ore, a dimostrazione di una preparazione amatoriale sì, ma specifica, mentre è normale che all'estero, ci siano runners che si cimentino con la maratona con tempi tra le 5 e le 8 ore... sono tempi oltre che sub-massimali...
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Re: Due maratone a distanza di 30 giorni
Senz'altro, all'estero c'e' gente che la maratona della propria citta' si intende come sfida goliardica/simbolica e la "corre" in 6-7 ore, forse lo capisco anche piu' di uno che si "allena" davvero per poi' fare 5 ore (ma non aveva piu' senso cercare di andare sotto l'ora su 10km?).
Comunque come dici tu, ognuno e' libero di intenderla come vuole e non vi e' un solo modo giusto.
Io per esempio (come Sky_Mario) do molto importanza all'aspetto turistico-urbanistico della maratona, godo proprio correre per le strade
di una citta' a me nuova, ma capisco che per un vero ossessionato possa contare solo la velocita' del percorso e la temperatura.
Comunque come dici tu, ognuno e' libero di intenderla come vuole e non vi e' un solo modo giusto.
Io per esempio (come Sky_Mario) do molto importanza all'aspetto turistico-urbanistico della maratona, godo proprio correre per le strade
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Re: Due maratone a distanza di 30 giorni
Sono d'accordissimo che non andrebbero corse piu' 1-2 maratona all'anno. Se non altro per dare tempo al corpo di rigenerarsi "completamente".
Questa è una cosa, ma oltre a cio' non sono affatto d'accordo con cio' che dice GNR. Non sono un medico, ma solo un fisico (ad ogni modo il parere di 1-2-3 medici non ha nessuna importanza in questo caso, cio' che conta è solo il "consensus" scientifico, cioe' l'opinione diffusa e consolidata maturata nel tempo sulla base di solidi lavori scientifici). Da quello che leggo ogni giorno, i lavori scientifici che parlano di maratona e danni relativi, ad oggi sono arrivati a 2 conclusioni:
1. Danni ad articolazioni/cartilagini etc: In un "normale" approccio alla maratona e al suo allenamento (si intendono anche 5-6 maratone all'anno) i danni sono "reversibili" una volta che si smette di correre maratone. Chiaramente comportamenti estremi e problemi pregressi posso rendere il quadro diverso e creare maggiori problemi
2. Danni al cuore: Ci sono un sacco di pubblicazioni a riguardo e le conclusioni sono contrastanti. Nel 2014 per fare un po' di chiarezza è stato pubblicato su Brithish Journal of Sports Medicine uno studio che raccoglieva le conslusioni di decine di studi precedenti da una collaborazione di decine di medici e centri di ricerca. La loro conslusione finale è che lo "strenous" marathon running (+5-6 maratone/anno) non pone pericoli "superiori" rispetto al control group e in generale i vantaggi long-term per cuore e sistema cardio circolatorio sono ancora superiori ai potenziali pericoli (cio' considerava atleti di eta <50 anni).
A chi è interessato posso recuperare da qualche parte le fonti.
Cosa ne pensate?
Questa è una cosa, ma oltre a cio' non sono affatto d'accordo con cio' che dice GNR. Non sono un medico, ma solo un fisico (ad ogni modo il parere di 1-2-3 medici non ha nessuna importanza in questo caso, cio' che conta è solo il "consensus" scientifico, cioe' l'opinione diffusa e consolidata maturata nel tempo sulla base di solidi lavori scientifici). Da quello che leggo ogni giorno, i lavori scientifici che parlano di maratona e danni relativi, ad oggi sono arrivati a 2 conclusioni:
1. Danni ad articolazioni/cartilagini etc: In un "normale" approccio alla maratona e al suo allenamento (si intendono anche 5-6 maratone all'anno) i danni sono "reversibili" una volta che si smette di correre maratone. Chiaramente comportamenti estremi e problemi pregressi posso rendere il quadro diverso e creare maggiori problemi
2. Danni al cuore: Ci sono un sacco di pubblicazioni a riguardo e le conclusioni sono contrastanti. Nel 2014 per fare un po' di chiarezza è stato pubblicato su Brithish Journal of Sports Medicine uno studio che raccoglieva le conslusioni di decine di studi precedenti da una collaborazione di decine di medici e centri di ricerca. La loro conslusione finale è che lo "strenous" marathon running (+5-6 maratone/anno) non pone pericoli "superiori" rispetto al control group e in generale i vantaggi long-term per cuore e sistema cardio circolatorio sono ancora superiori ai potenziali pericoli (cio' considerava atleti di eta <50 anni).
A chi è interessato posso recuperare da qualche parte le fonti.
Cosa ne pensate?
2011/12: Pisa 3:23:28
2013/12: Reggio Emilia 3:11:07
2014/05: Ginevra 03:02:07
2014/09: Berlino 02:55:00
2015/10: Frankfurt 02:50:26
2013/12: Reggio Emilia 3:11:07
2014/05: Ginevra 03:02:07
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