Ho aperto un mesetto fa questo post ed è giusto che lo aggiorni con le conclusioni.
Mi sono avvicinato alla maratona col massimo rispetto possibile. Quando ho deciso di correrla, ho cominciato ad allenarmi con una regolarità che non avevo mai applicato alla corsa. Ho rispettato quasi sempre tutti gli allenamenti che avevo in programma, salvo cause di forza maggiore.
Ho imparato a stabilire le
mie cause di forza maggiore e a pianificare delle soluzioni alternative che non facessero saltare tutta la preparazione. E state certi che non saranno 2, 3 o 4 settimane di stop a far saltare una preparazione di mesi (se non avete ambizioni di professionismo). Dunque: rigore e costanza, ma anche elasticità e leggerezza.
Col passare dei mesi, ho cominciato a conoscere anche meglio il mio corpo, e a capire quando potevo o DOVEVO concedermi una pausa.
Ho imparato a riconoscere e gestire i dolori, capire quando sopportare e quando riposare.
Preparare una maratona è un gioco di equilibri. Bisogna spingere ma con raziocinio. Mantenere il focus.
E arriviamo alle conclusioni: ieri ho corso la prima maratona della mia vita, e l'ho chiusa in 3 ore e 54 minuti.
Correrla sotto le 4 ore era il mio massimo obiettivo, e l'ho raggiunto. Arrivando al traguardo con la normale fatica, certo, ma con gioia. E ne conserverò un ricordo bellissimo.
Ma la soddisfazione più grande la provo oggi, per come il mio corpo ha risposto alla maratona: indolenzito, sì, ma assolutamente in forze, con la sensazione di poter correre di nuovo anche domani (magari non una maratona

...). E questo mi fa capire che l'ho preparata bene. E che il rispetto che ho portato alla maratona è stato ricambiato.
Un abbraccio a tutti.
Un maratoneta.