Mi sono letto i post di alcune passate edizioni, c'è un volume di informazioni e di esperienze personali tale da poter creare una serie Netflix di prim'ordine

. Aspetti puramente tecnico-podistici si intrecciano a impressioni soggettive e a intense e ben riprodotte emozioni, sia positive che negative, regalando al lettore (in questo caso il sottoscritto) un quadro di questa manifestazione dalle tonalità un po' contrastanti.
Sugli aspetti tecnici credo sia stato già scritto quasi tutto (e talvolta anche il contrario di tutto

), mi sono segnato alcune indicazioni che potrebbero tornare utili in alcune fasi del percorso, ammesso di conservare il più a lungo possibile la lucidità sufficiente per metterle in pratica. Ovviamente io non sono nelle condizioni di pianificare una seria strategia di gara, visto che non ho alcuna conoscenza psico-fisica di me stesso oltre più o meno il km32, distanza oltretutto testata non più di un paio di volte e su un tracciato quasi del tutto piano. Sarà dunque un viaggio in territorio ignoto, dove improvvisazione e navigazione a vista la faranno da padroni.
Una osservazione generale a margine. La prima maratona è certamente un sogno per molti, ma sappiamo bene che il suo esito per innumerevoli motivi può essere molto diverso da quello sperato. Ebbene, anche qualora ciò accada, non ci si dimentichi di un fatto importante: di essere stati comunque finisher della durissima e poco celebrata "maratona n.0". Quell'estenuante, solitario e se vogliamo anche un po' introspettivo percorso, senza spettatori, foto o medaglie, ma a suo modo straordinario e formativo, che ha condotto incredibilmente il runner neofita dalla sua prima uscita (generalmente 500 goffi metri conclusi boccheggiando) fino ai blocchi di partenza della maratona n.1
