Al ristoro mi fermo meno di 10 minuti, tempo di farmi del the (eh si non c’era pronto, solo acqua calda e bustine, pure il caffè te lo dovevi fare…) e riparto a buon ritmo. La temperatura è scesa e adesso sto bene vestito come sono. Non so come ne quando ma ho recuperato quasi 50 posizioni. Probabilmente gente che si è arresa.
Adesso sto bene, me la sto quasi godendo, sono sicuro di avere recuperato tanto sui cancelli ma alla Brunet la dura realtà mi si ripresenta, sempre meno di un’ora.
Adesso però sono convinto che nessuno mi potrà fermare e sto per vedere l’alba nel posto più magico di tutto il percorso. Arrivo in cima allo splendido Col de Avoilissons proprio quando il cielo inizia a diventare rosso, sono talmente cotto da essere convinto di essere vicino alla cabane di Panossiere e di avere un mega vantaggio sul cancello


Arrivo in fondovalle e come al solito faccio l’errore di pensare di aver recuperato tanto e di essere vicino al ristoro, invece ci sono ancora diversi km e ho sempre più o meno un’ora sui cancelli. Obiettivamente in un’altra 100 miglia con una notte così buona avrei avuto almeno 4 ore.
Comunque finalmente si mangia qualcosa di concreto, risotto al formaggio! Anzi formaggio con risotto, in proporzione 80/20.
Sono le 10, fa già caldo, ci aspetta la famosa vertical di +1’300 in 5km e non mi fido ancora, quindi riparto insieme a due giovani francesi. Li lascio subito andare perché fa davvero troppo caldo, il sole batte direttamente il sentiero e stranamente non c’è un alito di vento. Aspetto il primo attraversamento di un fiume per rinfrescarmi. Che non arriva. Il terreno e polveroso e credo sia l’unico punto della valle dove non c’è acqua. Si respira solo quando si entra nel bosco. La tortura è sentire il rumore del fiume nella valle adiacente.
Abbandono la traccia per raggiungere una baita abbandonata ma nulla.
A 3/4 di salita il miracolo, vediamo del fumo, lasciamo il sentiero e dietro ad un rudere c’è una persona che sta preparando da mangiare. Ci riempie un catino di acqua che sarà a 8 gradi, ci metto dentro cappello, bandana e maglietta, riempiamo le borracce e si riparte con ben altra andatura.
Finalmente in cima vediamo la fila dei concorrenti della corta che entra ed esce dall’arrivo della funivia. Stavolta ci siamo davvero, basta non rompersi una gamba e arriviamo. Tra l’altro è il ristoro più servito di tutta la gara, mangio tipo 45 fette di anguria, chiamo la Ilaria e avviso il socio. 7km, tutta discesa. 1 ora!
Ma ca**o ma non l’hai ancora capito???!! Per gli Svizzeri tutta discesa è prima di tutto anche un po’ di salita e poi sti sentieri non son per bipedi son per capre!
Vabbè ci mettiamo più di un’ora e mezza anche tenendo il ritmo di quelli della corta, che corrono ma sul tecnico fanno schifo e mi diverto a dargli “lezione di ultra.”
L’arrivo è sorprendentemente molto seguito, tanto tifo. Ottimo gadget tecnico e doppio piatto di bratwuster, o come si scrive, comunque buonissimo!
Palestra magnifica e un’ora di sonno che vale una notte intera.
Forse la gara più dura che abbia mai fatto. O molto probabilmente sono semplicemente più vecchio e tutto mi sembra più difficile anche se quasi il 50% dei ritirati qualcosa vorrà dire…