Parliamo prima dell'evento in sé:
Organizzazione impeccabile, navetta gratuita anche per andare a ritirare il pettorale.
Expò ricco di stand interessanti e di gadget gratuiti.
Bella la partenza, mi è piaciuto molto correre sulla riva del Brenta ammirando il susseguirsi delle ville.
Attraversando i paesini c'era una bella partecipazione delle persone, che tifavano con passione mentre sorseggiavano uno spritz
Indimenticabile Nonna Armida di 103 anni che seduta, salutava tutti coloro passavano davanti la sua abitazione.
L'arrivo a Venezia assolutamente spettacolare e fantastico, con la sorpresa dell'acqua alta a piazza san marco, dove era inevitabile bagnarsi completamente le scarpe e i piedi.
Dopo il traguardo, un piacevole piatto di pasta forniva un bel ristoro.
E poi trasporti super efficienti con vaporetto ( gratuito anche per gli accompagnatori ) che ti portava direttamente al tronchetto per poi navetta a Mestre o alla partenza a Strà.
Veniamo all'esperienza personale di corsa:
Mi ero preparato per il passo 5:25, avevo fatto test lunghissimo di 35 km e anche test Rondelli di 27 km, e avevo trovate conferme ( seppur con un campanello di allarme dal 32esimo )
Mi sentivo molto bene alla partenza, mi accorgevo che stavo andando troppo veloce ( 5:15 ) e cercavo di rallentarmi.
Tutto procede bene fino al 28esimo km al parco San Giuliano, lì arrivano le gambe dure ( ma non crampi ) e, novità per me, una nausea e un senso di fastidio per l'acqua con i sali e per i gel che ovviamente smetto di bere e di prendere.
Ma oltre che fisicamente la crisi è anche psicologica, si fa buio, mi sento demoralizzato, mi viene da piangere per il dispiacere.
Non riesco a visualizzare nessuna immagine di conforto che le altre volte mi hanno dato sostegno nei momenti in cui c'era da stringere i denti. Sono in tilt.
Faccio dei tratti camminando e altri correndo lentamente sul ponte delle libertà; il battito è ok, ma i dolori muscolari e la nausea non mi lasciano.
Accanto a me passa il furgoncino con i ritirati e quasi gli sto per fare cenno, ma ecco che davanti a me compare un altro corridore, sta soffrendo più di me per dei crampi fortissimi, ci scambiamo qualche parola di conforto e torniamo a correre.
Ma il ponte della libertà ancora non è finito e riprendo a camminare nello sconforto più assoluto.
Ma ecco qui che il corridore sconosciuto diventa il mio Angelo, e compie un gesto che cambierà la narrazione di questa corsa.
Si ferma, si volta e mi aspetta. Mi incita a riprendere e mi dice che arriveremo insieme a Venezia!
Ci presentiamo e condividiamo la nostra determinazione a non ritirarci; lui non è mai stato a Venezia DEVE arrivarci, io ho la mia compagna che mi attende al traguardo, seppur camminando arriveremo!
Altro che gel, altro che sali minerali, altro che punto di ristoro, grazie a questo gesto riesco ad alzare la testa e a riprendere la corsa seppur lenta.
L'obiettivo di tempo è sfumato ma sono libero, era una prigione in cui mi ero messo, ora devo stringere i denti e arrivare al traguardo, non si torna indietro.
E compare la laguna, con l'acqua alta che quasi invade il percorso, ecco i primi ponti dove era importante non arrivare con le gambe dure…
E poi il ponte di barche, che io pensavo piano senza salita, e invece è quello con la salita più alta perché devono passare le barche sotto di lui.
E poi si entra a Piazza San Marco, e qui l'acqua alta non si può evitare e i piedi fino alle caviglie ci si immergono.
Stringo i denti e tengo duro, ahimè senza riuscire a godermi pienamente la bellezza del paesaggio, c'è un po' di confusione mentale dovuta alla crisi che sto vivendo.
E ancora altri ponti, scendendo dai quali devo appoggiarmi al corrimano per sentire meno dolore alle gambe.
Ma dove è il traguardo?!?! lo hanno spostato in avanti mi chiedo!?!?!?
E finalmente arrivo, vorrei piangere dalla felicità ma non ho le forze nemmeno per fare quello, nemmeno sono riuscito a intravedere nel pubblico la mia compagna, ma le telefono e mi raggiunge.
Mi siedo su una panchina e solo dopo un quarto d'ora riesco a tornare in me.
Dov'è il mio amico corridore grazie al quale ho evitato di ritirarmi??? Era in preda ai crampi e l'ho superato, non ero molto cosciente e non l'ho aspettato al traguardo.
Urlo qualche volta il suo nome invano. ( Poi riuscirò a trovarlo sull'internet e alla maratona di Roma ci incontreremo e lo ringrazierò di persona )
Conclusioni:
Delle 4 maratone che ho corso è stata la peggiore, benché ( pensavo ) fosse quella per la quale mi ero preparato meglio.
Credo che la causa principale sia aver corso troppo veloce nei primi 25km, ma non riesco a identificare le altre.
Lo scoraggiamento psicologico è stato troppo intenso, devo lavorare anche su quello.
La nausea è inspiegabile, non ho esagerato con il numero di gel, e li avevo verificati anche nei test e nelle maratone precedenti. Forse troppi sali minerali?
Dagli errori, dalle sconfitte si impara più che dalla vittorie.
E' stata un'esperienza molto intensa ma preziosissima, ho capito che sono un amatore della corsa e la devo amare e voglio avere sensazioni positive da questa.
Voglio essere libero dalla prigione del risultato, per me il risultato vincente sarà arrivare al traguardo con il sorriso e gustarmi ciò che c'è intorno.
