Grazie alla mia smisurata fantasia

ho semplicemente preso il mio nome, unendovi l'appellativo di corridore (che in inglese suona decisamente bene). Devo dire che è stata una scelta piuttosto incolore, ma tant'è, sono ben più ironico che creativo.
Molto meglio è invece la fotografia che ho scelto. E' stata scattata nel 1968 da David Paynter nei pressi di Bulawayo, allora Rhodesia e oggi Zimbabwe; ritrae il maratoneta Mathias Kanda (penso sia l'unica foto in circolazione sulla Rete di questo atleta) mentre fa 26km (non ho idea di quale specifico lavoro stesse svolgendo). Probabilmente è stata l'occasione di avere la ferrovia vicino che ha indotto il fotografo o Kanda stesso a immaginare questo testa a testa con la locomotiva. Comunque sia, è un'immagine da cui sono affascinato, perché esprime al tempo stesso libertà, gioia di correre (cercando una versione ingrandita si vede bene il divertimento sul viso), senso della sfida e rimanda un po' all'epopea di quell'Africa dove la corsa è opportunità, sogno, durezza del vivere.
Nella firma in basso ho messo invece alcune parole di una canzone che ascolto spesso e che si adatta perfettamente sia alla scena, sia allo spirito determinato, di sfida ma anche di ricerca di un'esperienza emozionante che cerco di coltivare personalmente nella corsa.