Domenica 23 Febbraio: Mezza Maratona di Malta
Mi sono preparato duramente begli ultimi due mesi, in maniera molto meticolosa senza saltare nemmeno un allenamento.
Le aspettative alla vigilia erano alte, altissime: volevo battere, in primis, il mio PB sulla distanza di 1h:35'
La mezza ha un tracciato altimetrico tendenzialmente in discesa per i primi 12km che, fino alla vigilia, mi ha fatto ben sperare. Carico di aspettative mi presento alla linea di partenza con un solo obiettivo in testa: 4':18'' di media costante, sfruttando i km di discesa per guadagnare secondi preziosi che avrei potuto gestire nell'ultimo tratto.
Start.
Mi faccio largo fra la folla e parto con il ritmo giusto: 4':13''/12'' ect....
Per i primi km va tutto benissimo: sento le gambe che rispondono bene e gestisco perfettamente il fiato e la progressione.
Tutto bene fino al 9km dove il tracciato di gara inizia ad esprimersi per quello che è: un continuo susseguirsi di strappi sali scendi che, sostanzialmente, mi tagliano le gambe prima psicologicamente e poi fisicamente.
Passo il 10km con una media di 4':20'', due secondi più lento del ritmo prefissato ma tutto sommato in perfetta linea per abbattere il muro dell'1h:35'
Da lì il buio: ad ogni strappo di sali-scendi, le mie gambe mi presentano il conto degli scellerati primi km corsi anche a 4':03'' e del lungo tratto di discesa per cui non mi sono mai allenato
Il risultato è ovvio: decadimento, km dopo km, della velocità, dolori alle cosce e ai polpacci sempre più accentuati e ultimi 8km vissuti come un calvario
Ogni passo era una sofferenza, ho percorso gli ultimi 3 km fermandomi a camminare (mai successo in nessun'altra gara prima di allora

) almeno 4/5 volte.
Alla fine, l'orgoglio mi fa riprendere all'ultimo km e riesco a tagliare il traguardo correndo.
Risultato finale ben al di sopra sia del mio PB che dell'obiettivo prefissato: 1h:38' e rotti
In conclusione posso affermare che:
- le gare con tracciati tendenzialmente in discesa non sono per nulla semplici

: spezzano le gambe se non affrontate con il giusto approccio
- partire più veloce del ritmo prefissato e per il quale ti sei allenato per mesi è un errore da neofita che non pensavo più di ripetere dopo anni di gare: non si smette mai di imparare
Le uniche note positive di questa esperienza, oltre ai due giorni di ferie in una terra a mio avviso molto affascinante, sono state gli incontri fortuiti di Liddy

in aeroporto a Bergamo e di Raptor

durante il riscaldamento
