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no zozzone
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Re: Dalle elementari all'università del running (6)

Messaggio da no zozzone »

@mampr & marpit: grazie del benvenuto :wink: :D
Seguirò volentieri il thread..
LELLO72
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Re: Dalle elementari all'università del running (6)

Messaggio da LELLO72 »

Una domanda a rjo , marco72 e gli altri, io con questo metodo dovrei fare i lenti tra i 126 e i 135 bpm ( 70 75%)
Invece facendo il test del lattato il mio lento me lo facevano correre tra i 135 e i 145 bpm, perciò allora è soggettiva la cosa e non c'entra molto la Fc Max?

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Marcos
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Re: Dalle elementari all'università del running (6)

Messaggio da Marcos »

@no zozzone
La tua teoria banalmente non tiene conto del fatto che conta anche il numero di appoggi, dato che un velocista ne fa 45 mentre un maratoneta 35.000.
Se fosse come dici tu i velocisti sarebbero sempre infortunati mentre i marataoneti mai.
Quindi banalmente la questione appoggio e forze nella corsa non è riconducibile alla fisica ma alla biomeccanica, la quale dice cose ben diverse è molto più complesse delle tue formule.
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Lukone88
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Re: Dalle elementari all'università del running (6)

Messaggio da Lukone88 »

Marcos ha scritto:@no zozzone
La tua teoria banalmente non tiene conto del fatto che conta anche il numero di appoggi, dato che un velocista ne fa 45 mentre un maratoneta 35.000.
Se fosse come dici tu i velocisti sarebbero sempre infortunati mentre i marataoneti mai.
Quindi banalmente la questione appoggio e forze nella corsa non è riconducibile alla fisica ma alla biomeccanica, la quale dice cose ben diverse è molto più complesse delle tue formule.
Cito @no zozzone

"Insomma, il problema non è certo l'intensità della singola sollecitazione.
Casomai ( sto sempre ragionando ad alta voce), articolazioni e tendini potrebbero essere "disturbati" dalla fatica (con "fatica" intendo il gran numero di cicli di carico e scarico), perché sedute di allenamento corse a certi ritmi sono, immagino, tendenzialmente lunghe e perciò si ripete molte volte lo stesso movimento.

I materiali di cui è fatto il nostro corpo, esattamente come i materiali da costruzione, si possono rompere per fatica, ma a giudicare dalla esperienza tua e di altri non avete grandi problemi di questo tipo"

Che è quello che hai detto tu.
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Marcos
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Re: Dalle elementari all'università del running (6)

Messaggio da Marcos »

Io dico che fare un movimento innaturale come quello di correre quasi sul posto (perché a 8-9 al km quello fai) con tempi di contatto al suolo molto elevati alla lunga danneggia le articolazioni.
Quindi il problema è anche l'intensità della singola sollecitazione perché se la ripeti "n" mila volte anche una piccola variazione viene molto amplificata.
Si parla di biomeccanica non di fisica.
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maarco72
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Re: Dalle elementari all'università del running (6)

Messaggio da maarco72 »

enjoyash ha scritto:@no zozzone Urca e tu da dove esci? da un laboratorio di fisica nucleare? :shock: :shock: :shock:

@maarco72: io corro da 5 anni scarsi e prima ancora di seguire questo metodo comunque stavo il 90% del tempo tra i 5:50/km e i 5:20. Dopo aver iniziato con rjo son passato alla fascia 7:30-6:00 inizialmente, per poi ritornare sui 6-5:00/km (il top l'ho raggiunto a ottobre 2015 con FL1 6:00 - Fl3 5:30/km).
Il fatto che Tu non riesca a correre a 5:30/km in maniera ottimale non ti fa pensare che è un Tuo limite su cui, lavorandoci, potresti migliorare? Io credo di si.
Io quando ho dovuto rallentare molto per rispettare il 70-75% FCmax, inizialmente mi trovavo malissimo e stavo quasi per abbandonare; ma poi ho semplicemente pensato: "ma se quando ho iniziato a correre a stento arrivavo ai 7:30/km col cuore in gola dallo sforzo già dopo poche centinaia di metri e la sensazione era comunque quella di correre, non di camminare, perché non ci dovrei riuscire ora, solo per il fatto che da anni sono abituato a non scendere mai sotto certi ritmi?"
E così mi sono imposto di accorciare il più possibile il passo, restare coi piedi radenti al suolo. Inizialmente è stato uno sforzo mentale correre così, ma già dopo 2-3 settimane mi veniva spontaneo e naturale.
Ho fatto credo 4.000 km ormai da quando seguo Rjo e non mi sono mai infortunato. Ovviamente ho avuto fastidi e dolori o dolorini vari, ma niente che mi abbia costretto a uno stop. Unico stop vero e proprio l'ho avuto dopo un lunghissimo di 28 km affrontato, da pirla, con scarpe quasi scariche (oltre 600 km) con conseguente lieve infiammazione ai metatarsi.
Corro anche se da tapascione ormai da 30anni ti assicuro che ho provato e studiato di tutto.non potrei mai correre a 5'30'' mi rovino..tu riesci ed è utile per il.tuo metodo non lo discuto..io posso dirti la mia esperienza..con 80km a settimana ho preparato una maratona a ritmi buoni(per me(
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maarco72
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Re: Dalle elementari all'università del running (6)

Messaggio da maarco72 »

LELLO72 ha scritto:Una domanda a rjo , marco72 e gli altri, io con questo metodo dovrei fare i lenti tra i 126 e i 135 bpm ( 70 75%)
Invece facendo il test del lattato il mio lento me lo facevano correre tra i 135 e i 145 bpm, perciò allora è soggettiva la cosa e non c'entra molto la Fc Max?

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Probabilmente perché la tua fcmax e teorica non stabilita con esami specifici..il lattato non mente
:beer: :beer: :batman:
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enjoyash
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Re: Dalle elementari all'università del running (6)

Messaggio da enjoyash »

Scusa @maarco ma allora per te io cosa dovrei fare? Il mio lento è sempre stato 6:00 / 5:30 a km. Dovrei darmi all'ippica ?

@marcos alla lunga correndo sul posto come dici tu si passa da 9 a 8/km e poi a 7 e 6. Ma se è così certo che ti infortuni correndo a 8/km come mai ciò non accade a quanti lo fanno aperto diverse settimane?
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maarco72
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Re: Dalle elementari all'università del running (6)

Messaggio da maarco72 »

enjoyash ha scritto:Scusa @maarco ma allora per te io cosa dovrei fare? Il mio lento è sempre stato 6:00 / 5:30 a km. Dovrei darmi all'ippica ?

@marcos alla lunga correndo sul posto come dici tu si passa da 9 a 8/km e poi a 7 e 6. Ma se è così certo che ti infortuni correndo a 8/km come mai ciò non accade a quanti lo fanno aperto diverse settimane?
Ma no che ippica figurati..semplicemente dico che il.range si stringe..Ovviamente per come vedo le cose io
:beer: :beer: :batman:
no zozzone
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Re: Dalle elementari all'università del running (6)

Messaggio da no zozzone »

Marcos ha scritto:Io dico che fare un movimento innaturale come quello di correre quasi sul posto (perché a 8-9 al km quello fai) con tempi di contatto al suolo molto elevati alla lunga danneggia le articolazioni.
Quindi il problema è anche l'intensità della singola sollecitazione perché se la ripeti "n" mila volte anche una piccola variazione viene molto amplificata.
Si parla di biomeccanica non di fisica.
Il problema non è che sia "il tempo di contatto al suolo molto elevato" ( fosse così, chi sta fermo in piedi per dieci minuti dovrebbe collassare implodendo su se stesso :mrgreen:); è invece l'altezza del "salto" che si compie durante la fase aerea, e che è tendenzialmente tanto maggiore quanto più questa è lunga, ovvero quanto più la frequenza è bassa.

Per il resto, che dire? Temo di non aver capito bene quello che volevi puntualizzare.
Quindi non so se quello che sto per scrivere è un qualcosa di pertinente al tuo messaggio.

Prendiamo due sedute di allenamento, aventi stessa durata ed eseguite con la medesima frequenza (per esempio 170 falcate al minuto), una delle quali corsa più lentamente dell'altra.
Io ho argomentato che la seduta più lenta è meno "sollecitante" di quella veloce.

Ah, la biomeccanica non è che sia qualcosa che non c'entra niente con la fisica :mrgreen:
Lo dice la parola stessa: meccanica, meccanica, meccanica...:wink: :D

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