@Insane, bellissimo il tuo racconto. Mi hai fatto venire la voglia di condividere con tutti il mio diario della maratona, spero gradirete:
Il giorno prima lo passo principalmente a casa, poco cammino e tanto riposo. Vado a dormire alle 21 (quasi mai capitato in vita mia) e alle 3.30 sono già in piedi..mi rigiro nel letto fino alle 5 quando suona la sveglia.
Ho preparato le mie cose la sera prima, mi vesto, piccola colazione e prendo la metropolitana che già si affolla di runners. Uscito dalla stazione mi dirigo verso l'imbaro per il traghetto verso Staten Island, nel frattempo ho scambiato due chiacchiere con uno spagnolo che ha lavorato vicino napoli.
Il tragitto verso Staten Island dura circa 30', conosco due italiani (uno di essi è napoletano) che mi consigliano di non prendere il bus per l'area di partenza subito ma di attendere per evitare di stare al freddo. Attendiamo mezz'ora e prendiamo il bus per la partenza che ci impiega altri 45'.
Saluto i miei compagni di avventura e mi dirigo velocemente verso la gabbia di partenza visto che chiuderà 20' dopo. Riesco finalmente a fare la prima pipì

, mi siedo e nuova attesa di circa un'ora finchè non aprono la gabbia per muoverci verso l'area di partenza.
Provo a fare un pò di riscaldamento di corsa sul posto, stretching. Non è freddissimo ma è fresco, ci sarannno circa 10° ma ci sono delle raffiche di vento che danno fastidio. Fortunatamente ho indossato dei panni vecchi che mi tengono al caldo che butto prima della partenza.
Nuova attesa di circa 30' per l'inno nazionale Americano (molto toccante), colpo di cannone alle 9:50 esatte e si parte. Credevo che la folla impedisse di correre del proprio ritmo ma le strade larghe non mi creeranno problemi per tutto il percorso.
Alla partenza si sale subito sul ponte di Verrazzano, me lo immaginavo più duro ma sarà l'entusasmo, la freschezza passo la parte in salita in poco tempo. C'è solo un vento fastidioso da sinistra per cui cerco di stare in gruppo sul lato destro e di non esagerare col passo.
Nella discesa dal ponte lascio andare le gambe senza forzare, si gira a sinistra e si entra in Brooklin.
Appena si entra inizia la folla delle persone, non so quante volte e quanti urlelarnno il mio nome "Run Micheal run", "come on Michael", per questo motivo ho scelto di correre senza musica.
Dall'altimetria mi immaginavo Brooklin più piatta, invece già dalla discesa del ponte di Verrazzano si sale ancora e si continuerà a salire e scendere (seppur leggermente) per tutta la maratona. Faccio fatica a ricordare tratti in piano per più di qualche centinaio di metri.
A brooklin si percorre un lungo stradone che attraversa tutto il quartiere, c'è tantissima gente che ci incita. Dal miglio 3 cerco di controllare il passo senza esagerare e di essere quanto più costante è possibile. Sento le gambe un pò indurite (probabilmente per tutta l'attesa e il poco riscaldamento) ma fortuntamente dopo 6-7 km si sciolgono. Il passo è leggermente superiore a quello che avevo pensato ma preferisco non forzare visto che la parte finale sarà dura.
Le strade di Brooklin scorrono via facilmente, alcune parti sono molto eleganti, altre un pò meno. Solo in un'area (credo sia un quartere ebraico) non c'è tanta gente, evidentemente a loro la maratona non interessa.
L'unico fastidio è il vento che arriva a folate in senso trasversale e contrario, cerco di stare nel gruppo ma ovviamente un pò si perde.
Al miglio 3 e 6 bevo, mentre al 10°km prendo il mio primo gel. Nel frattempo la strada sale e scende continuamente e già mi rendo conto che sarà dura finire sotto le 3h25' che mi ero prefissato.
Non mi faccio distrarre e cerco di concentrarmi solo sul mio passo..al 16-17° km si entra nel Queens e qui la folla aumenta, c'è un frastuono assordante e ti rendi conto di quanto sia sentita la gara, veramente una cosa bellissima.
Si avvicina nel frattempo la mezza maratona che è posta sul primo ponte, il Poulaski Bridge per cui scelgo di non forzare e passo il ponte in scioltezza. Il passaggio alla mezza è 1h 42' 59'', ancora in linea per scendere sotto le 3h25'.
Passato il Poulaski Bridge si intravede in lontananza il Qeensboro Bridge, quello che taglia le gambe a molti. Avendolo fatto qualche giorno prima resto tranquillo e lo attacco di buon passo.
Mi rendo conto di avere tante energie quando sul ponte passo molte persone ed in pochi mi passano. Il ponte sale per circa 1km (sarà il 2-3% di pendenza) poi spiana per 5-600 m e scende per un altro km. Anche qui vento trasversale.
Passato il ponte faccio il primo "body check", sono ancora a posto e le gambe girano.
Si imbocca la 1st avenuna all'altezza della 59a strada e sarà un lungo rettilineo di circa 6-7km fino alla 125a.
Sulla 1st avenue c'è una quantità spropositata di gente che urla (quello che chiamano il Maracanà della maratona), se non lo provi non si può descrivere.
LA 1st avenue inizialmente scende un poco, ma continua per tutta la sua lunghezza ad essere ondulata e questo aggiunge carico sulle gambe. Mi conforta che continuo a sorpassare e vedo tanti che iniziano a faticare..all'altezza della 110a (30°km) ho il mio pubblico che mi saluta e mi da uno sprint di energia.
Lasciamo temporaneamente Manhattan per entrare il Bronx facendo il Williamsburgh Bridge, lì si inizia ad avvertira la fatica, siamo intorno al 32°km e la salita si fa sentire.
Si entra per un paio di km nel Bronx, prendo il mio ultimo gel mentre le gambe iniziano a fare male. Il percorso nel Bronx è pieno di svolte a sinistra e destra, un pò problematico perchè si creano dei colli di bottiglia e bisogna stare attenti agli altri.
Si esce dal Bronx facendo l'ultimo "damn bridge" (come recita un cartello) e si rientra ad Harlem all'altezza della 145a.
Nel frattempo superiamo un primo parco e si arriva alla 110a strada intorno al 36o km dove la strada sale leggermente ma per un 1km circa. In condizioni normali la salita non si sentirebbe nemmeno ma inizio ad essere davvero stanco.
A questo punto ho una scelta: rallentare e finire con calma o metterci il cuore.
Inutile dirlo che scelgo la seconda, voglio finire con la sensazione di aver dato tutto per cui spingo in salita, accetto un pò di "deriva cardiaca" e conto le strade..110, 100, 90...fino all'jngresso del Central Park, si passa davanti al Guggenheim e dietro al MET ma li riconosco a stento.
Entriamo al Central PArk e so che bisogna arrivare alla 59a prima di girare, stringo i denti visto che perdo il riferimento delle strade.
Central park è tutto un su e giu, dopo la salita della 5a strada si scende per poco ma si risale per un altro km quando si arriva al 24° migio.
Mi faccio forza..."sono solo 3 km, 15min, ne hai fatti tanti...", vedo la gente intorno a me col capo chino, tanti camminano per cui mi convinco che sto andando bene, ne supero davvero davvero tanti ed in pochi mi passano da dietro. Nel frattempo passo il 25° miglio.
Arrivo alla 59a, si gira a destra per l'ultimo km e mezzo, non ne ho davvero più e vado avanti solo di testa tenendo Columbus Circle come stella polare..prima di girare di nuovo a destra incontro il cartello "800m"..mi dico..sono due giri pista, solo due...
Giro a Columbus Circle, la stada sale ancora dopo il 26° miglio ma do tutto fno alla fine..200yard...100...il traguardo.
E'finita...mi inginocchio e bacio la terra, il sogno si è realizzato! Non mi vergogno a dire che ho pianto.
Tempo finale 3h 26'17''.
Prima metà gara 1'42'59''
Seconda metà 1'43''18''
Parti quasi uguali, vuol dire che di più non si poteva fare.
Mi sarebbe piaciuto scendere sotto il muro delle 3h25', gli ultimi test che avevo fatto mi davano un "valore" teorico in piano sulle 3h21'-3h22', ma le salite e discese aggiungono 3-4 minuti che poi è il tempo finale che ho ottenuto.
iI percorso è davvero duro, questa maratona va preparata per bene e rispettata e non improvvisata.
Al di là di come la si vuole correre (ci sono atleti arrivati alle 9 di sera) è un'esperienza da fare almeno una volta nella vita per chi ama correre.
A fine gara, girando per Manhattan mi fermano in tanti per cogratularsi per aver finito la maratona. Ah se ci fosse la metà di questa cultura sportiva in ITalia!
