èhèh, vuoi la verità? non consiglierei mai niente a nessuno di Pamuk. o forse in generale non consiglierei un libro mai; alla fine per indicare un libro c'è anche bisogno di "conoscere" la persona che lo deve leggere.audi lene ha scritto:ciao Infatti ho aspettato fino alla fine...e poi ho rigirato l'ultima pagina incredula he finiva li.
Pamuk non ho letto niente..cosa mi consigli x iniziare .
ho preso in biblioteca il proibito e "osceno" ( nel 1931) "Tropico del cancro" di Henry Miler e "Strane creature di Tracy Chevalier"
magari evito di consigliare, però posso parlarne.
Pamuk ama mischiare vecchio a moderno, creando romanzi di stampo quasi ottocentesco (pensa per esempio ai romanzi di Flaubert o di Tolstoj) unendo però trame "a crescere" che possono ricordare (ma non da vicinissimo) Dostoevskij ed elementi di romanzi post-moderni simili a quelli di Calvino.
è uno scrittore palloso, pieno di fisime e fisse infantili; però se dietro di lui ci fosse solo questo non gli avrebbero dato il Nobel. c'è un animo malinconico e la passione di descrivere i rapporti della sua Turchia con l'occidente, di esplorare questo argomento in ogni meandro, partendo dalla cultura prima islamica poi ottomana per arrivare sia alle incoerenze che alle meraviglie del presente.
ama giocare col lettore, e anche metterlo alla prova. pare esagerato dirlo, ma è così. i suoi libri che mi sono piaciuti di più sono quelli che mi hanno più stancato. per avere dei pareri "a caldo" puoi guardare le recensioni che i lettori fanno ai suoi romanzi su ibs, o magari su anobii (anche se non avendolo mai usato non so come funziona).
c'è di sicuro che ci sono suoi libri che mah, forse è meglio lasciarli perdere (Il castello biano, La nuova vita, La casa del silenzio).
i tre suoi che ho preferito sono Il libro nero, Il mio nome è rosso, e Neve.
quello delle 500 e passa pagine di fatica estrema con le 40 finali di gratificazione assoluta è Il museo dell'innocenza.