fartlek [Discussione ufficiale ]
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Re: fartlek [Discussione ufficiale ]
Quando faccio fartlek, lo faccio puro: dal palo al bidone ripetuta, dal bidone alla macchina rossa recupero, fino la bagascia sulla strada ripetuta, poi fino il semaforo recupero
Quando guardo dopo il garmin vedo la durata (120m, 200m, 90m, 150m, 220m etc)
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Re: fartlek [Discussione ufficiale ]
@tomasz....però con la bagascia se trova un cliente rischi di sballare il fartlek 

Vado dritto e sicuro, prendo la strada che non fa nessuno. Giuro che vado piano e quando arrivo, promesso, ti chiamo.
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Re: fartlek [Discussione ufficiale ]
Già.... Pazienza, farò una frazione lunga
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Re: fartlek [Discussione ufficiale ]
è il bello del "vero" fartlek...
io l'ho fatto così una volta ed eravamo in 4, a turno uno decideva che fare... e tu non sapevi cosa avesse in mente. Una regola che c'eravamo dati i recuperi più o meno uguali al tempo impiegato nella frazione veloce
Spuffy credo che qualche volta l'abbia fatto cambiando ritmo ogni 2/3 bici incontrate e così via
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Il mio diario tra pesi corsa e (ogni tanto) dieta
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6h 70.4km (Grosseto '24)
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Re: fartlek [Discussione ufficiale ]
Interessante, io potrei fare fagiani e lepri 

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Re: fartlek [Discussione ufficiale ]
Il fartlek alla Spuffy allena molto alla gara, dove i cambi di ritmo te li impongono gli avversari con i loro attacchi e non sai quanto dureranno. Almeno per chi come lui corre per la classifica, non per chi corre nella pancia del gruppo
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Re: fartlek [Discussione ufficiale ]
@goalerun quoto assolutamente tomaszrunning. se vuoi far vero fartlek i riferimenti sono pali bidoni etc... NON il cronometro.
se no si chiama allenamento a intervalli, ripetute, interval training... etc etc ma non fartlek!
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<< nelle corse che faccio c'è il meglio che do c'è la voglia che ho >> e.r.
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Re: fartlek [Discussione ufficiale ]
Ipse dixit per la centesima volta @arme
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Re: fartlek [Discussione ufficiale ]
@fujiko è ormai il mio topic preferito...
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Re: fartlek [Discussione ufficiale ]
Dal libro di Gastone Breccia:
Fartlek è una parola svedese che significa «gioco con la velocità». È uno dei mezzi di allenamento più utili e divertenti, con una lunga storia alle spalle, ma meno praticati in modo corretto. Quasi sempre chi lo inserisce nelle proprie tabelle si inganna: scrive fartlek ma poi, nel migliore dei casi, corre delle ripetute a tempo su percorso ondulato; dieci volte due minuti a velocità sostenuta intervallati da un minuto di recupero blando, o simili. È già qualcosa, rispetto alla rigida dittatura del cronometro che può controllare ogni cento metri i passaggi sull’anello della pista, ma non significa davvero «giocare con la velocità». Il fartlek è al tempo stesso molto semplice nella concezione e molto difficile nell’esecuzione: bisogna essere capaci di esercitare libertà di scelta e di giudizio, oltre che dosare lo sforzo e la sofferenza nel modo più utile per dare al corpo non «uno stimolo allenante», ma «lo stimolo allenante» adatto a quel particolare giorno e al nostro stato di forma in quella specifica ora di corsa.
Libertà, dunque. Dopo il riscaldamento si decide di iniziare il fartlek con un primo tratto veloce; lo si interrompe quando si sente di aver prodotto uno sforzo sufficiente, e si recupera correndo finché non ci si sente in grado di iniziare un nuovo tratto veloce. E via così, per un tempo compreso tra 30’ e un’ora, meglio se su percorso collinare
Sembra semplice; non lo è per niente. È una delle metodiche di allenamento che rivelano maggiormente la maturità di un atleta: quanto conosce il proprio corpo e la propria mente, e quanto è consapevole dello stato di forma in cui si trova. Le possibilità di errore sono essenzialmente due: essere troppo indulgenti con se stessi, «mollare» nei tratti veloci o recuperare troppo a lungo, oppure, al contrario, trasformare il fartlek in una seduta di ripetute, imponendosi ritmi e distanze troppo impegnativi.
Fartlek è una parola svedese che significa «gioco con la velocità». È uno dei mezzi di allenamento più utili e divertenti, con una lunga storia alle spalle, ma meno praticati in modo corretto. Quasi sempre chi lo inserisce nelle proprie tabelle si inganna: scrive fartlek ma poi, nel migliore dei casi, corre delle ripetute a tempo su percorso ondulato; dieci volte due minuti a velocità sostenuta intervallati da un minuto di recupero blando, o simili. È già qualcosa, rispetto alla rigida dittatura del cronometro che può controllare ogni cento metri i passaggi sull’anello della pista, ma non significa davvero «giocare con la velocità». Il fartlek è al tempo stesso molto semplice nella concezione e molto difficile nell’esecuzione: bisogna essere capaci di esercitare libertà di scelta e di giudizio, oltre che dosare lo sforzo e la sofferenza nel modo più utile per dare al corpo non «uno stimolo allenante», ma «lo stimolo allenante» adatto a quel particolare giorno e al nostro stato di forma in quella specifica ora di corsa.
Libertà, dunque. Dopo il riscaldamento si decide di iniziare il fartlek con un primo tratto veloce; lo si interrompe quando si sente di aver prodotto uno sforzo sufficiente, e si recupera correndo finché non ci si sente in grado di iniziare un nuovo tratto veloce. E via così, per un tempo compreso tra 30’ e un’ora, meglio se su percorso collinare
Sembra semplice; non lo è per niente. È una delle metodiche di allenamento che rivelano maggiormente la maturità di un atleta: quanto conosce il proprio corpo e la propria mente, e quanto è consapevole dello stato di forma in cui si trova. Le possibilità di errore sono essenzialmente due: essere troppo indulgenti con se stessi, «mollare» nei tratti veloci o recuperare troppo a lungo, oppure, al contrario, trasformare il fartlek in una seduta di ripetute, imponendosi ritmi e distanze troppo impegnativi.