Lo spazio per i MASTER-ANTA
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Re: Lo spazio per i MASTER-ANTA
@simpep
Se lo consideriamo in un'accezione più ampia, il termine “rewind” s'addice bene alla nostra stagione di vita.
Rewind sta per riavvolgere ma anche ricaricare, rivedere/sentire, riconsiderare.
In fondo, con le nostre tardive corse, non cerchiamo, come si faceva con le vecchie sveglie, di ricaricarci per continuare a scandire, col giusto ritmo, il tempo che passa?
Non è forse dopo i nostri primi cinquant'anni che cominciamo a guardarci indietro? Non sarà che proprio alla nostra età, come canta il buon Francesco Guccini, i nostri tanti « io sarò » cominciano a diventare « io ero » ?
Ciao a tutti.
Se lo consideriamo in un'accezione più ampia, il termine “rewind” s'addice bene alla nostra stagione di vita.
Rewind sta per riavvolgere ma anche ricaricare, rivedere/sentire, riconsiderare.
In fondo, con le nostre tardive corse, non cerchiamo, come si faceva con le vecchie sveglie, di ricaricarci per continuare a scandire, col giusto ritmo, il tempo che passa?
Non è forse dopo i nostri primi cinquant'anni che cominciamo a guardarci indietro? Non sarà che proprio alla nostra età, come canta il buon Francesco Guccini, i nostri tanti « io sarò » cominciano a diventare « io ero » ?
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Re: Lo spazio per i MASTER-ANTA
Bella sta storia del rewind...
Ultimamente pensavo proprio a come la vita mi abbia offerto spesso una seconda possibilità , di rivedere qualcosa e rendermi conto che era rimasto in sospeso... Che so....
A quasi 40 anni mi hanno proposto un corso post diploma serale di un anno...lo frequentavo assieme a dei 20/30 enni...Non pensavo di riuscire e invece ho preso un bel diplomino 97/100.... la cosa lasciata in sospeso? Il mio 36/60 della maturità mi bruciava assai
.... E in quel periodo ho cominciato con le maratone...io che mi trascinavo a malapena nelle tapasciate da 10 km... A 40 anni mi sentivo meglio che a 30... e ora che ne ho 46 e mezzo sono curiosa di vedere cosa mi riserva il mezzo secolo
Gli anni passano lo stesso, fermarli non si può, ma l'importante per me è guardare quello che ogni giorno la vita mi offre, il passato è un po' una base come il fondo lento
su cui costruire l'allenamento, imparare, soffrire e gioire giorno per giorno








Flo
La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati in altri progetti
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Re: Lo spazio per i MASTER-ANTA
Lotto tutti i giorni per non identificarmi nelle frase 'Io ero' spero sempre non mi acchiappi.. 

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Re: Lo spazio per i MASTER-ANTA
E' meglio: io fui !
Come indicatore di rinascita.
per tutti .
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simone . . . . . corro perché così le mie collinette di emozioni diventano montagne.
My best (si fa per dire) / 10 km 56:03 Ott.2012 / 21 km 2:12:00 Apr.2012 / anno della cicogna 1950
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Re: Lo spazio per i MASTER-ANTA
Sono il f-Anta-sma di quello che ero. D'altronde essere anta, per me, è questo: la somma degli eventi (fratture e guai fisici compresi) reclama il suo avere.
Dopo aver premuto il rewind, bisognerebbe premere il tasto "record" per registrare una nuova traccia della mia vita
.
Ma il solo fatto di essere qua a meditare su quello che ero, è una fortuna: intanto sono arrivato ai master-anta.
Però che sia migliorato, quello no ... È calata la forza, la determinazione, la voglia ribelle di comunque farcela, l'aggressività , il metabolismo e tante altre cose.
Mi rimane una voglia di sport più pacata: vado sempre da solo a fare i miei giri, non perchè non trovi compagni, ma è un'esigenza mia , un momento mio che uso per riflettere. La continuità del gesto atletico ( correre, pedalare, nuotare ) mi permette di "essere assorto nei miei pensieri", senza dover rincorrere altri se non, appunto, i miei pensieri.
Buone corse
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Dopo aver premuto il rewind, bisognerebbe premere il tasto "record" per registrare una nuova traccia della mia vita

Ma il solo fatto di essere qua a meditare su quello che ero, è una fortuna: intanto sono arrivato ai master-anta.
Però che sia migliorato, quello no ... È calata la forza, la determinazione, la voglia ribelle di comunque farcela, l'aggressività , il metabolismo e tante altre cose.
Mi rimane una voglia di sport più pacata: vado sempre da solo a fare i miei giri, non perchè non trovi compagni, ma è un'esigenza mia , un momento mio che uso per riflettere. La continuità del gesto atletico ( correre, pedalare, nuotare ) mi permette di "essere assorto nei miei pensieri", senza dover rincorrere altri se non, appunto, i miei pensieri.
Buone corse
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Re: Lo spazio per i MASTER-ANTA
Sono qua, un vecchio albero duro e grinzoso, solcato di cicatrici, spruzzato d'argento, saggio, a volte ombroso, a volte sorridente, sornione, ancora forte e determinato. Mi sento un vecchio guerriero. Ecco, cambierei titolo: "solo per vecchi guerrieri". Non è ancora giunto il momento di poggiare le armi! 

Itadakimasu (con umiltà ricevo).
Re: Lo spazio per i MASTER-ANTA
Bravo Tritone! Complimenti per le tue belle riflessioni: le condivido.
In un certo modo anche tu pratichi la corsa a scopo (per dirla come Simpep) “terapeutico”.
Più precisamente io direi che il nostro correre dopo i cinquant'anni debba essere:
dal punto di vista fisico, propedeutico ad un buon avvio alla vecchiaia; dal punto di vista psichico, moralmente fortificante per affrontare con coraggio un futuro che, via via, ci renderà inesorabilmente più fragili.
Sono d'accordo con te, Tritone, quando dici che in fondo con l'età non si migliora. Anch'io non credo che il running sia una sorta di “elisir di gioventù”. Poi, si sa, tutto è relativo: chi, già da giovinetto ha sempre fatto pratiche sportive, dopo i quarant'anni non potrà che veder peggiorare i suoi risultati; chi invece comincia tardi, non avendo mai o poco fatto sport, constata (momentaneamente) sorprendenti miglioramenti.
Non voglio dire che alla nostra età non ci si debba togliere la soddisfazione di un qualche bel risultato; dico però che non dobbiamo (io per primo) cedere troppo alla tentazione dello strafare.
A volte i miei figli mi dicono: “Papà, non fare il ragazzino irresponsabile! Renditi conto anche dei rischi che corri.”
Capisco allora che ai loro occhi certe mie imprese, quando sono eccessive, appaiono come patetici atteggiamenti giovanilistici.
Credo che, per noi antaugenari, più del correre tanto e del correre forte, conti il correre bene e a lungo. Certo, fare una decente maratona prima dei 60 anni è il mio sogno; non voglio però arrivarci logorandomi nel fisico e angosciandomi nell'ossessione di farcela a tutti i costi.
Io per la fine di quest'anno avrò fatto più di 2000 Km correndo alla “Forrest Gump”
http://www.albanesi.it/Arearossa/Artico ... t_Gump.htm ;
è un metodo che mi ha consentito di correre in serenità mentale e, a parte qualche maldestro scivolone, senza traumi fisici: ve lo consiglio.
Ciao a tutti.
P.S. Nel mio paese il Presidente Onorario della locale Società Podistica è un centenario. Fino a pochi anni fa correva ancora. A tutt'oggi è in gamba e continua a presenziare le nostre manifestazioni sportive. Un esempio!!
In un certo modo anche tu pratichi la corsa a scopo (per dirla come Simpep) “terapeutico”.
Più precisamente io direi che il nostro correre dopo i cinquant'anni debba essere:
dal punto di vista fisico, propedeutico ad un buon avvio alla vecchiaia; dal punto di vista psichico, moralmente fortificante per affrontare con coraggio un futuro che, via via, ci renderà inesorabilmente più fragili.
Sono d'accordo con te, Tritone, quando dici che in fondo con l'età non si migliora. Anch'io non credo che il running sia una sorta di “elisir di gioventù”. Poi, si sa, tutto è relativo: chi, già da giovinetto ha sempre fatto pratiche sportive, dopo i quarant'anni non potrà che veder peggiorare i suoi risultati; chi invece comincia tardi, non avendo mai o poco fatto sport, constata (momentaneamente) sorprendenti miglioramenti.
Non voglio dire che alla nostra età non ci si debba togliere la soddisfazione di un qualche bel risultato; dico però che non dobbiamo (io per primo) cedere troppo alla tentazione dello strafare.
A volte i miei figli mi dicono: “Papà, non fare il ragazzino irresponsabile! Renditi conto anche dei rischi che corri.”
Capisco allora che ai loro occhi certe mie imprese, quando sono eccessive, appaiono come patetici atteggiamenti giovanilistici.
Credo che, per noi antaugenari, più del correre tanto e del correre forte, conti il correre bene e a lungo. Certo, fare una decente maratona prima dei 60 anni è il mio sogno; non voglio però arrivarci logorandomi nel fisico e angosciandomi nell'ossessione di farcela a tutti i costi.
Io per la fine di quest'anno avrò fatto più di 2000 Km correndo alla “Forrest Gump”
http://www.albanesi.it/Arearossa/Artico ... t_Gump.htm ;
è un metodo che mi ha consentito di correre in serenità mentale e, a parte qualche maldestro scivolone, senza traumi fisici: ve lo consiglio.
Ciao a tutti.
P.S. Nel mio paese il Presidente Onorario della locale Società Podistica è un centenario. Fino a pochi anni fa correva ancora. A tutt'oggi è in gamba e continua a presenziare le nostre manifestazioni sportive. Un esempio!!
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Re: Lo spazio per i MASTER-ANTA
Eccomi quizivago ha scritto:chi invece comincia tardi, non avendo mai o poco fatto sport, constata (momentaneamente) sorprendenti miglioramenti.

Ho cominciato a 42 anni e ora che ne ho 48 sto ancora migliorando. Devo ammettere trovo la cosa - oltre che sorprendente - piuttosto esaltante.
Mi rendo conto che questo trend non può durare, e sto già preparandomi psicologicamente all'arrivo del declino.
Ma finché durerà ne approfitto perché é bellissimo

-- Non cercare ostinatamente il PB. Sarà il PB a trovare te! --
I miei libri: 101 Ragioni per Correre - Vi Faccio Correre
Il Blog: http://run.foiaworld.info
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Re: Lo spazio per i MASTER-ANTA
Ci sono anch'io , 56 anni, dopo una vita a correre dietro un pallone, un paio di infortuni mi hanno fermato,e dopo 3 /4 anni all'ingrasso,
ho scoperto il lato piacevole della corsa ormai cinquantenne. Tutto inizia con la necessità di muoversi per smaltire i troppi kg accumulati, e poi
la voglia di scoprire se riuscivo a spostare i miei limiti.
Mi appassiona questa sfida, so che il tempo è contro di me e forse questo ogni tanto mi porta ad esagerare, ma sono fatto cosi ,
quando metto un pettorale dentro di me scatta una molla che mi spinge a dare tutto!
Della corsa amo ogni sua versione, dal miglio alla maratona ,dal cross all'ultratrail, non riesco a limitarmi e questa cosa
a volte mi è costata ritiri o arrivi in condizioni pessime, solo che come succede a tanti,
dopo un po di tempo rimangono solo i ricordi belli!
ho scoperto il lato piacevole della corsa ormai cinquantenne. Tutto inizia con la necessità di muoversi per smaltire i troppi kg accumulati, e poi
la voglia di scoprire se riuscivo a spostare i miei limiti.
Mi appassiona questa sfida, so che il tempo è contro di me e forse questo ogni tanto mi porta ad esagerare, ma sono fatto cosi ,
quando metto un pettorale dentro di me scatta una molla che mi spinge a dare tutto!
Della corsa amo ogni sua versione, dal miglio alla maratona ,dal cross all'ultratrail, non riesco a limitarmi e questa cosa
a volte mi è costata ritiri o arrivi in condizioni pessime, solo che come succede a tanti,
dopo un po di tempo rimangono solo i ricordi belli!

nel mio pensiero
nella mia corsa
nella mia fatica
avrò sempre un'amico che mi accompagna
ciao Paolo
nella mia corsa
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avrò sempre un'amico che mi accompagna
ciao Paolo
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- Guru
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- Località: Monserrato - Cagliari
Re: Lo spazio per i MASTER-ANTA
Vediamo se riesco, come al solito, a rendere complicato un discorso semplice.
I vostri post, apparentemente focalizzati su specifici aspetti diversi, ad una analisi più attenta fanno emergere nella mia mente un concetto primario : la ricerca della felicità.
Ricerca che forse man mano che si va avanti con gli anni riesce a essere più soddisfatta.
Certo che la corsa allena a una migliore condizione fisica e nel caso di divanisti a vita come me fa ottenere nuovi risultati fino a poco tempo prima impensabili.
Tuttavia la corsa credo mi aiuti ad allenare anche le mie emozioni, a capire come eliminare il superfluo dagli avvenimenti che mi circondano.
Questa operazione che chiamerei di "realismo" forse è la causa, la terapia magica che fa migliorare la mia capacità di "sorridere" alla vita.
Sarà questo quello che comunemente viene chiamato "saggezza" ?
Penso in parte di si perché, se riportata alla mia esperienza nella corsa, riesco a ricondurla alla capacità di accettare il disagio del mancato raggiungimento di obbiettivi appariscenti.
Ma questa accettazione io credo di viverla sia come consapevolezza di invecchiare ma anche come gioa di sentirmi in forma attraverso la costanza di un comportamento attivo.
Comunque nel tempo è diventata sempre più chiara la sensazione che la felicità sia il risultato di un processo interiore che si può intraprendere a qualsiasi età.
La voglia di ricerca interiore, un po di predisposizione caratteriale, una attività fisica costante e una sufficiente base economica, credo siano proprio le chiavi della serenità.
Ma il vero antidoto contro l'invecchiamento credo sia la curiosità, la voglia di imparare e di capire anche le cose apparentemente banali.
Il gusto di sapere per sapere.
Felice giornata a tutti
I vostri post, apparentemente focalizzati su specifici aspetti diversi, ad una analisi più attenta fanno emergere nella mia mente un concetto primario : la ricerca della felicità.
Ricerca che forse man mano che si va avanti con gli anni riesce a essere più soddisfatta.
Certo che la corsa allena a una migliore condizione fisica e nel caso di divanisti a vita come me fa ottenere nuovi risultati fino a poco tempo prima impensabili.
Tuttavia la corsa credo mi aiuti ad allenare anche le mie emozioni, a capire come eliminare il superfluo dagli avvenimenti che mi circondano.
Questa operazione che chiamerei di "realismo" forse è la causa, la terapia magica che fa migliorare la mia capacità di "sorridere" alla vita.
Sarà questo quello che comunemente viene chiamato "saggezza" ?
Penso in parte di si perché, se riportata alla mia esperienza nella corsa, riesco a ricondurla alla capacità di accettare il disagio del mancato raggiungimento di obbiettivi appariscenti.
Ma questa accettazione io credo di viverla sia come consapevolezza di invecchiare ma anche come gioa di sentirmi in forma attraverso la costanza di un comportamento attivo.
Comunque nel tempo è diventata sempre più chiara la sensazione che la felicità sia il risultato di un processo interiore che si può intraprendere a qualsiasi età.
La voglia di ricerca interiore, un po di predisposizione caratteriale, una attività fisica costante e una sufficiente base economica, credo siano proprio le chiavi della serenità.
Ma il vero antidoto contro l'invecchiamento credo sia la curiosità, la voglia di imparare e di capire anche le cose apparentemente banali.
Il gusto di sapere per sapere.
Felice giornata a tutti

simone . . . . . corro perché così le mie collinette di emozioni diventano montagne.
My best (si fa per dire) / 10 km 56:03 Ott.2012 / 21 km 2:12:00 Apr.2012 / anno della cicogna 1950
My best (si fa per dire) / 10 km 56:03 Ott.2012 / 21 km 2:12:00 Apr.2012 / anno della cicogna 1950