Libri - 2

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-Francesco-
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Re: Libri - 2

Messaggio da -Francesco- »

Il signore degli anelli non l'ho proprio digerito:ci ho messo una vita per finirlo...che noia!!!!
In confronto il film è leggero e godibile.

Di Ammaniti ho letto solo Fango. Troppo splatter per i miei gusti.."Rispetto" è letteralmente barbaro.
Mi avevano parlato bene di Io non ho paura (ho visto anche il film) ma dopo Fango preferisco soprassedere!
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mantissa
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Messaggio da mantissa »

a metterla così anche il telefilm Rai su Anna Karenina con Vittoria Puccini è leggero e il romanzo un mattone in cotto; però il primo resta un'aberrazione invereconda e il secondo comunque un capolavoro.
uno preferisce l'uno o l'altro. so' gusty.
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Doriano Utente donatore Donatore
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Re: Libri - 2

Messaggio da Doriano »

ti vedo in forma mantissa! :thumleft:
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laforny
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Re: Libri - 2

Messaggio da laforny »

Ragazzi qualcuno ha letto l'Ulisse di Joyce non per dovere soclastico/professionale ma per piacere personale?
nel caso è riuscito a finirlo? :-)
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Marcos
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Re: Libri - 2

Messaggio da Marcos »

mantissa ha scritto: uhm. quando una cosa è scritta bene prescinde dall'argomento che tratta.
Obiezione vostro onore.
Per me il fatto che un libro sia scritto bene è una condizione necessaria ma non sufficiente, perchè se poi il genere non lo sento mio diventa un'impresa affrontarlo.
Esempio banale: Asimov scrive bene. La fantascienza mi fa cagare. Non leggo Asimov.
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Re:

Messaggio da -Francesco- »

mantissa ha scritto:a metterla così anche il telefilm Rai su Anna Karenina con Vittoria Puccini è leggero e il romanzo un mattone in cotto; però il primo resta un'aberrazione invereconda e il secondo comunque un capolavoro.
uno preferisce l'uno o l'altro. so' gusty.
Pensa che invece a me Anna Karenina è piaciuto moltissimo e non l'ho trovato affatto pesante. Parlo del libro, ovviamente. Neanche sapevo ci avessero tratto un telefilm.
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Marcos
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Re: Re:

Messaggio da Marcos »

A me Vittoria Puccini piace.
Sono OT ?
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Ultima modifica di Marcos il 21 dic 2013, 0:13, modificato 1 volta in totale.
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mantissa
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Messaggio da mantissa »

appunto, Francesco; è quel che dicevo: a metterla così, eccetera eccetera. il mio parere non è che Anna Karenina sia un mattone; i più, però, la vedono così - e lo capisco. a prescindere da questo resta un capolavoro. stesso discorso per Il signore degli anelli che, in sé, ha solo il telaio di un libro detto fantasy.

quel che dicevo sull'argomento dei romanzi prescinde dal genere in cui vengono classificati. uno scrittore che è detto grande scrive qualcosa che viene inserito in un contesto letterario (corrente, genere, eccetera) a volte per praticità. Asimov scriveva fantascienza - lo faceva in modo eccelso - ma i suoi libri spesso travalicavano quei confini che il termine e il genere marcano. restando il fatto che se non scrivi formalmente bene puoi parlare degli argomenti più raffinati mai conosciuti, ma l'odore che emanerà il testo sarà sempre quello del cibo per gatti. la scrittura a volte è strana: spesso quel che rende un'idea letteraria geniale o merdosa è il come la si compone.

l'Ulisse l'ho letto, per diletto.
alcune cose alla svelta. va letto in lingua - ed è un casino. nonostante la traduzione se ne ricavano un sacco di idee, spunti, questioni linguistiche e non, sociali eccetera. è un libro che non va letto ma studiato (questo è fondamentale). se vuoi leggerlo per fare il figo finisce che ti incazzi con te stesso. al contrario di quel che si pensi è un libro anche giocoso. a suo modo.
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Re: Libri - 2

Messaggio da runningmamy »

Interessante.
Ma quindi che cosa rende un testo solo "gradevole", o ne fa un "must"?
meglio un'idea eccellente, anche se resa in maniera "normale"?
oppure un tema banale, ma reso con composizione e stile superlativo?

("Butto lì" e scappo di fretta, torno più tardi)
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mantissa
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Messaggio da mantissa »

mboh, alla fine ognuno ha le sue preferenze. però se ne può parlare.
ti faccio un esempio a caso di "must" che molto probabilmente non supererà la prova "libro di scuola" nei secoli: Trainspotting di Irvine Welsh.
è un libro che parla perlopiù di tossici e delle loro cazzate fra Leith ed Edimburgo; è leggero, veloce, fulminante. è un grandissimo libro. un grandissimo libro che l'intellighenzia letteraria generale non innalzerà mai allo stato di capolavoro.
al di là del fatto che parli di sbornie, scopate, dosi, crisi di astinenza, risse fra ultrà, e che in un certo senso sia un libro di genere, secondo me ha tanti, tantissimi elementi fra virgolette intellettuali che lo portano molto oltre, e fanno di questo non solo un libro per post-adolescenti che si fanno ancora le canne. non so se mi spiego.
un'idea eccellente resa in maniera non adeguata perde l'eccellenza: è un'idea inadeguata al contesto. è come se ti servissi un risotto alla milanese dentro al bidè: capisci che quello non è più un risotto alla milanese. in positivo o negativo che sia è diventato qualcos'altro, perché le cose hanno valore all'interno del contesto in cui si relazionano.
un testo solamente gradevole è - per ognuno, credo; smentitemi se non è così - un testo che ti accompagna e ti intrattiene in maniera tutto sommato piacevole, senza spingersi né troppo in là ne troppo in qua rispetto alla soglia dell'intrattenimento. a prescindere dal tipo di testo, chiaro.
un tema banale, invece, reso con maestria, non può essere banale. è banale se lo estrapoli e lo metti in relazione con cose che non gli appartengono. ti faccio un esempio: Il nome della rosa di Eco. che è un grande grandissimo romanzo, o anche di più, ma il quale tema centrale (la fissa per i libri e il sapere) al secolo attuale è quasi un tema da rimbambiti monomaniaci (scherzando, s'intende). un tema assimilabile è quello de La nuova vita di Pamuk, che però, mèh, lascia un po' a desiderare (al confronto, sempre). eppure si narra sempre di libri che cambiano la vita - e la fanno perdere.
la grandezza dei temi trattati da un romanzo credo la si possa misurare dalla quantità e grandezza degli ambiti entro i quali questi possono essere applicati, e sta alla bravura dello scrittore renderli tali.

mia opinione: al cospetto della storia narrata e del come lo si fa l'argomento è spesso quasi ininfluente.
(questa cosa che in italiano non abbiamo un termine come in inglese che differenza la storia - history - dalla narrazione - story - mi fa incartare ogni volta).

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