Oste come è il vino???

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enjoyash
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Re: Oste come è il vino???

Messaggio da enjoyash »

se così fosse, cioè se le A3/A4 fossero la causa di problemi e infortuni vari, però tutti coloro che corrono con A3/4 finirebbero per infortunarsi inevitabilmente. Invece ci son tanti esempi di persone che macinano da anni 3-4000 km annui con A3/A4 e che non si sono mai infortunate o se si sono infortunate lo sono in maniera trascurabile e isolata.

poi smitizzerei anche la scarpa, minimal o protettiva, come rimedio all'infortunio. l'infortunio a mio avviso può capitare sempre e a chiunque, anche il corridore con la tecnica più perfetta e le scarpe più adatte, minimali o non. Ovviamente non capita in maniera frequente o cronica a costui, però secondo me è un ragionamento induttivo scorretto il dedurre che una certa scarpa o tecnica è errata perché insorge un infortunio. Oltre alla tecnica, alla scarpa, c'è una dotazione genetica naturale di ciascuno di noi che influisce molto e che si tende a dimenticare, come se fossimo delle macchine prodotte in serie tutte uguali, con tendini uguali, muscoli uguali, conformazioni scheletriche uguali...per non parlare del peso...

ovviamente sono opinioni personali.
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Marcos
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Re: Oste come è il vino???

Messaggio da Marcos »

mircuz ha scritto: Ciao, sono un po' perplesso leggendo questa frase di nico83040, in effetti non capisco perché con una tecnica di corsa corretta delle scarpe protettive dovrebbero causarti più problemi di una minimal.
Io non sono un esperto, per cui premetto che userò un linguaggio poco ortodosso cercando comunque di farmi cpaire.
La corsa minimalista è tendenzialmente più secca, perchè non c'è ammortizazione. Il che significa che lavorano molto i piedi e le articolazioni.
Quando mi capita di usare scarpe più ammortizzate mi causa problemi il fatto che l'ammortizzazione assorbe ma poi "rilascia" verso l'alto. Credo sia naturale, diciamo l'effeto "molla".
Questo "tornare indietro" verso la gamba a me crea problemi soprattuto a livello glutei e ischio-crurali che è una zona per me delicata ed è il motivo che mi ha spinto a passare alle minimaliste.
Mentre corro sembra tutto normale, anzi addirittura meglio, ma il dopo invece è traumatico perchè queste solecitazioni che risalgono verso l'alto lasciano strascichi.
Ripeto, non so tecnicamente cosa significhi tutto questo o se abbia una loogica, ma ti assicuro che è ciò che mi succede.
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Marcos
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Re: Oste come è il vino???

Messaggio da Marcos »

Enjoy, tutto vero quanto dici, ma ubald se non ho capito male parlava degli infortuni dei principianti.
Per atleti evoluti il discorso credo cambi completamente.
PB
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ubald
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Re: Oste come è il vino???

Messaggio da ubald »

OCiao mircuz! I forum sono fatti per confrontarsi! Buone corse anche a te!
@ enjoyash : le minimal non sono la bacchetta magica. Sovrappeso, patologie, ecc. sono sempre un problema. Poi è ovvio che si può correre in tanti casi con le A3 senza infortunarsi, soprattutto se si ha una buona sensibilità. Quello che bisogna considerare, in termini di fatti, poiché non tutto è relativo, è che le scarpe a drop rialzato e protettivo hanno aumentano la percentuale di infortuni ad anca e ginocchio nelle varie categorie di praticanti (ricreativi, amatori, cioè trasversalmente). E ciò con una riduzione non altrettanto sensibile degli infortuni a carico dei tendini di Achille (perché la posizione di lavoro accorciata non è corretta e, soprattutto, l'arretramento dell'appoggio genera introversione di ginocchio e caviglia, provocando una torsione di questo tendine, molto problematica).
Concordo con te: dedurre conseguenze dalla sola scarpa è sbagliato. Un errore di appoggio inizia dalla posizione del bacino, la posizione del piede è mera conseguenza. Ma poiché il piede è altamente innervato, principale fonte di feedback sensoriale, ed è "costruito" per avere un ampio range di movimenti elastici, soffocare queste doti porta a sconvolgere la catena cinetica a ritroso: dal piede all'anca.
Fisicamente abbiamo dinamiche di corsa diverse. E questo si vede anche con le minimal. Ma salvo casi patologici, questo non comporta l'inserimento di puntelli e correzioni ai piedi che uniformino le dinamiche: non sarebbe un controsenso? Perché correggere la dinamica naturale con una scarpa specifica?

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enjoyash
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Re: Oste come è il vino???

Messaggio da enjoyash »

@ubald guarda non saprei, non sono un esperto e l'argomento è affascinante.

certamente da ignorante posso dire che l'essere umano si è evoluto per migliaia di anni senza l'ausilio di scarpe, tantomeno ammortizzate. quindi le minimali sono sicuramente più adatte a come l'uomo si è evoluto...
allargando il discorso, però, ci sarebbe anche da dire che l'uomo si è evoluto non certo correndo per piacere o hobby, ma per fuggire dai predatori o per inseguire le prede, o semplicemente per spostarsi (e probabilmente camminando e non correndo)...anche la superficie, non era certo asfalto, e nemmeno strade bianche....se si aderisce quindi alla teoria evoluzionistica in merito alla scelta della scarpa o alla corsa barefoot, bisognerebbe approfondire allora per ridiscutere tutto, anche la corsa di endurance stessa come sport adatto all'uomo, per come si è evoluto in migliaia di anni...
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ubald
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Re: Oste come è il vino???

Messaggio da ubald »

Esatto. Non per nulla esistono tribù messicane che corrono in sandali in maniera continuativa anche per oltre 400 km. Appena ho un computer sotto mano ti posto un articolo di antropologia interessante su corsa ed evoluzione umana. Come ho detto altrove, meccanicamente non siamo fatti per corse prolungate solo su fondi rigidi, ma su fondi variabili sì. Secondo recenti studi basta una suola di circa 1 cm per smorzare l'eccessiva durezza di asfalto, cemento. Di certo non servono gel, supporti arco, suole rigide, talloni rialzati, ecc... Oltretutto pensa che durante la crisi economica del '29, come durante l'attuale, ci fu un boom della corsa amatoriale (se è vero ciò che lessi, la fonte non l'ho controllata). E allora new balance e nike non avevano inventato la scarpa da corsa moderna. Eppure la gente correva ugualmente. Purtroppo è più facile convincere la gente a comprare una scarpa che tenti di correggere passivamente il passo, che non convincerla a fare qualche esercizio per correggere il passo

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baresedoc85
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Re: Oste come è il vino???

Messaggio da baresedoc85 »

dubito però che nel '29 la vita umana era così sedentaria e negli usa erano tutti obesi come oggi... ad uno che è in sovrappeso che vuole dimagrire con la corsa, che non ha alcuna tecnica di corsa tu gli daresti delle minimaliste?
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Re: Oste come è il vino???

Messaggio da kappa2 »

Intanto io mi fermo per la terza volta dall'inizio della mia era minimale.

Mt00, dolre metatarso.
Mizuno cursoris, tendinite tda sx.
Ff kso, fascite piede sx.

La schiena duole come quando correvo con le A3, che però non mi hanno mai causato altre problematiche.
Continuo sulla via minimale, entusiasmo leggermente calato.

Ps.
Per quanto riguarda la corsa naturale, vi sono varie correnti di pensiero anche molto distanti dal natural running.
Ho un collega esperto di crossfit e seguace di paleo dieta e "questioni naturali", lui sostiene che la corsa lenta/media prolungata non sia assolutamente in linea con quella che è la "corsa naturale" dell'uomo primitivo, che era tutta scatti e balzi seguiti da riposo, una specie di interval "a sensazione".
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Marcos
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Re: Oste come è il vino???

Messaggio da Marcos »

baresedoc85 ha scritto:dubito però che nel '29 la vita umana era così sedentaria e negli usa erano tutti obesi come oggi... ad uno che è in sovrappeso che vuole dimagrire con la corsa, che non ha alcuna tecnica di corsa tu gli daresti delle minimaliste?
Questa tua frase è emblematica ed è esattamente il motivo principale dell'esistenza delle scarpe ammortizzate e protettive: far correre gente che non dovrebbe farlo.
Io "a uno così" gli direi prima di tutto di mettesi a dieta, fare lunghe camminate al massimo alternate da brevi corsette, di curare la tecnica di corsa (si fanno corsi per tutto, perchè per correre no ?) e a quel punto di iniziare a correre anche con le minimaliste ma a piccolissime dosi.
Se invece vuole correre anche se non è in condizioni per farlo può comprarsi le scarpe più ammortizzate e protettive che ci sono e rischiare i propri tendini anche da subito. 8)
PB
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ubald
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Re: Oste come è il vino???

Messaggio da ubald »

baresedoc85 ha scritto:dubito però che nel '29 la vita umana era così sedentaria e negli usa erano tutti obesi come oggi... ad uno che è in sovrappeso che vuole dimagrire con la corsa, che non ha alcuna tecnica di corsa tu gli daresti delle minimaliste?
Sì, Nicola, perchè trovo vi siano gli stessi limiti in fatto di obesità, in merito a tempo di corsa e necessità di recupero.
Torno a ripetere che la corsa minimalista non è dedicata solo a chi abbia un certo IMC, tendenzialmente più basso che nel caso di uso di scarpe strutturate.
Un obeso che corre con una strutturata riscontrerà in fretta problemi articolari, se supera la sua, bassa, distanza critica.
Un obeso che corre con le minimal sconterà il problema, probabilmente, su tendini e muscoli, se supera la sua, bassa, distanza critica.
In sintesi: un obeso dovrebbe camminare, fare ciclismo, fare piscina, dimagrire e poi iniziare a correre.

@kappa2: dì al tuo amico, che oltre al fatto che la dieta paleo non ha fondamento scientifico, la corsa antica era fatta principalmente di lunghe distanze a bassa intensità ( e la nostra struttura eretta, senza peli e con la capacità di sudare, unitamente all'assenza di grosse masse muscolari lo suggerisce) e una piccola percentuale di scatti.
In merito a questo, qui c'è un articolo interessante, di cui poco fa parlavo http://www.corsanaturale.it/Sezione%20T ... zione.html . Dovrebbe essere la traduzione del famoso lavoro di Bramble e Lieberman.

Questo è il confronto, invece, tra corsa "naturale" e "artificiale", ma lo avevo già postato in questa sezione: http://punti-trigger.com/content/punti-trigger-e-corsa

P.S.: ragazzi, prima di passare veramente alle minimal risolvete i problemi base.
Porto il mio esempio. Passai alle minimal e ci ho corso senza più infortuni articolari, che, seppur non gravi, mi portavo dietro. Esagerando ho avuto noie muscolari (contratture, al massimo, risolte con 4-7 gg. di riposo). Grazie alla maggiore continuità, alla corsa più elastica e meno dispendiosa, ho fatto anche progressi sui miei vecchi tempi. A fine agosto mi sono ammalato. Brutta influenza, una settimana abbracciato al water :D , un antibiotico che altera il metabolismo dei tendini.
Riprendo a correre a settembre, dopo una settimana di stop. E stupidamente, da debilitato, riparto coi miei carichi di lavoro. Aggiungiamo il suddetto antibiotico e il danno è fatto: sindrome della bandelletta ileotibiale. Un problema di cui non soffrivo da anni, nemmeno con le scarpe strutturate. La aggravo, finalmente do uno stop alla corsa, faccio esercizi e sostituisco col ciclismo per 50 gg. Con alterne vicende non sono ancora uscito dal problema. PErchè? Perchè, forse, con un meccanismo fisiologico noto, anche in bici, seppur il problema non si presenti, ho cominciato a spingere meno con la gamba infortunata. Si è enfatizzata la differenza muscolare tra le gambe e si è generata instabilità nella gamba infortunata. Ora sto di nuovo facendo ciclismo e in più palestra con lavori di potenziamento dell'arto. Ne uscirò ora? Lo spero.
E in tutto questo che c'entano le minimaliste? Niente, appunto. Le minimal non sono una cura per i problemi. Certo, essendo la corsa più leggera e meno squilibrata le articolazioni soffrono di meno. Ma se il nostro sistema complesso ha un qualche problema, magari prolungato o cronicizzato, non se ne esce certo calzando le scarpette minimali.
Quindi, per ripetermi, le minimal non sono una cura, ripartite da sani e assicurandovi di non aver sviluppato un movimento squilibrato in compensazione, e non guardate alle minimal come una A1 per soggetti superleggeri che corrono con una tecnica perfetta: esse servono a migliorarla questa tecnica e a correre in maniera più leggera e radente.

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