Oste come è il vino???
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Re: Oste come è il vino???
Io 7 mesi fa ho iniziato con le Saucony Triumph 10, quindi delle A3. Mi sono trovato subito benissimo, ma poi durante quasi ogni uscita, dopo circa 5km avvertivo dolore al tendine tibiale. L'allenamento lo portavo a termine ma era un po' frustrante questo dolore che poi un po' proseguiva il giorno dopo.
Parlando con un amico che stava iniziando la transizione verso le minimal ho deciso di comprare un paio di Merrell Road Glove 2. Già dalla prima uscita ne sono stato entusiasta. Certo i polpacci avevano bisogno di adattamento e, soprattutto, è servito un gran lavoro sulla tecnica di corsa ma km dopo km mi sono trovato sempre meglio e il dolore al tendine tibiale era scomparso. Dopo queste ho preso dei sandali Luna per proseguire il lavoro nell'ambito minimal e non tornerei più indietro alle A3.
Però, ecco, se non avessi avuto problemi con le A3 non so se sarei mai passato al mondo minimal. Magari per curiosità, questo forse sì, ma avrei avuto molta meno spinta psicologica. Quindi, secondo me, se uno non ha problemi con scarpe A3 è giusto che continui così. Certo il miglioramento sulla tecnica è agevolato dalle minimal, nel senso che o ti correggi o... stalloni e ti accorgi che così non va bene.
Parlando con un amico che stava iniziando la transizione verso le minimal ho deciso di comprare un paio di Merrell Road Glove 2. Già dalla prima uscita ne sono stato entusiasta. Certo i polpacci avevano bisogno di adattamento e, soprattutto, è servito un gran lavoro sulla tecnica di corsa ma km dopo km mi sono trovato sempre meglio e il dolore al tendine tibiale era scomparso. Dopo queste ho preso dei sandali Luna per proseguire il lavoro nell'ambito minimal e non tornerei più indietro alle A3.
Però, ecco, se non avessi avuto problemi con le A3 non so se sarei mai passato al mondo minimal. Magari per curiosità, questo forse sì, ma avrei avuto molta meno spinta psicologica. Quindi, secondo me, se uno non ha problemi con scarpe A3 è giusto che continui così. Certo il miglioramento sulla tecnica è agevolato dalle minimal, nel senso che o ti correggi o... stalloni e ti accorgi che così non va bene.
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Re: Oste come è il vino???
ovviamente se ci si trova bene con le A3 forse non vale la pena cambiare, i problemi nascono con l'intensificarsi degli allenamenti e problemi vari di infiammazioni, a quel punto si pone il problema del cambio...
magari sarebbe bene procedere per gradi, prima con delle scarpe di "transizione", tipo le Nike Free? ( che possono anche esser quelle "definitive")
magari sarebbe bene procedere per gradi, prima con delle scarpe di "transizione", tipo le Nike Free? ( che possono anche esser quelle "definitive")
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Re: Oste come è il vino???
come ho fatto io.
UNA VITA FA....PB:3000 10'32"- 5 Km 17'55" - 10 Km 36'46" - HM 1h23'13" - MAR. 3h15'48"
Prossima gara.......
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Re: Oste come è il vino???
Ciao, in questo forum c'è chi dice meraviglie delle minimal, chi lo dice delle maxi, chi di una marca, chi di un'altra, chi dice male delle stesse... Mi pare ovvio che non esiste una scarpa che vada bene per tutti! E non lodatemi le scarpe degli anni 70, che erano pessime, ve lo assicuro!
Itadakimasu (con umiltà ricevo).
Re: Oste come è il vino???
Io la vedo così, la biomeccanica, la struttura fisica, eventuali problemi pregressi e predisposizioni e, perché no, gusti sono così varie e variabili tra gli esseri umani che definire una dottrina giusta o sbagliata, minimalista o massimalista che sia, è errato.
Ognuno deve trovare la propria via, certo però che se una persona ha corso sempre con classiche cushion e non ha mai provato scarpe meno strutturate non può avere una visione sufficientemente ampia per stroncare (o anche solo questionare) l'approccio minimalista.
Un dato di fatto però c'è, ed è che in seguito agli scorsi 2-3 anni di impennata della "moda" minimalista tutte le case hanno nella più conservativa delle ipotesi proposto scarpe minimaliste a fianco dei modelli classici, mentre tante altre case (brooks, saucony, new balance) hanno introdotto concetti mutuati dalla filosofia minimal dentro le linee classiche (drop, leggerezza eccetera).
Ognuno deve trovare la propria via, certo però che se una persona ha corso sempre con classiche cushion e non ha mai provato scarpe meno strutturate non può avere una visione sufficientemente ampia per stroncare (o anche solo questionare) l'approccio minimalista.
Un dato di fatto però c'è, ed è che in seguito agli scorsi 2-3 anni di impennata della "moda" minimalista tutte le case hanno nella più conservativa delle ipotesi proposto scarpe minimaliste a fianco dei modelli classici, mentre tante altre case (brooks, saucony, new balance) hanno introdotto concetti mutuati dalla filosofia minimal dentro le linee classiche (drop, leggerezza eccetera).
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- Mezzofondista
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Re: Oste come è il vino???
giusto una curiosità, chi ha iniziato questa( per me lodevole) tendenza? La Nike con il modello Free?
o molto più probabilmente prima sono venute le Five Fingers, right?
personalmente una delle cose che apprezzo di più nelle scarpe minimal è l'assenza della conchiglia rigida al tallone
( a causa di un problemino era diventata per me una tortura
)
o molto più probabilmente prima sono venute le Five Fingers, right?
personalmente una delle cose che apprezzo di più nelle scarpe minimal è l'assenza della conchiglia rigida al tallone
( a causa di un problemino era diventata per me una tortura

Re: Oste come è il vino???
@etabeta
Non so chi ha inventato la terminologia e la prima calzatura minimal (dico in era moderna, in fondo prima delle ammortizzate si correva con le superga, anche io nel 2001 al militare ho ricevuto un paio di superga della MM pensa te
) ma relativamente ai modelli da te nominati ti posso dire che le ff sono del 2005 e le prime nike free del 2004.
Non so chi ha inventato la terminologia e la prima calzatura minimal (dico in era moderna, in fondo prima delle ammortizzate si correva con le superga, anche io nel 2001 al militare ho ricevuto un paio di superga della MM pensa te

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- Mezzofondista
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Re: Oste come è il vino???
ok grazie
...e le Superga invece ci sono da sempre
in questo video si vede Haile Gebrselassie che corre in modo impeccabile con delle A3
https://www.youtube.com/watch?v=X6Q_TIuf_ZI
l'ideale sarebbe correre sempre bene con qualunque tipo di scarpe ed anche scalzi

...e le Superga invece ci sono da sempre

in questo video si vede Haile Gebrselassie che corre in modo impeccabile con delle A3

https://www.youtube.com/watch?v=X6Q_TIuf_ZI
l'ideale sarebbe correre sempre bene con qualunque tipo di scarpe ed anche scalzi

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Re: Oste come è il vino???
Autumn, concordo con quel che dici, ma aggiungo una postilla. Proprio perche', come sostieni, definire gli approcci "minimalista" o "massimalista" giusti o sbagliati non e' in linea di principio possibile, cosi' come per il minimalismo anche stroncare il "cushioning" definendolo causa sicura di infortuni e' scorretto. Non credo che, al momento, ci siano dati per dimostrare che una delle tecniche sia oggettivamente migliore dell'altra da questo punto di vista, fatto salvo che sicuramente la corsa minimal costringe l'atleta ad una maggiore attenzione alla tecnica (in questo senso potrebbe essere un ottimo strumento di allenamento da usare saltuariamente ma non necessariamente una scelta definitiva per la corsa di tutti i giorni).Autumn ha scritto:Io la vedo così, la biomeccanica, la struttura fisica, eventuali problemi pregressi e predisposizioni e, perché no, gusti sono così varie e variabili tra gli esseri umani che definire una dottrina giusta o sbagliata, minimalista o massimalista che sia, è errato.
Ognuno deve trovare la propria via, certo però che se una persona ha corso sempre con classiche cushion e non ha mai provato scarpe meno strutturate non può avere una visione sufficientemente ampia per stroncare (o anche solo questionare) l'approccio minimalista.
Dati alla mano penso che la scelta sia soprattutto filosofica, piacere di corsa vs quantita' per semplificare all'estremo (la sto buttando giu' un tanto al chilo, spero si colga comunque il succo). Molti affezionati del "cushioning", sottoscritto incluso, non provano il minimal non per avversione preconcetta, ma perche' non ne sentono il bisogno e/o hanno esigenze proprie: non ci sono infortuni a spingerli a cercare nuove strade, non cercano sensazioni di corsa differenti, vogliono la garanzia di poter macinare chilometri come hanno fatto sino ad ora senza imprevisti. Al momento io non migrerei verso il minimalismo per il semplice motivo che il disagio di dover affrontare un piu' o meno lungo periodo di transizione non verrebbe compensato in alcun modo da benefici per la maggior parte solo presunti. Allo stesso tempo concepisco che chi ha esigenze differenti dalle mie faccia diversamente, ben conscio che ognuno ha il proprio approccio personale alla corsa.
Lorenzo
Le prossime:
Mezza del Naviglio, Cernusco (Mi) - 22/05/16
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Re: Oste come è il vino???
Sono d'accordo con te sul fatto che se corri bene con scarpe ammortizzate e non patisci infortuni non è che ci sia tutto questo bisogno di rivoluzionare...
Però secondo me ti sfugge un particolare (probabilmente perchè hai una buona dinamica di corsa e l'assenza di infortuni lo dimostra): la scarpe strutturata ammortizzata è stata pensata e realizzata per amplificare le possibilità di un corridore medio il che però spesso ha comportato più problemi che benefici.
Mi spiego meglio: se faccio vita sedentaria per anni e passo il tempo a mangiare le patatine sul divano ci sta che appena provo a corricchiare con una scarpa senza ammortizzazione ne struttura prima ancora di finire il fiato mi ritrovo con dolori notevoli ai muscoli e ai tendini.
magari mi fermo dopo 2 km e la cosa non mi invoglia molto a continuare....
La soluzione di Nike/Adidas e tutti gli altri è stata trovata con una bella scarpa iperprotettiva ultra ammortizzata che mi permette magari di arrivare da subito anche a 4 o 5 km (poi ovviamente non ce la faccio più perchè dopo tutti quegli anni sul divano a fumare e mangiare patatine.....). Il novello sportivo è contento e invogliato a continuare e il businness ne trae notevole giovamento anche perchè le case gli dicono che le loro meravigliose scarpe che hanno permesso tutto ciò dopo 400 km sono da buttare visto che gli elementi "elastici" perdono le loro proprietà.
Il problema viene fuori dopo qualche mese o peggio ancora qualche anno in cui l'ex sedentario, per via delle superscarpe, paga il conto di aver azzardato più di quello che il fisico gli avrebbe permesso in condizioni "naturali"... inizialmente non ha avuto dolori muscolari importanti affaticamenti a parte naturalmente e magari nemmeno le vesciche e quindi ha caricato eccessivamente l'apparato scheletrico (magari era anche notevolmente in sovrappeso...) e via con le ginocchia a pezzi e la schiena dolorante.
Ora è chiaro che se invece hai una buona tecnica, sei allenato e magari pesi 50 kg puoi tranquillamente correre con qualunque cosa, diventa quasi esclusivamente una questione di feeling e di abitudine ma converrai con me che in questa situazioni si trova una percentuale minore dei runner non professionisti (e se guardiamo chi si approccia magari saltuariamente la percentuale tende decisamente allo zero....) .
Però secondo me ti sfugge un particolare (probabilmente perchè hai una buona dinamica di corsa e l'assenza di infortuni lo dimostra): la scarpe strutturata ammortizzata è stata pensata e realizzata per amplificare le possibilità di un corridore medio il che però spesso ha comportato più problemi che benefici.
Mi spiego meglio: se faccio vita sedentaria per anni e passo il tempo a mangiare le patatine sul divano ci sta che appena provo a corricchiare con una scarpa senza ammortizzazione ne struttura prima ancora di finire il fiato mi ritrovo con dolori notevoli ai muscoli e ai tendini.
magari mi fermo dopo 2 km e la cosa non mi invoglia molto a continuare....
La soluzione di Nike/Adidas e tutti gli altri è stata trovata con una bella scarpa iperprotettiva ultra ammortizzata che mi permette magari di arrivare da subito anche a 4 o 5 km (poi ovviamente non ce la faccio più perchè dopo tutti quegli anni sul divano a fumare e mangiare patatine.....). Il novello sportivo è contento e invogliato a continuare e il businness ne trae notevole giovamento anche perchè le case gli dicono che le loro meravigliose scarpe che hanno permesso tutto ciò dopo 400 km sono da buttare visto che gli elementi "elastici" perdono le loro proprietà.
Il problema viene fuori dopo qualche mese o peggio ancora qualche anno in cui l'ex sedentario, per via delle superscarpe, paga il conto di aver azzardato più di quello che il fisico gli avrebbe permesso in condizioni "naturali"... inizialmente non ha avuto dolori muscolari importanti affaticamenti a parte naturalmente e magari nemmeno le vesciche e quindi ha caricato eccessivamente l'apparato scheletrico (magari era anche notevolmente in sovrappeso...) e via con le ginocchia a pezzi e la schiena dolorante.
Ora è chiaro che se invece hai una buona tecnica, sei allenato e magari pesi 50 kg puoi tranquillamente correre con qualunque cosa, diventa quasi esclusivamente una questione di feeling e di abitudine ma converrai con me che in questa situazioni si trova una percentuale minore dei runner non professionisti (e se guardiamo chi si approccia magari saltuariamente la percentuale tende decisamente allo zero....) .