Stanotte non ho dormito un minuto. Sarà stata l’adrenalina ancora in circolo o lo sforzo fatto, ma ho passato la notte completamente in bianco.
Fisicamente però sto bene, senza particolari dolori. Vabbè, posso anche io raccontare la mia maratona…
Pregara un po’ complicato, con un entra-esci dal bagno ogni 10 minuti per fare pipì che mi ha impedito anche di venire davanti alla chiesa per il raduno. Entro in griglia alle 8.50 senza un minimo di riscaldamento, ma non mi interessa perché comunque l’idea è quella di fare una gara in completo relax ad un passo lento.
La giornata però è splendida, c’è freddino ma un sole come non si vede mai nella pianura padana a dicembre. L’atmosfera di Reggio poi è sempre unica e in griglia mi viene una voglia di correre che non provavo da mesi.
Allo sparo allora spengo il cervello e lascio andare le gambe che girano che è una meraviglia. Devo ammettere che per i primi 6-7 Km faccio fatica a rompere il fiato, essendo partito da freddo senza riscaldamento.
Una volta usciti dalla città in direzione colline, inizio anche a recuperare una respirazione più facile e faccio i primi 10K @3’53’’/Km. Nella mia testa continuo a ripetermi che sono un pazzo ad andare così forte, anche perché dal decimo si inizia a salire. Salitine continue fino al 22simo circa, poi 3K di piano ed infine il tratto più impegnativo per dislivello dal 25 al 28.
Passo alla mezza in 1:23:32, più o meno come a Firenze 2017, ma oggi sto molto meglio e psicologicamente mi accorgo che è il giorno perfetto per correre.
Ho già fatto Reggio nel 2015, ma tutti ci dimentichiamo come è effettivamente il percorso una volta arrivati in fondo e presa la medaglia. E allora ci affidiamo e crediamo alla leggenda: “Reggio è dura nella prima parte, ma dal 28esimo in poi è tutta discesa fino alla fine e nella seconda parte si vola!”.
È vero che il peggio in quel punto è passato, ma dal 28 in poi è tutto un sali-scendi breve, con strappi continui che, almeno a me, massacrano i quadricipiti ormai al limite (per non parlare del sottopasso con la pendenza più elevata che abbia mai visto al 36esimo!).
Comunque nella seconda parte perdo qualche secondo al chilometro e vado un po’ in crisi tra il 30-35 Km. Mi fanno male i quadricipiti, tanto che le gambe mi cedono. Vado un po’ in crisi anche mentalmente, perché so che manca poco e ho in proiezione un tempone che non avrei mai sognato. Mi prende il panico di non riuscire ad arrivare e di andarmi a schiantare contro il maledetto muro. Poi, anche grazie al pubblico e ai bambini che vogliono il 5 bordo strada, riaccendo il cervello che avevo spento ad inizio gara e vado avanti con la forza di volontà! Cerco di spingere più che posso, nonostante le gambe vorrebbero fermarsi. Faccio comunque l’ultimo terzo di gara sempre sotto i 4’00’’/Km e arrivo in Corso Garibaldi in allungo!
La gioia di vedere l’arrivo e naturalmente il cronometro sub 2h50m è immensa! Dopo un 2018 in cui non ho potuto mai correre, Babbo Natale mi ha portato un PB e un tempo che rimpiangevo da Firenze 2017.
È stato tutto inaspettato. Ho fatto una preparazione improvvisata, accumulando solo km e con quasi zero lavori di qualità.
Adesso si stacca leggermente la spina per evitare i soliti problemi a cui ormai ho capito che il mio fisico è soggetto. A Gennaio poi vedo di programmare una 42K su un percorso più agevolo che a Reggio…
PS: stanotte spero almeno di recuperare un po’ di ore di sonno…
