Ciao a tutti,
personalmente non mi è cambiato molto. Vivo con mia moglie in una casa piuttosto isolata in una piccola... isola dell'Atlantico. Non si sente un rumore normalmente e posso fare anche un po' di attività fisica fuori (1 giro = 333 m) più training seguendo programmi online. Quando passai il mio anno da "winterover" a South Pole (2003) stetti per intere settimane senza vedere nessuno e senza internet se non per poche ore al giorno, a bassa velocità. E al buio per molti mesi... Capirete che in questa situazione possa non risenta di grossi problemi, anzi!

. Con mia moglie poi siamo una coppia molto legata, viaggiamo tantissimo entrambi, per cui poter passare del tempo insieme è solo un piacere.
Avevamo qualche preoccupazione per nostro figlio, bloccato dentro casa come tutti in quel carnaio di Barcellona (come chi mi precede poco sopra...). Ma è una persona con moltissimi interessi e passa la giornata in smart working, o disegnando e scrivendo. In più sotto i 30 anni - ne ha 24 - sembra che la probabilità di conseguenze gravi è minima, il che non è male per due genitori. E pare che la sua azienda, una start up stia moltiplicando i clienti con questa crisi, quindi nessun problema neanche li.
E' più la percezione di questa strana ed innaturale calma il problema ma in pratica da diversi anni lavoro, quando voglio, in remoto, se non sono in viaggio o lavorando in osservatorio.
In fondo credo che molte città siano per la prima volta silenziose e poco inquinate. Vedere le acque trasparenti a Venezia o le papere alla barcaccia a Roma suona un po' "I am legend..." ma consoliamoci: almeno non dobbiamo sparare agli zombie, no?
Penso sia meglio per tutti accettare questa strana situazione come una specie di "vacanza" dalla routine di sempre (eccettuato ovviamente chi è colpito da questo brutto male...). Anche se stiamo in salute il mio personale consiglio è di non uscire per ridurre le distrazioni per le forze dell'ordine e per non indurre altri a farlo. E' la mia opinione anche se un po' impopolare. lo so. Ma siamo in guerra e in guerra in qualche modo si acquisisce una resilienza che può risultare utile più tardi. Esercizi in casa (tanti), tempo con i figli (chi ne ha), e riflettere su come cambiano rapidamente le priorità a volte. In fin dei conti per i più (quelli sani) è un gioco da ragazzi rispetto ad una VERA guerra...
Fine del predicozzo!
