Tordg ha scritto: ↑23 set 2022, 18:02
naaah, mai sposato. convivente perenne.
ti ringrazio ma in caso mi sposerei con elenadv
Oh mamma!
Assicuro che non sono un bello spettacolo!
Sono pure io convivente perenne con uno che chi mi conosce chiama "San Giovanni"...lascio alla vostra immaginazione il perché.
Diciamo ch.
Certo la storia del tracker non fornito è grave, se è previsto nel regolamento v
....beh,posso avere una tua foto mentre corri almeno per giudicare?
Sono ancora lì. Sto dormendo sul pavimento del soppalco del Frassati. Non si potrebbe stare qui ma appena il rifugista si è distratto un attimo sono riuscito a salire. Con il collo bloccato da mercoledì non potevo certo dormire sul tavolo, le camere sono strapiene e non c’è un metro libero in tutto il rifugio. Fuori nevica, anzi c’è bufera, come ne ho viste poche in vita mia, anche in inverno.
Ripenso a quello che aveva scritto Leosorry, che nel 2018 eravamo stati molto fortunati e probabilmente sarebbe stato rischioso riprovare. Aveva ragione. Quest’anno siamo passati una ventina di volte dai 25 gradi dei fondovalle ai 5/6 gradi ventosi dei colli. Praticamente tutti da mercoledì abbiamo la tosse, sembra di essere al campo 2 di un ottomila. Bisognerebbe respirare solo con il naso ma in salita in pochissimi ci riescono e i nostri bronchi s’incazzano.
Sono stato bravo, il Tor l’ho gestito meglio che nel 2018. Sono arrivato qui con più ore di sonno anche se le metà dei tentativi sono andati sprecati a causa dei versi animaleschi che emettono alcuni esseri umani quando dormono. Io proprio non mi capacito, anche nella foresta verrebbero cacciati.
Ho mangiato meglio, nonostante i ristori fossero più poveri e la mancanza di acqua minerale. Due, tre volte ho approfittato della sala dei rifugi pagando per avere cibo vero. Ho fatto sempre il bis di polenta quando era disponibile. Ancora ho davanti agli occhi quella del Colle della Vecchia.
Non è stato per niente facile partire con il primo gruppo. Questi son tutti forti e psicologicamente ti fanno sentire una merda. Avevo deciso di seguire il cardio almeno per i primi due colli e a fatica ho rispettato il programma.
Non mi sentivo bene le gambe il primo giorno ma poi si sono sciolte e ancora adesso stanno alla grande. Ho incredibilmente sempre rispettato, quasi al minuto, i tempi del 2018, andando un pochino più veloce nel percorso e fermandomi di più per le soste.
Ho avuto un po’ di nausea il secondo giorno ma poi è passata.
Dopo ci si è messo il collo. Salendo al Loson ho bagnato il cappellino che aveva la protezione posteriore. In alto il vento è aumentato e la temperatura è scesa. Il mio piccolo cervellino del ca**o non mi ha detto di togliermelo e di mettermi la bandana. Già la sera avevo dolore. Il giorno dopo si è bloccato tutto. Non riuscivo a girare ed alzare la testa. Per fortuna stando piegato vedevo almeno dove poter mettere i piedi. Provato anche due volte i massaggi con tens. Addirittura a Gressoney mi sono fermato in una farmacia ed ho avuto la brillante idea di prendermi un collare, con il risultato che al ristoro successivo un medico mi ha fermato perché ero troppo pallido. Il collare mi fermava la circolazione del sangue alla testa e rischiavo di svenire.
Sarà stato per questa continua sofferenza o sarà stata una specie di premonizione ma non sono mai stato sicuro di finire questo Tor. Nemmeno quando sono arrivato a Bosses. Nel 2018 dopo la crisi al Barma già dicevo baldanzoso a mia moglie che sarei arrivato. Quest’anno, all’uscita dall’ultima base vita, le ho detto “vediamo come va con la meteo”.
Eppure mi è piaciuto. Ho cantato al sorgere della luna piena. Ho lottato con il vento sferzante. Ho avuto caldo, freddo poi ancora a caldo e freddo mille volte. Ho detto ohooo guardando la valle successiva dopo ogni colle. Ho ringraziato un miliardo di volte i volontari. Mi sono fatto coccolare, viziare, ho forse troppo approfittato della loro bontà. Ho fatto foto, anche alle allucinazioni, con tanto di didascalia per ricordarmi cosa vedevo, ho fatto un video ad ogni colle. Ho ringraziato due escursionisti che mi hanno regalato un pacchetto di crackers, come mi avessero dato dell’oro.
Il calore della gente al Col D’Arp, l’infinito del Colle Alto, la durezza e il tramonto al Col Crosatie. La preghiera a Yang Yuan. La luna. Il vento tagliente al Fenetre. La resistenza dell’Enterol. L’infinito Loson. Le cascate scendendo a Donnas. Il passaggio selvaggio alla Crenna Dou Leui. La polenta. Le figure nelle nuvole al Lasoney. Il doloroso Col Pinter. Mi sono emozionato al Col di Nannaz ed ho pianto al Col delle Fontines. La polenta e la dormita rigeneranti al Magià. La chiacchierata con il vecchio volontario al Bas Breuson. La torta alla ricotta al rifugio Champillon. La totale fiducia riposta a chi avevo davanti alla salita al Frassati, non riuscivo ad alzare la testa, se fossero caduti in un burrone li avrei seguiti.
Mi sveglio. Albeggia. Ci saranno più 15 cm di neve, scende ancora, vento forte, credo 50 km/h e qui siamo sottovento, immagino al passo. Scendo le scale, incontro Andrea e ci guardiamo negli occhi, sappiamo entrambi che non ci faranno proseguire. Mi viene il magone. Trattengo a stento le lacrime. Ho iniziato a preparare questo Tor nell’anno della pandemia, correndo con lo zaino pieno su e giù, su e giù, nell’unica salita che avevo nel raggio di quei maledetti e stupidi 200 metri da casa. Mi sono poi pentito di non essermi iscritto l’anno scorso. È passato troppo tempo e quest’anno la preparazione è diventata quasi un’ossessione. Adesso sono qui bloccato, a sole sei ore dall’arrivo.
E non me ne frega un ca**o se diranno che sono un finisher. Non me ne frega un ca**o della medaglia, della festa, delle foto e della maglietta premio.
Solo chi è arrivato a Courma sa cosa si prova e nessuno riuscirà a mai a convincermi che tanto non cambia nulla, perché all’arrivo ci sarei comunque arrivato.
Nessuno e niente mi potrà dare quell’emozione e quella carica di energia che ti rimane dentro per quasi un anno.
Scendo nella splendida mattinata fino a Bosses, in alto è bello, pure divertente. In basso mi svuoto, non sono felice. Mia moglie mi recupera, insieme ad Augusto.
La sera mi sveglio e commetto l’immenso errore di andare al ristorante. Affamato mi mangio 160g di carne cruda con tanto di uovo di quaglia (crudo anche quello), gnocchi al ragù e tiramisù. La domenica mattina vomito e ho la febbre. Cago liquido per tre giorni. Ho perso 4kg tra gara e dissenteria. Solo da ieri mattina mi sento bene.
Mi hai commosso Corry, hai scritto benissimo un bellissimo racconto. Ok, non te ne frega niente, ma per me sei finisher. E non puoi impedirmi di dirtelo, quindi mettitela via. Tu l'hai fatto tutto.
Per come la vedo io, in parte non siamo finisher, in parte lo siamo...
Non siamo finisher perché non abbiamo pianto sotto al traguardo di Courmayeur..
Ma (almeno nel mio caso) posso dire di essere finisher perché sono arrivato a 22 km circa dal traguardo con qualche ora di vantaggio sul cancello e, nonostante le vesciche ai piedi che mi rallentavano nelle discese, nessun problema che mi avrebbe impedito di arrivare nelle 150 ore..
Sì, perchè, per chi come me era alla prima esperienza al Tor, avere la conferma di "potercela fare" (anche se ti hanno fermato ad una manciata di km dall'arrivo) vuol dire molto!
@Corry
sembrava di essere li con te mentre correvi.
Sei stato comunque grande e per quanto bruci non è dipeso da te se non sei passato sotto al gonfiabile.
Non sei un mezzo finisher.
Sei un finisher a tutti gli effetti.