Eccomi, provo a mettere due righe.
Adoro Torino, sono molto legata alla città, che fino a non molto tempo fa frequentavo assiduamente perché ci risiedeva mia sorella. Adesso capita per lavoro, ma purtroppo troppo poco.
Per cui, spostare l'iscrizione a Valencia su Torino non è stato affatto un dispiacere per me, anzi.
La mattina della maratona mi sveglio come al solito in superanticipo sull'inutile sveglia.
Ore 7.30: appuntamento coi forumendoli in punto tattico riparato e intimo

quattro chiacchiere, foto di rito e poi ci si avvia con la Frà a fare la coda ai WC (pochi, forse 6, per tutti i partecipanti), continuando a chiacchierare in coda del più e del meno. Poi via alla partenza, dove mi stacco per il mio solito rito di molteplice allacciatura e riallacciatura delle scarpe fino a trovare il giusto punto di strizzamento

Entro in griglia e solo dopo alcuni minuti di fianco alla Frà ci accorgiamo di essere spalla a spalla
Ore 8.30: si parte puntuali. Inizio piano piano, come mio solito, ma tanto con l'ingorgo in partenza c'era poco da scattare.
KM 5: filo via liscia verso il primo ristoro, mi sono vestita più del solito ma a questo giro non sento caldo. Mi tolgo solo lo scaldacollo: sacrifico un prezioso cimelio della Corsa di Miguel (chiamato da me e mio marito semplicemente il "Miguelo") abbandonando il coso giallo fosforescente a bordo strada. Avevo pensato di regalarlo a qualcuno a bordo strada, ma era sudato e fetido. Forse non è il caso, ho pensato.
KM 10: siamo già nel nulla, lande desolate, ma a me cambia poco. In maratona, come nei lunghi (che faccio nella desolation della ciclabile della Magliana, tra un velodromo abbandonato, un'idrovora e un ponte arruginito, per chi conosce), entro nel "pensatoio", come mi piace chiamarlo. Una bolla che non mi fa quasi vedere dove sto e con chi corro. Riemergo solo per prendere il gel al 9° km, come da programma, e per bere al ristoro. L'acqua è fredda, quindi parte la modalità "risciacqui con collutorio" per farla scardare prima di ingerirla.
KM 15: sento le gambe indurirsi. No ragazze, un muro al 15mo non si può sentire. Aggiusto leggermente la postura, torno al mio solito passo-zero-fatica e magicamente passa tutto. Al 18° prendo il gel programmato e da poco prima della mezza comincio a guardarmi un po' intorno. Ma dove m*****a siamo?
KM 21: passaggio alla mezza regolare in 2h10, come da programma. Qui l'ultimo tappeto fino alla fine. Penso a mio marito che mi segue da casa e che starà dicendo che sto andando come da programma, comunicandolo a mamma che mi attende molto più in là sul percorso. Non lo so ancora, ma da qui si esce dai radar e chi segue da casa, puff, non vede più nulla pensando che il proprio caro in corsa abbia imboccato uno stargate piazzato tra Stellantis e Stupinigi.
KM 25: aspetto un ipotetico tappeto che non c'è, ma in sostituzione c'è il miglior rifornimento di sempre: un bicchiere VUOTO che mi viene allungato da una volontaria

faccio per bere correndo ma è vacante

poco dopo, al 26, prendo l'altro gel programmato e lo prolungo fino ai 28, che è la mia soglia psicologica. Superata quella, poi non faccio nessuna fatica ad andare avanti. Do un occhio all'orologio ma non riesco a fare grandi calcoli. La media resta sempre fissa quindi mi dico che quantomeno sono regolare.
KM 30: non ricordo dove stiamo, si alternano stradoni desolati a parti dentro ai comuni con un po' di tifo, che invece manca completamente nella parte centrale. Comincio il countdown mentale: -12 ed è fatta. Nel frattempo mi ritrovo a fare un poco di elastico con una ragazza (cioè, lo fa lei, io sempre modalità Robocop con pilota automatico). Mi supera poi rallenta e poi di nuovo supera e rallenta. Poi penso si sia schiantata contro il muro perché non l'ho vista più.
KM 35: ci avviciniamo alla città. Ancora poca gente, ma una ragazza al ristoro incita come una matta quindi mi sento in dovere di ringraziarla allargando la curva per un sonoro batticinque che mi dà un bel po' di carica, infatti comincio leggermente ad accelerare.
Dai 35, avvicinandosi alla città, il percorso progressivamente si fa più complesso, come diceva alemercuzio: al 38° una bella salita in uscita dal Valentino, che per fortuna conosco bene avendola fatta decine di volte in allenamento. In realtà ringrazio sia questa salita, sia le poche precedenti: avendo il 99% della mia muscolatura sui prosciutti, vado su bene e loro sono contenti di contribuire alla causa
Al 39 vedo davanti un tizio che, sono abbastanza sicura, aveva tagliato uno dei vari biscotti a metà gara e prima mi si era accollato ciucciandomi la ruota, maledetto. Scatta il piano omicida: lo affianco, lo supero leggermente sapendo che avrebbe provato a starmi dietro. E infatti mi si incolla dietro. Accelero progressivamente, lo sento stantuffare. Tempo 1km molla. Missione compiuta: ucciso. Andiamo avanti.
Il tifo aumenta, ma anche la gente che attraversa il percorso guardandosi intorno e dicendo "ah, ma c'è una maratona??". Si, perché nei giorni precedenti non è che si sia vista tutta sta pubblicità in città, quindi tutti cadevano un po' dal pero.
KM 40: transitiamo in piazza Vittorio, dove alloggiavo e dove avevo appuntamento con mamma. Le avevo detto "Se partiamo puntuali, passerò da lì tra le 12.35 e le 12.40".
Passo alle 12.37

Diceva mia nonna: "Con te ci si può calare la pasta". Passaggio bastardello, con salitella su sampietrino, ma ormai è fatta quindi avanti e non mollare. Dal 38° come al solito mi ridesto dai pensieri per godermi il finale, provare ad accelerare e chiudere in volta. Stavolta mi sento meglio delle precedenti, vediamo di fare un tempo discreto per i miei scarsi mezzi.
KM 41-42-Arrivo: è sempre una magia. Cerco sempre in maratona di concentrarmi in questi due ultimi chilometri per fissare in testa immagini, rumori, sensazioni. E così faccio il mio girigogolo dell'ultimo chilometro e mezzo, dando il 5 a chi tifa, scambiando qualche battuta con chi condivide con me l'accelerazione o si lascia superare o mi supera.
Via Roma, biscotto, guardo l'orologio, forse sto sotto le 4h20, dai col solito volatone come fosse un finale di un 10mila.
Finalmente arrivo e gioia! Conclusa la mia settima maratona, in una città che amo, con un tempo splendido e a conclusione di un week end molto bello con mamma.
Da fare o rifare. Sicuramente molte cose da migliorare, ma non mi sento di rimproverare troppo a Torino e alla sua maratona. La città magica vale da sola la fatica e, volendo, la sopportazione di un percorso in gran parte desolato - per chi tiene a queste cose.
Grazie di aver letto sin qui.
Non rileggo, quindi please excuse any typos
