Tappa 1: Courmayeur- Valgrisenche (49 Km, 4.178 D+)
Il sabato prima della partenza, io ed il mio amico/ collega Giacomo (mi farà da assistenza per tutta la settimana) arriviamo allo sport center di Courmayeur per il ritiro pettorale. L'atmosfera è di eccitazione per la gara, e la respiriamo a pieni polmoni. Completate le pratiche burocratiche, prendiamo possesso della stanza alla famigerata Locanda Venezia, una bettola di bassissimo livello, ma con il gran pregio di essere a 100 metri dalla partenza. Alla sera prendo parte al pasta party, in cui c'è un bel clima di festa, dove incontro alcuni amici, tra cui Fabiano un ragazzo friulano conosciuto al primo Tor e poi ritrovato ad altre gare che, data la passione per il vino Rosso, e per l'ex calciatore bobo Vieri, chiamerò qui rossobobo.
La domenica mattina c'è gran eccitazione, e dopo aver assistito alla partenza della prima ondata alle 12 in punto tocca a me: via! Percorro il corso centrale con i lacrimoni agli occhi, saluto tutti, thank you, allez allez, batti il cinque. Ok, sono tutto sconquassato di emozioni e mi lascio trasportare senza fare resistenza. Si inizia a salire al Col d'Arp, prima salita del TOR, lunga ma abbastanza facile, scorre bene senza forzare. Arrivo in cima che il cielo è coperto, e di lì a poco ogni tanto pioverà, ma senza mai dare veramente fastidio.
Scendo a La Thuile, dove trovo Giacomo che mi passa due borracce con maltodestrine: ho messo in conto che nel primo giorno e mezzo avrò difficoltà a mangiare, quindi compenso con carboidrati liquidi, per un po' aiuterà.
Si sale al Deffeyes, anche qui in tranquillità, mi godo le cascate spettacolari ed arrivo al ristoro con ben 50 minuti di anticipo rispetto al 2021; comincio a realizzare che la condizione di quest'anno sia proprio buona, ma continuo ad andare cauto. Raggiunto il Passo Alto in compagnia di Fabiano- bobo con la vista da vicinissimo del ghiacciaio del Rutor, scendo su ostica pietraia al ristoro ed inizia la dura salita al Col Crosatie.

Questa è impegnativa e, più si sale, più aumenta l'intensità del vento, fino ad avere fortissime raffiche in cima, che ti fanno perdere facilmente l'equilibrio. Qui il sentiero è tecnico ed esposto, e bisogna stare molto attenti. Finalmente si arriva in cima al colle e, dopo i primi tornanti un po' tecnici, il sentiero diventa via via agevole e, con pazienza e senza frenesia, si arriva prima a Planaval e, poi, alla prima base vita di Valgrisenche a mezzanotte e venti, con ampio vantaggio sulla mia tabella di marcia.