cesarecolasanti ha scritto:Quanti di noi farebbero volontariamente un reato se sapessero che una volta presi avrebbero la CERTEZZA della pena prevista? Io non rischierei di far male a qualcuno se so che mi tagliano le palle!!! Passeró anche per un'intollerante ed estremista ma io penso che a mali estremi ci vogliono estremi rimedi!!
PS scusate i congiuntivi..
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Dici? Allora l'elevato tasso di criminalità in un paese dove esiste la pena di morte come in tanti paesi americani? Se è come dici tu, perché rischiano la sedia elettrica visto che sanno che la pena è quella? Aspetto davvero...
E' vero, a dirla sembra giusta, ma non è così. E poi chi nel settore ci lavora, sa che è inutile, non è castrando un potenziale violentatore che lo rendi innocuo, anzi, spesso diventa più violento e la violenza sessuale può essere manifestata in molti modi. Ti parlo dopo aver seguito qualche corso per la laurea da assistente sociale (che ho poi mollato per problemi relativi) e dopo aver dato un esame con una che l'assistente sociale l'ha fatta. Puoi tagliarle a chi vuoi, non li fermi, anzi, spesso il livello di rabbia e la crudeltà aumentano (qualche esempio non molto piacevole ce l'ha fatto). Molto meglio a questo punto che siano rinchiusi al sicuro, ma soprattutto pensare a cose più serie. Perché l'ha fatto? Voglio capirlo e aiutarlo? Buonista di nuovo, ci sono ricaduta? No, ma spesso chi violenta ha un passato di violenza alle spalle, spesso in famiglia, e se non si recupera non si chiude. Se non recupero il violento, lo sarà sempre. Se non fermo la violenza in famiglia, il violentato rischia di diventare violentatore. O al contrario, vittima "volontaria" (quante donne, ancora, sopportano le violenze dei mariti e non fanno niente per fermarli davvero?). Non è molto meglio andare più a fondo? Posare il coltello, e cercare di risolvere. Perché se gli taglio le palle (ma è accettato questo qui nei toni moderati?) e poi dopo vent'anni lo rilascio, quello esce e ne strozza uno, o gli infila le mani ovunque, o lo tortura. Posso tagliargli le mani. Poi che faccio, lo mantengo? No, ok, meglio la sedia elettrica. Insomma, non voglio fare la saccente, ma parlare è facile, il problema è diventare concreti.
Quelli che hanno aggredito quella ragazza possono essere diversi tipi di persona: il "cattivo" che si diverte a fare il gradasso, e ha bisogno di capire che la legge c'è anche per lui (non è il paese giusto, purtroppo). Se è questo, e arrivi col coltello per tagliargliele, giurato che il giorno dopo ti ritrovi 10 amici suoi davanti a casa, che se la prendono con te e famiglia. Ora che si fa? Tagliamo anche a quei d10? E quanti ne aspettiamo poi? Non funziona
Può essere il ragazzo idiota che voleva fare il ganzo con l'amico. Questo più che altro forse meriterebbe che il padre lo chiudesse a chiave in camera, di trovarsi ad affrontare un processo, tanto per far vedere davanti agli amici l'idiota che è stato. Potrebbe essere mio figlio domani, senza palle starebbe meglio e sarebbe più buono? O forse dopo un trattamento del genere, una cosa che va punita diventa solo lo spunto per una vendetta dopo? Trasformiamo un ragazzo idiota in un criminale iracondo? Non funziona.
Può essere il depravato con problemi. Quello che non ci sta con la testa, il maiale che sbava dietro alle ragazzine, o quello che è stato violentato da piccolo. Le tagliamo anche a lui, sarà più buono dopo l'uscita dalla galera? Naaa, non funziona.
Sbaglio o c'è qualcosa che non torna? Non mi sembra che abbiamo aiutato Abele qui. Anzi, mi pare che stiamo condannando altri a diventare Abele, vittime di una violenza che non finisce ma si gonfia. Non voglio superare i limiti della decenza nel parlare, ma tornando al fatto principale, dove la colpa c'è e non è il caso, solo gli esempi concreti servono a far capire. Ora, diciamocelo. Questo lo prendiamo e gliele tagliamo. Ci togliamo un prurito, ci sentiamo giustizzieri, e poi? E poi lo rinchiudiamo in prigione, spero, o no? Perché se esce, quello di Abele sicuro che ne trova ancora uno. POi altro discorso è il recupero perché è sempre meglio cercare di far tornare "civile" un delinguente che allargare le prigioni e costruirne nuove... ma anche qui mi sa che il buonismo è troppo.
Io non sono dalla parte di Caino. Io credo che se impariamo a gestirlo, Caino, farà meno male. E che se smettiamo di pensare di poter urlare alla violenza come se niente fosse solo perché tanto sono parole, forse si può pensare a qualcosa di utile davvero. O almeno a non peggiorare la situazione.
Non voglio gonfiare i toni, spero di non ottenere questo, vorrei portare a una critica più... utile, perlomeno, ecco. E soprattutto togliermi la veste della santerellina che parla perché vive su un pianeta rosa confetto, sono qui tra voi, giuro
