
Le abbiamo in pochi...e raramente i più veloci, perchè?
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Re: Le abbiamo in pochi...e raramente i più veloci, perchè?
Di sicuro possiamo dire, che si puo' correre tranquillamente senza super ammortizzazione, e che il binomio tra peso e passo non e' poi così imprescindibile.
E non perche' questo o quello studio lo ha dimostrato, ma perche' lo abbiamo provato personalmente........sui nostri piedi
Io per esempio corro, da oltre 2 anni, solo con minimaliste o A1 a qualsiasi ritmo, pesando 80 kg, per 190 cm, e senza nessun problema.
A questo punto, secondo i canoni classici dovrei essere sulla sedia a rotelle
Secondo me, per uno che inizia non c'e' alcun problema a correre con le minimal, mentre diventa più difficile per chi da tempo corre con A3 ed ha una tecnica ormai " condizionata", come era nel mio caso.
A quel punto ci vuole grande volonta' e pazienza e se uno non c'e l'ha continui pure con le A3, non e' detto che debba infortunarsi per forza.
Detto questo, diciamo anche che il minimalismo non deve essere il vangelo, se la scienza trova una scarpa che ci fa andare piu' veloci e senza traumi, perché non cambiare ?
A dire il vero ci sarebbero i pattini
Un ultima cosa, che credo sia un dato di fatto su cui riflettere, non credo che ci sia qualcuno che dopo aver fatto il passaggio completo alle minimal si sogni di rimettere delle A3 per correre
E non perche' questo o quello studio lo ha dimostrato, ma perche' lo abbiamo provato personalmente........sui nostri piedi

Io per esempio corro, da oltre 2 anni, solo con minimaliste o A1 a qualsiasi ritmo, pesando 80 kg, per 190 cm, e senza nessun problema.
A questo punto, secondo i canoni classici dovrei essere sulla sedia a rotelle

Secondo me, per uno che inizia non c'e' alcun problema a correre con le minimal, mentre diventa più difficile per chi da tempo corre con A3 ed ha una tecnica ormai " condizionata", come era nel mio caso.
A quel punto ci vuole grande volonta' e pazienza e se uno non c'e l'ha continui pure con le A3, non e' detto che debba infortunarsi per forza.
Detto questo, diciamo anche che il minimalismo non deve essere il vangelo, se la scienza trova una scarpa che ci fa andare piu' veloci e senza traumi, perché non cambiare ?
A dire il vero ci sarebbero i pattini


Un ultima cosa, che credo sia un dato di fatto su cui riflettere, non credo che ci sia qualcuno che dopo aver fatto il passaggio completo alle minimal si sogni di rimettere delle A3 per correre

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Re: Le abbiamo in pochi...e raramente i più veloci, perchè?
Mantissa, a parole, possiamo ritenere diceria o verità, qualsiasi teoria. Se ci basiamo su fatti certi, non possiamo negare che il nostro piede è fatto in un certo modo, ha una parte molto dura(il calcagno) non certo tale per ammortizzare i traumi dell'appoggio e una molto morbida e muscolosa(avanpiede col suo arco plantare) che guarda caso, ha proprio una capacità ammortizzante...Altro indizio credo inconfutabile è che se ci togliamo le scarpe, naturalmente andiamo a correre sull'avanpiede e non certo sul tallone(valanghe di studi lo dimostrano), basta guardare bambini e ragazzini..
Poi sul fatto che possiamo metterci i trampoli e camminare senza utilizzare il ginocchio..beh...
Ginocchio, altro elemento che la dice lunga su quale strada intraprendere... Naturalmente il ginocchio ha un solo verso nel quale sa lavorare, e guarda caso se appoggiamo a ginocchio flesso, avremo una corsa naturale,di avanpiede e con il bacino spostato sull'avanti, al contrario se corriamo lanciando il piede in avanti e distendendo la gamba per atterrare con il tallone, non avremo certo un ginocchio flesso, ma un ginocchio esteso, o ancor peggio, iper esteso; situazione per la quale non è certo stato "programmato"...e che è responsabile di numerosi infortuni.. O anche questo è interpretabile?
Potremmo star qui a discutere ore (e sarebbe anche interessante), lungi da me convincere gli scettici, avere brutta considerazione di chi corre in A3, voler professare chissà quale verità o condannare il marketing delle ditte che producono scarpe.. Io mi limito ad osservare partendo da quali strumenti la natura ci ha dotati per correre in maniera naturale, che poi si possa correre anche in maniera artificiale, non lo metto in dubbio, metto solo in dubbio "con quali risvolti"..e poi faccio le mie scelte. Poi apro un topic come questo perchè curioso su quali motivi portano "i più" a far scelte differenti..
Sul discorso che chi utilizza scarpe minimaliste, a transizione avvenuta, poi torna alle classiche A3...beh, fatico davvero a crederci, io non conosco nessuno(e questo non conta nulla), ma personalmente ora fatico anche solo a calzare nella vita di tutti i giorni, scarpe con grosso differenziale, pesanti e rigide.. Figuriamoci se tentassi di correrci....(ma anche questo, a livello scientifico, non conta nulla, lo so bene)
Certo, io parlo di minimal vere e di transizione avvenuta, provare un paio di pure flow(ne dico una tanto per dire, non me ne vogliano gli utilizzatori), non trovarsi e al prossimo paio, riprendere una A3, beh questo non significa aver fatto adattamento e studio
Poi sul fatto che possiamo metterci i trampoli e camminare senza utilizzare il ginocchio..beh...
Ginocchio, altro elemento che la dice lunga su quale strada intraprendere... Naturalmente il ginocchio ha un solo verso nel quale sa lavorare, e guarda caso se appoggiamo a ginocchio flesso, avremo una corsa naturale,di avanpiede e con il bacino spostato sull'avanti, al contrario se corriamo lanciando il piede in avanti e distendendo la gamba per atterrare con il tallone, non avremo certo un ginocchio flesso, ma un ginocchio esteso, o ancor peggio, iper esteso; situazione per la quale non è certo stato "programmato"...e che è responsabile di numerosi infortuni.. O anche questo è interpretabile?
Potremmo star qui a discutere ore (e sarebbe anche interessante), lungi da me convincere gli scettici, avere brutta considerazione di chi corre in A3, voler professare chissà quale verità o condannare il marketing delle ditte che producono scarpe.. Io mi limito ad osservare partendo da quali strumenti la natura ci ha dotati per correre in maniera naturale, che poi si possa correre anche in maniera artificiale, non lo metto in dubbio, metto solo in dubbio "con quali risvolti"..e poi faccio le mie scelte. Poi apro un topic come questo perchè curioso su quali motivi portano "i più" a far scelte differenti..
Sul discorso che chi utilizza scarpe minimaliste, a transizione avvenuta, poi torna alle classiche A3...beh, fatico davvero a crederci, io non conosco nessuno(e questo non conta nulla), ma personalmente ora fatico anche solo a calzare nella vita di tutti i giorni, scarpe con grosso differenziale, pesanti e rigide.. Figuriamoci se tentassi di correrci....(ma anche questo, a livello scientifico, non conta nulla, lo so bene)
Certo, io parlo di minimal vere e di transizione avvenuta, provare un paio di pure flow(ne dico una tanto per dire, non me ne vogliano gli utilizzatori), non trovarsi e al prossimo paio, riprendere una A3, beh questo non significa aver fatto adattamento e studio

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ma a dire il vero ho scritto il contrario, che di solito chi passa al minimale poi non torna indietro, e che è il primo fatto degno di nota da cui partire a ragionare.
non credo di parlare male delle minimali; anzi, tutt'altro. sto giusto facendo un'analisi il meno partigiana possibile.
quello che voglio sconfessare è che l'utilizzo diffuso delle A3 sia meramente una questione di marketing. perché tu dirai - e non completamente a torto - che la corsa naturale è quella "scalza" eccetera eccetera, che se si parte a correre scalzi ci approntiamo da soli a un gesto tecnicamente vicino alla perfezione (come i bambini, dici), cosa che invece è vera nella teoria ma non è del tutto esatta nella pratica, perché qualunque siano le motivazioni (sedentarietà, essere poco avvezzi alla pratica sportiva e al movimento, scoordinazione, ...) le persone che corrono non lo fanno tutte con un gesto armonico, efficiente, e tecnicamente perfetto per dono divino. ti basta andare in spiaggia e vedere gente che corre sul bagnasciuga per rendertene conto, oppure ricordarti le lezioni di educazione fisica di quando eri ragazzo: c'è chi naturalmente è propenso al gesto della corsa e chi invece si muove peggio di Pinocchio. pure scalzo. pure nudo. pure depilato.
la conclusione è: benvenga la corsa naturale e il supporto minimale, ma non è così semplice come la metti tu, né il resto dei supporti non minimali è solo marketing come dici. ha le sue "motivazioni" che possono essere valide, di più o di meno a seconda dei singoli casi.
non credo di parlare male delle minimali; anzi, tutt'altro. sto giusto facendo un'analisi il meno partigiana possibile.
quello che voglio sconfessare è che l'utilizzo diffuso delle A3 sia meramente una questione di marketing. perché tu dirai - e non completamente a torto - che la corsa naturale è quella "scalza" eccetera eccetera, che se si parte a correre scalzi ci approntiamo da soli a un gesto tecnicamente vicino alla perfezione (come i bambini, dici), cosa che invece è vera nella teoria ma non è del tutto esatta nella pratica, perché qualunque siano le motivazioni (sedentarietà, essere poco avvezzi alla pratica sportiva e al movimento, scoordinazione, ...) le persone che corrono non lo fanno tutte con un gesto armonico, efficiente, e tecnicamente perfetto per dono divino. ti basta andare in spiaggia e vedere gente che corre sul bagnasciuga per rendertene conto, oppure ricordarti le lezioni di educazione fisica di quando eri ragazzo: c'è chi naturalmente è propenso al gesto della corsa e chi invece si muove peggio di Pinocchio. pure scalzo. pure nudo. pure depilato.
la conclusione è: benvenga la corsa naturale e il supporto minimale, ma non è così semplice come la metti tu, né il resto dei supporti non minimali è solo marketing come dici. ha le sue "motivazioni" che possono essere valide, di più o di meno a seconda dei singoli casi.
Re: Le abbiamo in pochi...e raramente i più veloci, perchè?
@andrea
Una cosa su cui ho a fondo riflettuto in questi ultimi due anni è la questione "siamo progettati per correre a piedi nudi e difatti se ci togliamo le scarpe ci spostiamo autonomamente sull'avampiede".
Io sposo assolutamente questo mantra, sia chiaro, ma con degli appunti a seguire. E cioè che oggi tutti vogliamo correre e che non tutti siamo (sono, tsè
) dotati fisicamente. Perché se la nostra natura si è evoluta anche attorno al gesto della corsa, è anche vero che il singolo individuo può aver problemi di vario tipo a livello genetico e/strutturale da un lato e causati da stili di vita dall'altro, per cui la corsa non sarebbe possibile se non ricorrendo ad un supporto "tecnologico". Inoltre c'è da considerare i fondi su cui oggi corriamo che sono, nella maggior parte, piani, dritti, duri, senza variazioni. Ed è in questa circostanza che anche piccoli errori d'impostazione e piccole disfunzioni strutturali, ripetendosi con costanza, lungo l'intero allenamento e lungo l'intero anno generano problemi.
Per questo non solo non demonizzo la scarpa strutturata ma la accolgo con gioia dal momento che democratizza uno sport che, se pure nel nostro DNA, oggi (ma anche ieri e nella preistoria) non tutti potrebbero permettersi.
Una cosa su cui ho a fondo riflettuto in questi ultimi due anni è la questione "siamo progettati per correre a piedi nudi e difatti se ci togliamo le scarpe ci spostiamo autonomamente sull'avampiede".
Io sposo assolutamente questo mantra, sia chiaro, ma con degli appunti a seguire. E cioè che oggi tutti vogliamo correre e che non tutti siamo (sono, tsè

Per questo non solo non demonizzo la scarpa strutturata ma la accolgo con gioia dal momento che democratizza uno sport che, se pure nel nostro DNA, oggi (ma anche ieri e nella preistoria) non tutti potrebbero permettersi.
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Re: Le abbiamo in pochi...e raramente i più veloci, perchè?
@Mantissa
Vero..ho letto male, mi son mangiato il "non"
)
Vero anche che c'è chi corre male "naturalmente", però io dico che se partissimo dalla giusta base, dalle fondamenta, poi pian piano sul resto si potrebbe far molto, se proprio ci si tenesse..Poi ci sono i casi disperati, ma qui si parla di generale, nello specifico è un altro discorso..
Hai ragione invece sul fatto che per molti possa essere un cambiamento complicato, lungo e faticoso e che spesso faccia desistere dall'intraprenderlo e questo lo metto tra i "perchè" del titolo del topic; per me è stato piuttosto facile(nonostante io corra da qualche anno, ma forse già con postura "in avanti" e ho sempre usato scarpe leggere, diciamo A2), idem per la mia fidanzata che è partita "dal divano" come dico sempre io, abbiamo deciso di partire subito col "piede" giusto(o meglio con una via chiara, giusta o sbagliata che sia). Ad Aprile è scesa dal divano e a fine ottobre ha corso la maratona di Venezia..Probabilmente lo avrebbe fatto anche con una scarpa A3, certo è che lei..si è trovata bene così!
Vero..ho letto male, mi son mangiato il "non"

Vero anche che c'è chi corre male "naturalmente", però io dico che se partissimo dalla giusta base, dalle fondamenta, poi pian piano sul resto si potrebbe far molto, se proprio ci si tenesse..Poi ci sono i casi disperati, ma qui si parla di generale, nello specifico è un altro discorso..
Hai ragione invece sul fatto che per molti possa essere un cambiamento complicato, lungo e faticoso e che spesso faccia desistere dall'intraprenderlo e questo lo metto tra i "perchè" del titolo del topic; per me è stato piuttosto facile(nonostante io corra da qualche anno, ma forse già con postura "in avanti" e ho sempre usato scarpe leggere, diciamo A2), idem per la mia fidanzata che è partita "dal divano" come dico sempre io, abbiamo deciso di partire subito col "piede" giusto(o meglio con una via chiara, giusta o sbagliata che sia). Ad Aprile è scesa dal divano e a fine ottobre ha corso la maratona di Venezia..Probabilmente lo avrebbe fatto anche con una scarpa A3, certo è che lei..si è trovata bene così!
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Re: Le abbiamo in pochi...e raramente i più veloci, perchè?
@Autumn
Non metto in dubbio quel che dici, resto però dell'idea che se il soggetto "X" ha già dei problemi suoi..e vuol comunque correre, forse non li risolverà aggiungendone altri(potenziali)..
Sono molte le testimonianze di persone alle queli era stato vietato correre per vari problemi articolari, di schiena ecc ecc che hanno visto "la luce" e sbugiardato i dottori, iniziando a correre scalzi..
Uno dei tanti, ha corso la Ventimiglia-Monaco nel 2012 (24km con salite e discese)completamente scalzo e ha raccontato la sua storia al giornalista di turno..Non poteva più correre, ha iniziato scalzo..da allora corre maratone regolarmente..e scalzo appunto!
Ovvio che andiamo nei casi particolari..ma che fan riflettere..
Non metto in dubbio quel che dici, resto però dell'idea che se il soggetto "X" ha già dei problemi suoi..e vuol comunque correre, forse non li risolverà aggiungendone altri(potenziali)..
Sono molte le testimonianze di persone alle queli era stato vietato correre per vari problemi articolari, di schiena ecc ecc che hanno visto "la luce" e sbugiardato i dottori, iniziando a correre scalzi..
Uno dei tanti, ha corso la Ventimiglia-Monaco nel 2012 (24km con salite e discese)completamente scalzo e ha raccontato la sua storia al giornalista di turno..Non poteva più correre, ha iniziato scalzo..da allora corre maratone regolarmente..e scalzo appunto!
Ovvio che andiamo nei casi particolari..ma che fan riflettere..

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Re: Le abbiamo in pochi...e raramente i più veloci, perchè?
Pero' una cosa secondo me va detta.
Che la corsa sia un gesto naturale e' vero. Questo pero' non significa che chiunque possa scendere dal divano su cui ha passato gli ultimi 5 anni e mettersi a correre un po' di chilometri.
Eppure e' quello che spesso si vuole far credere, o comunque in molti pensano: "la cosa importante e' iniziare con le scarpe giuste". Come se il peso, la tecnica di corsa, l'efficienza fisica, ecc non contino nulla... Vuoi correre ? Anche se fino a oggi il tuo sport era il bevitore di birra basta che ti metti delle scarpe super-ammortizzate ed essendo un gesto naturale non hai bisogno di altro.
Sto estremizzando e l'ho scritta in modo un po" provocatorio, ma purtroppo questa tendenza la noto un po' troppo spesso e secondo me e' un modo di pensare sbagliatissimo.
My 2 cent.
Che la corsa sia un gesto naturale e' vero. Questo pero' non significa che chiunque possa scendere dal divano su cui ha passato gli ultimi 5 anni e mettersi a correre un po' di chilometri.
Eppure e' quello che spesso si vuole far credere, o comunque in molti pensano: "la cosa importante e' iniziare con le scarpe giuste". Come se il peso, la tecnica di corsa, l'efficienza fisica, ecc non contino nulla... Vuoi correre ? Anche se fino a oggi il tuo sport era il bevitore di birra basta che ti metti delle scarpe super-ammortizzate ed essendo un gesto naturale non hai bisogno di altro.
Sto estremizzando e l'ho scritta in modo un po" provocatorio, ma purtroppo questa tendenza la noto un po' troppo spesso e secondo me e' un modo di pensare sbagliatissimo.
My 2 cent.

PB
21k 1h22’25” (Brescia Half Marathon 10/03/19)
42k 2h58’46” (Maratona di Reggio Emilia 08/12/19)
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42k 2h58’46” (Maratona di Reggio Emilia 08/12/19)
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questo è vero.
d'altra parte è anche vero che il concetto di scarpa con un differenziale di 8-12mm, al netto di un gesto di corsa non totalmente errato e sul tallone, aiuta a tenere elevato rispetto alla punta il tallone stesso, facendo affaticare meno il tendine di Achille e il polpaccio.
con una minimale (differenziale 0-4mm) a parità di distanza del tallone da terra il polpaccio lavora più intensamente (non c'è il tacco a sostenere) e in maniera "naturale"; da qui un processo di adattamento che si potrebbe anche semplicemente chiamare allenamento.
questo per ricapitolare.
la presenza di un tacco "ingombrante" può avere diverse valenze: di sostegno e di protezione soprattutto. questo al netto dello stile di corsa.
se da una parte è vero che un differenziale accentuato previene l'affaticamento dei polpacci, è anche vero che non aiuta uno sviluppo di stile di corsa adeguato/efficiente, ma può far tendere ad adagiarsi nei propri "errori". per contrario è però chiaro che il solito tallone ingombrante protegge chi ha un pessimo gesto di corsa e che correndo senza protezione si stroncherebbe dopo mezzo chilometro.
alla fine la scarpa è un aiuto e una protezione, di qualunque categoria essa sia.
se uno vuole correre non gli resta che alzarsi e partire, facendo comunque un po' di attenzione - e la scelta della scarpa rimane una cosa, credo, molto importante.
per me il fatto che un commesso indirizzi un neofita tendenzialmente su di una A3/A4 - discorso affrontato qualche intervento fa - è quasi palese, per le ragioni appena scritte. poi sta al podista autodidatta informarsi, capire cosa fa di più al suo caso, e decidere se lavorare più o meno sul proprio gesto.
d'altra parte è anche vero che il concetto di scarpa con un differenziale di 8-12mm, al netto di un gesto di corsa non totalmente errato e sul tallone, aiuta a tenere elevato rispetto alla punta il tallone stesso, facendo affaticare meno il tendine di Achille e il polpaccio.
con una minimale (differenziale 0-4mm) a parità di distanza del tallone da terra il polpaccio lavora più intensamente (non c'è il tacco a sostenere) e in maniera "naturale"; da qui un processo di adattamento che si potrebbe anche semplicemente chiamare allenamento.
questo per ricapitolare.
la presenza di un tacco "ingombrante" può avere diverse valenze: di sostegno e di protezione soprattutto. questo al netto dello stile di corsa.
se da una parte è vero che un differenziale accentuato previene l'affaticamento dei polpacci, è anche vero che non aiuta uno sviluppo di stile di corsa adeguato/efficiente, ma può far tendere ad adagiarsi nei propri "errori". per contrario è però chiaro che il solito tallone ingombrante protegge chi ha un pessimo gesto di corsa e che correndo senza protezione si stroncherebbe dopo mezzo chilometro.
alla fine la scarpa è un aiuto e una protezione, di qualunque categoria essa sia.
se uno vuole correre non gli resta che alzarsi e partire, facendo comunque un po' di attenzione - e la scelta della scarpa rimane una cosa, credo, molto importante.
per me il fatto che un commesso indirizzi un neofita tendenzialmente su di una A3/A4 - discorso affrontato qualche intervento fa - è quasi palese, per le ragioni appena scritte. poi sta al podista autodidatta informarsi, capire cosa fa di più al suo caso, e decidere se lavorare più o meno sul proprio gesto.
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Re: Le abbiamo in pochi...e raramente i più veloci, perchè?
oltretutto un tacco alto che tocca a terra prima del dovuto porta ad almeno due problemi seri: il primo è che il piede finisce per iperpronare se atterra prima di tallone, quando fisiologicamente atterrerebbe in un punto avanzato. E questo perchè il polpaccio non può fare il suo lavoro eccentrico nell'ammortizzare e sostenere. Da qui una buona dose di problemi alle ginocchia, all'anca e al tendine d'Achille che soffre molto le torsioni.
In secondo luogo il tallone pronunciato porta a far atterrare il piede in un punto più avanzato del baricentro, con maggior trauma per i muscoli, che subiscono una frenata notevole.
In secondo luogo il tallone pronunciato porta a far atterrare il piede in un punto più avanzato del baricentro, con maggior trauma per i muscoli, che subiscono una frenata notevole.