@ Steva72: Praticamente hai confermato quello che ho sempre scritto sia in questo thread che nel mio diario

.
Spesso quando si parla ci si scorda da dove è iniziato il discorso, s'inizia a parlare di A e poi ci si scontra parlando di F!
Riassumo quindi il tutto.
Io ho sempre pensato che una persona, dopo decine di anni di divano e decine e decine di chili in più, non è che un giorno si alza ed esclama "Da domani voglio diventare il nuovo Sebastian Coe!"
Solitamente è sempre il peso e/o grasso da smaltire la principale motivazione che spinge un individuo a correre (o in generale a svolgere attività fisica).
Un proverbio recita "L'appetito vien mangiando" ossia procedendo, mese dopo mese, nella fase di dimagrimento, possono spuntare nuovi obiettivi e nuove motivazioni (partecipare a qualche gara, migliorare le proprie prestazioni, etc.) che non erano presenti nella fase di startup.
Ovvio quindi che se si procede in modo ordinato viene prima la fase di dimagrimento e poi la fase prestazionale e non viceversa. Personalmente io mi trovo (e chissà per quanto tempo ancora) nella prima fase ergo vedo la corsa da una certa prospettiva.
C'è chi questa fase la già superata (o per lo meno è in fase di transizione) e chi non è mai passato dalla prima fase (i normopeso che non sono mai ingrassati nella vita e per ingrassati non mi riferisco certo ai banalissimi 10 chili in più rispetto al peso forma).
E' normale che correre (nella prima fase) senza avere obiettivi (ossia percorri la maggiore distanza possibile oppure corri per il maggior tempo possibile) alla lunga annoia, stanca e soprattutto demotiva.
Proprio per questo io cerco sempre di
sfidare me stesso (e chi, saltuariamente, legge il mio diario può confermarlo) e migliorare i miei (ridicoli) PB; non hanno alcun valore prestazionale, non sono frutto di chissà quali tecniche d'allenamento ma rappresentano il sunto di tutti i miei sforzi e progressi raggiunti fino a quel momento.
Ergo credo che io e te apparteniamo alla stessa categoria con la sola differenza che tu ti trovi nella fase di transizione mentre io sono più indietro (d'altronde i nostri BMI lo evidenziano in modo netto ed inequivocabile

).
Concretamente condividiamo la stessa filosofia: anch'io non riesco a correre solo distanze lunghe (infatti dedico solo una delle tre uscite settimanali a tale tipologia di sessione) ma riesco a divertirmi veramente sulle distanze più brevi e più performanti (non si capisce che non ho l'atteggiamento mentale del fondista, vero?

).
Anch'io, partendo da un BMI "spaventoso" (40,83 vecchio, 40,71 nuovo), non mi sono mai infortunato e anch'io, come te, non sopporto le tabelle

, anch'io non vivo questa filosofia come un errore ma come una istintiva necessità di seguire unicamente i segnali che m'invia il mio corpo (e proprio per questo che odio i cardiofrequenzimetri, li avessi seguiti starei ancora sui 07:30/Km...

).
Ecco quindi che il nostro pensiero collima perfettamente: corriamo per divertirci sperando che questo abbia ripercussioni positive sul peso (finora è stato così per entrambi), l'unica differenza è che tu hai un BMI che ti consente di prendere in considerazione la qualità (aspetto prestazionale) mentre io dovrò ancora attendere (mesi, anni? poco importa...) ma prima o poi anch'io ucciderò il moribondo e passerò alla fase successiva

.
Ritornando però in tema, il succo del discorso è il seguente:
il parametro peso non può non essere preso nella giusta considerazione. Dalla notte dei tempi se prendi due individui senza alcun allenamento e li fai correre è certo che il magro andrà più veloce e percorrerà una distanza maggiore rispetto al grasso.
L'allenamento può farti migliorare (da 8/Km può anche portarti a 6:30/Km) ma prima o poi l'evoluzione termina: o cali di peso oppure hai raggiunto i tuoi limiti (un po' come una mongolfiera, se vuoi andare più in alto devi liberarti della zavorra...).
Proprio il concetto del "moribondo" sintetizza questo pensiero: hai voglia di macinare centinaia e centinaia di chilometri, hai voglia di fare sessioni anche il doppio dei canonici 10 Km, non riuscirai mai a tenere i 6/Km per 10.000 metri se non cali di peso, inutile sbatterci la testa e dannarsi l'anima, non c'è la fai. Punto.
Ovvio che chi non ha mai avuto problemi di peso non si rende conto di questa "barriera" (magari per lui il problema è come passare dai 4/Km ai 3:30/Km) fisiologica: pur non condividendo gran parte della filosofia di Albanesi debbo comunque rendergli merito sul discorso del "moribondo"; solo dopo che riesci a passarlo puoi dire di stare uscendo dal baratro dove vivevi da anni, non prima.
Il "moribondo", per certi versi, è un pozzo da scalare (non so perché ma mi vengono in mente le immagini di Samara in "The Ring"

), più ti avvicini alla fine e più la luce si fa luminosa.
Ecco perché ritengo impossibile separare il parametro peso da quello dell'allenamento in relazione alle prestazioni (quest'ultime sono solo effetti delle cause precedenti).