Gabrygino ha scritto: (...) persone che hanno fondamentalmente un'idea ....
devi correre non per mostrare qualcosa a qualcuno ma per mostrare a te stesso quello che vali .
Corretto in parte: correre per superare quelli che si pensa siano i propri limiti. Superare quello che si crede un limite è sentirsi liberi (perlomeno libero da quel limite).
Aggiungo che il limite non va inteso solo come tempo-distanza.
Completamente errato. La gara è l'evento che fa da contenitore: da un lato è stimolante, dall'altro è supporto logistico (basti pensare ai ristori, il cronometro ufficiale, la distanza certificata, il percorso segnato etc...)Gabrygino ha scritto: perché già il fatto di fare gare serve per mostrare che sei migliore di qualcuno (perché altrimenti le gare non le faresti).
Ho corso la maratona in allenamento ma impossibile (per me) far bene senza ristori e spugnaggi e magari il tifo! Non mi sognerei mai di fare tutti d'un fiato 150km in montagna in sentieri mai percorsi, di notte, completamente solo e scoperto da qualsiasi soccorso.
Tutto questo per dire che nel titolo forse c'è confusione fra la definizione di "posizione in classifica" e la definizione di gara.
Per me la classifica è irrilevante di fronte alla possibilità di abbattere quello che mi sembra invalicabile e la gara rappresenta un contesto favorevole per farlo.


