Fatte le doverose premesse, ecco il mio allenamento di ieri.
Dovendo accompagnare la Venerabile Consorte ad un mercatino dell’artigianato ad Erbezzo, colgo lo spunto per cercare qualche percorso trail su cui sgambettare leggiadro come un cerbiatto imbolsito.
Scopro così che domenica prossima si terrà la “Tzimbar Race” e che le tracce GPX sono facilmente scaricabili.
Stavolta cerco di fare le cose per bene.
Mi scarico la traccia da 15 km (d+650) e la importo su Komoot così da non perdermi nei boschi (sì, lo so,
“se non ti perdi non è trail e blablablà…”, ma io ad ora di pranzo devo essere a casa per accudire Dylan, ho delle responsabilità canine, quindi il concetto zen di "perdersi per ritrovarsi" non è contemplato).
Alla partenza mi accorgo che il percorso è già ampiamente balisato, nel dubbio faccio partire comunque Komoot.
Dopo 5 minuti mi sono già rotto le palle di sentirmi dire
“tra un metro, gira a sinistra…tra un centimetro tira diritto…sei fuori dal percorso di due metri…” e spengo tutto.
Eccheccazzo, è tutto balisato,
come diavolo faccio a perdermi???
Concludo felicemente il primo dei due anelli preventivati, stoppo Strava, saluto la consorte, mi abbevero e riparto per il secondo anello, di circa 8 km.
Il panorama è molto bello, tipicamente Lessinia, anche se io adoro maggiormente i freschi tratti nel bosco.
Proseguo giulivo, anche se inizio a sentire un po’ di stanchezza (ecco, come controprova a quanto scritto nel mio precedente appunto, scegliere di fare un trail da 15k D+650 quando nelle gambe si ha un’autonomia di 8 k e D+0 è per definizione una - per quanto piccolissima -
Fatcazzata).
Manca poco più di un km ed infatti torno a vedere le prime case di Erbezzo.
E’ fatta, basterebbe andar dritto per il tratto di provinciale ed avrei finito in gloria.
Ma il percorso devia su un sentiero, in discesa.
Poco male, si sa che gli organizzatori di un trail cercano di farti evitare quanto più asfalto possibile, vorrà dire che entro in paese dalle retrovie, da un sentierino sconosciuto, che ne so io? Io seguo le balise, chemmefrega?
Ma si scende tanto.
E poi si risale tanto.
Ma nella direzione opposta al mio punto di arrivo.
Proseguo confidente seguendo le fide balise.
Poi
FINALMENTE mi si accende il neurone, fino allora tenuto religiosamente spento perché non si consumasse inutilmente.
Io sto seguendo le balise, ovvio.
Ma non c’è scritto da nessuna parte che quelle sono le balise della gara da 15k.
La Tzimbar Race prevede infatti tre distanze: 15, 36 e 50.
Non è che mi sono infilato sul tratto da 36? O peggio 50?
Guardo la traccia di Strava, sto letteralmente andando dritto sparato nella direzione opposta al mio punto di arrivo.
Mi volto di 180° e con la coda tra le gambe torno indietro.
Ad ogni passo (e farò un paio di km, quindi fate voi il conto) snocciolo il mio
“Bravo mona”.
Percorro gli ultimi 500 metri di puro bitume.
Me lo merito.
Sono un pirla.
Ma almeno questa volta, un pirla felice!
Mi sono divertito come un matto, ho scoperto posti che fino a ieri non conoscevo ed ho avuto conferma (non ne avevo bisogno) che il trail è la mia dimensione di corsa.
E se anche stamane cammino in “Modalità Portaombrello” (non ve la devo spiegare questa, no?), non riesco a togliermi il sorriso dal volto.