Purtroppo anche io DNF a Monte Senario, gara che tutto sommato stava andando bene fino a che non è degenerato tutto molto in fretta
Lascio qui anche il mio racconto (e mi scuso in anticipo per la logorroicità

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Arrivo venerdì pomeriggio in palestra abbastanza presto, ritiro pettorali e pacco gara e inizio a montare le varie borse, in questo momento fino a quando non consegno la borsa per la base vita è il momento in cui sono più agitato, ma una volta definita del tutto l'organizzazione delle borse mi rilasso e mi inizio a gustare l'atmosfera pre-gara. Incontro i vari forumendoli, alcuni noti altri "nuovi", e in compagnia il tempo passa molto bene fino alla partenza. In palestra c'è caldissimo, ma anche fuori la temperatura è decisamente alta, parto in maglietta e pantaloncini corti e comunque la prima ora soffro il caldo. Attraversamento iniziale del centro di Bologna e salita al San Luca molto belli, fatti in compagnia con offriends. Poi dal San Luca inizia la variante per evitare il lungo Reno, tutto asfalto su stradine secondarie di collina. Di per sé non mi dispiace così tanto, è una mezza maratona collinare, ma so benissimo che tutti questi km di corsa su asfalto rimarranno nelle gambe. Primo ristoro, incredibilmente ho lo stomaco aperto e anzi, qui ho addirittura fame. Mangio abbastanza e riparto. Nella seconda sezione mi diverto, è più trail ma è sempre corribile, si sta bene come temperatura e il passaggio sull'Adone è veramente bello. Arrivo a Monzuno praticamente all'alba, qui ho lo stomaco chiuso, vado solo di the caldo e riparto. Ho una piccola crisi alla fine della prima salita dopo Monzuno ma passa abbastanza in fretta, e arrivo bene a Madonna dei Fornelli. Qui troviamo finalmente la birra

ed insieme a quella mi faccio tre bicchieri di brodo con pane e formaggio, e riparto bello ristorato. La sezione per arrivare a Monte di Fo è lunga e ci sarebbe tantissimo da correre, ma inizia ad essere difficile farlo con continuità, quindi procedo alternando corsa e camminata, Tutto sommato sto bene, e pure se procedo un po' più lento di quanto vorrei le sensazioni sono molto positive. Questa è anche la sezione che conosco meglio, per averla già fatta sia in trekking (al contrario) sia in MTB, e mentalmente aiuta molto. Arrivo in base vita ancora con lo stomaco un po' chiuso, e scopro che è finita la birra

Mi cambio solo la maglia e mangio a fatica una fetta di pane e olio, faccio tappa bagno (1 solo bagno, che la ragazza prima di me ha utilizzato come spogliatoio per cambiarsi, attese lunghissime) e quando esco mi si è aperto lo stomaco e mi rifermo a mangiare 2 piatti di pasta. Totale in base vita 50 minuti
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Dalla base vita inizia probabilmente la sezione più dura della gara. Salita al Gazzaro abbastanza tranquilla nel bosco, poi sezione "in alto" fino al primo punto acqua bella, finalmente sentieri veri, a tratti anche molto panoramico, per me decisamente il pezzo più bello del percorso. Poi discesa lunga, passo un'oretta in crisi di sonno e una volta arrivati giù 3/4 km di strade bianche in falsopiano sotto al sole per arrivare al punto acqua di Sant'Agata. Qui veramente caldissimo, inizio ad essere cotto e riesco a correre solo brevi tratti, mi si è iniziata ad infiammare la caviglia in discesa e il punto acqua non arriva mai. Ho finito la flask, ne ho un'altra piena nello zaino ma non ho voglia di fermarmi e sostituirla, e credendo di essere molto più vicino di quanto non sia veramente al punto acqua vado avanti per gli ultimi 2 km senza bere (prima spia che stavo perdendo lucidità). Punto acqua salvifico, ci offrono pure il caffè (apprezzatissimo), ricarico le flask e ripartiamo verso San Piero. Da qui sono 8 km di agonia su strade bianche completamente aperte al sole, sto cuocendo, alterno corsa e camminata come riesco (per un po' provo a correre al sole e camminare all'ombra

ma i tratti al sole sono troppi e troppo lunghi) ma procedo lentissimo, e il ristoro di San Piero non arriva mai. Verso la fine sono decisamente in affanno, ma voglio arrivare al ristoro e continuo ad andare senza fermarmi a riprendere fiato, con il risultato che arrivo al ristoro molto più provato di quanto avrei voluto. Mi fermo con calma, mangio un po' a fatica un piatto di pasta, mi faccio una birra e quando mi alzo per ripartire la caviglia fa male e zoppico, ma so che a tornare a scaldarla posso benissimo camminarci fino all'arrivo. In questo momento son molto fiducioso di arrivare, so che bene o male ho superato le ore più calde, sono ancora vicino ai tempi che speravo e mangiando ho le energie per andare avanti. Cammino la prima salita dopo San Piero a buon passo, ma nella successiva discesa a correre sento la caviglia che non gradisce e quindi corro poco e cammino troppo. Arrivati a Tagliaferro troviamo il punto acqua consistente in 2 confezioni di bottiglie abbandonate ad una fermata dell'autobus, nessun volontario, nessuna segnalazione, niente di niente. Se non avessi visto fermarsi la ragazza che avevo davanti l'avrei molto probabilmente perso. Da lì salita al Senario infinita, io sto iniziando a perdere di lucidità, ho voglia di arrivare su e provo a farla ad un ritmo troppo veloce, Dopo 40' di salita vado in crisi, rallento tantissimo e mi fermo 5' su un sasso a cercare di riprendermi. Fisicamente ho ancora energie, ma la testa sta andando completamente. Ormai siamo dopo il tramonto e inizia a scendere il buio, dal punto acqua a qui non ho incrociato assolutamente nessuno e non sono più lucido, la combinazione di sonno, fatica e caldo preso mi ha distrutto. Inizio ad avere i primi accenni di allucinazioni e procedo un po' a sentimento, confidando sul fatto che la traccia per Monte Senario sia intuitiva. Inizio a sentirmi a disagio nel bosco, continuo a ripetermi che la crisi passerà e spero di riuscire a riprendermi bene al checkpoint. Arrivo a Monte Senario verso le 21:25, chiedo se hanno un posto dentro per mangiare ma mi rispondono che lo stanzino che hanno dentro è una ghiacciaia e c'è più freddo che non fuori. Mi copro con tutto quello che ho e provo a mangiare, non hanno la pasta quindi torno a brodo e pane, ma il cibo scende a fatica e non mi sento di recuperare energie. Dovrei ripartire subito, prima di raffreddarmi troppo, ma non me la sento più di testa. Ho freddo e i volontari mi offrono di andare in ambulanza, che è l'unico posto caldo che hanno. So che se faccio tanto ad entrarci non riparto più, ma in quel momento non ho la lucidità e la forza per ripartire. Non son sicuro di essere in grado di gestirmi bene gli ultimi km, fisicamente e come navigazione, sento di essere al limite e l'ultima mezz'ora di salita al Senario mi ha segnato. Vado a scaldarmi in ambulanza, e nel giro di 15' sono DNF.
Piccola nota divertente: con @forna abbiamo fatto praticamente gara parallela, fino a San Piero ci siamo incrociati a tutti i checkpoint, arrivandoci sempre staccati di pochi minuti uno dall'altro, ma non ci siamo mai incrociati lungo il percorso. Probabilmente fossi stato fermo meno io al checkpoint a San Piero sarei riuscito ad incrociarlo anche al Senario, e magari anche arrivare insieme al traguardo.
A posteriori, dispiace perché son convinto che ad avere la forza di ripartire dal checkpoint poi sarei riuscito ad arrivare senza problemi, ma sul momento le sensazioni e la lucidità che avevo erano quelle. Nonostante il ritiro rimango soddisfatto della mia gara, sicuramente mi porto a casa tantissima esperienza e la consapevolezza di dover capire come gestire meglio situazioni del genere in futuro.