
stai zitto che i colli non erano uno ma ben 3...e anche impegnativi da impugnare
Grazie ancora a tutti
Qualche veloce impressione prima di dedicarmi al racconto:
-atmosfera impareggiabile, migliaia di concorrenti di tutte le nazioni, un tifo indescrivibile, e io che sono un tipo educato avro’ detto merci almeno duemila volte
-organizzazione ottima, per dire nel comporre il vassoietto random al controllo materiale avevo lasciato sui tavoli il marsupio con frontali, batterie etc…ebbene quando, qualche minuto dopo, me ne sono accorto ed ovviamente ero in fibrillazione, saranno passati due secondi scarsi e mi è stato riportato direttamente dal reparto “oggetti smarriti”; unica pecca il pranzo gratis all’UCPA consisteva in una semplice baguette con formaggio e prosciutto, appoggiata con noncuranza su un foglio di carta, come se si trattasse degli avanzi da dare al cane…
-sul lato tecnico non posso che dare ragione a Naza, con le Piramydes e la Tete Aux Vents saltate di veramente tecnico c’era solo il Bonhomme, pero’ in quelle condizioni di fango anche la prima parte da semplice trail collinare, oggettivamente noiosa fino alla Balme, è risultata impegnativa, vieppiù per uno come me che per i problemi di mancato sonno si è dovuto costruire il cuscinetto sui cancelli al caro prezzo di 20 battiti di troppo.
In ogni caso tutte le salite, anche la più praticabile, erano impegnative, les Tseppes sopra tutte pronta a dare il colpo di grazia a chi ci arriva sul filo (e io invece incredibilmente ho tirato come un dannato senza neppure il fiatone, quando solo dodici ore prima ero in bambola sul Ferret

)
Non parliamo poi dei pietroni nel bosco, messi lì apposta a minacciare caviglie e della parte finale tutta sotto il sole, del tratto Vallorcine-La Flegère…
Estenuante poi il periplo della collina, ancorché non dura, de La Giète

, ogni balisa in più vista in salita mi faceva accumulare madonne
E provocatoriamente designerei come pezzo più bastardo il sentiero a zig-zag in discesa dal Checrouit su Courma, polverosissimo, nonché la sinfonia di radici e terra a zig-zag sempre in discesa nel bosco verso Trient…
In ogni caso una gara dura ma non impossibile, i cancelli “parziali” mi sembrano strutturati in modo molto tattico e forse sadico

:
-decisamente comodi fino a la Balme
-equilibrati da lì ad Arnouvaz (sia pure con il “regalino” delle mancate Pyramides)
-comodissimi fino a Champex
-da comodi a impegnativi da Trient all’arrivo (dipende un po’ da come ci si arriva, se sulle Tseppes avessi avuto la forma del Ferret non la portavo a casa!!!)
A mio parere anche un maratoneta da 4h30’ ma “montagnino inside” la può finire, quello che conta è avere, buone caviglie a parte, le palle di non mollare mai anche quando la crisi è forte perché di lì a qualche ora le cose possono cambiare all’improvviso
E per finire un’immagine triste che resterà scolpita per sempre nella mia memoria, a metà del tratto in costa dell’ultima salita verso la Flegère sento un elicottero, arrivo ad una curva dove vedo ferme 6-7 persone, 100 metri più un là su un pietrone leggermente esposto un soccorritore aspetta del materiale in calata, ovviamente stiamo fermi lì a distanza di sicurezza un paio di minuti perché il flusso d’aria delle pale a momenti sradica i cespugli, poi il mezzo si allontana in attesa di altre indicazioni e riusciamo a sgusciare in avanti, la persona soccorsa è un concorrente, è già imbragato e lo sguardo assente non mi permette di fare ipotesi certe (crisi di sonno? metabolica?? Infortunio?)…eh sì anche a due passi dal paradiso ne possono capitare delle belle
E sono anche molto contento che neanche per un minuto mi ha preso quel rigetto verso la corsa che avevo avuto per qualche ora dopo il CRO...adesso riposero' comunque per tre settimane poi vedremo