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RiccardoS
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Re: Calo di desiderio

Messaggio da RiccardoS »

secondo me se la corsa arriva a farci dire cose come quelle che ho letto molto spesso qui nel forum e di cui i post di barbara e pescedalenza sono solo l'ultimo esempio, vuol dire che non viene vissuta nel modo più sano, non mi sembra per nulla equilibrato arrivare all'esasperazione solo per poi poter tagliare un traguardo... ma d'altronde sono d'accordo con spartan:
spartan ha scritto:Ti straquoto però è anche vero che ognuno è libero di correre con obbiettivi e non, però resta il fatto che è più facile che si stanchi uno che ha appena superato un obbiettivo che uno che invece corre per il puro piacere di farlo,però non siamo tutti uguali e c'è chi non dandosi dei traguardi da tagliare (che sia anche nella vita) non riesce a fare sforzi,il mondo è bello perchè è vario :smoked:
Io comunque per fortuna faccio parte della schiera del piacere puro per la corsa senza mezzi termini o traguardi e finish da tagliare e da raggiungere.
quella che per alcuni è un'emozione indescrivibile, tagliare il traguardo di una maratona con migliaia di persone, ny, roma o altro che sia, per me ad esempio non avrebbe alcun significato, anzi il solo pensiero di fare una trasferta e di tanta gente già mi irrita e potrei dire che provo altrettanta indescrivibile emozione a fare percorsi e distanze qua in zona, da solo e senza alcuna particolare preparazione, se non un graduale aumento, che mai e poi mai avrei pensato di poter percorrere a piedi, tantomeno di corsa.

A occhio però, credo che chi corre per il puro piacere di farlo e per il semplice benessere, sia più immune da questa strana cosa chiamata calo del desiderio.
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martinaina60
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Re: Calo di desiderio

Messaggio da martinaina60 »

Io comunque per fortuna faccio parte della schiera del piacere puro per la corsa senza mezzi termini o traguardi e finish da tagliare e da raggiungere.
a spartan
Anche io la penso come te, correre per il piacere di farlo mi riempie di energie sia fisiche che mentali :D
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Barbara
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Re: Calo di desiderio

Messaggio da Barbara »

RiccardoS ha scritto:secondo me se la corsa arriva a farci dire cose come quelle che ho letto molto spesso qui nel forum e di cui i post di barbara e pescedalenza sono solo l'ultimo esempio, vuol dire che non viene vissuta nel modo più sano, non mi sembra per nulla equilibrato arrivare all'esasperazione solo per poi poter tagliare un traguardo... ma d'altronde sono d'accordo con spartan:
Lo ammetto senza farmi il minimo problema: così per me non va bene, non è sano [-X
Ormai l'esperienza l'ho fatta, manca poco al termine, e probabilmente non la rifarò. Per Venezia non mi massacrerò così [-X

E quindi bene o male qualcosa ho imparato :mrgreen:
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Pablo74
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Re: Calo di desiderio

Messaggio da Pablo74 »

per come sono fatto io, le cose vanno di pari passo.
ho iniziato a correre con costanza e a volermi migliorare dopo che un amico mi aveva invitato a pratecipare a una gara nella mia città.
mi è piaciuta l'atmosfera che si respirava, la tanta gente, l'aria di festa...
io poi sono un agonista, molto più con me stesso che con gli altri, quindi il desiderio di migliorarmi sempre ce l'ho in tutte le cose che faccio.
sono anche molto paziente, e so che in questo (come in tante altre cose, il lavoro per esempio) ci vuole costanza e applicazione (nel mio lavoro si parla di "curva di apprendimento").
però so che non riuscirei a mantenere alto il desiderio e ad applicarmi con metodo se non avessi un obiettivo che voglio raggiungere...diciamo che le gare sono come un ambito favorevole in cui sono portato a dare tutto quello che ho per vedere se la preparazione che ho svolto si traduce in un risultato concreto.
ma non è che quando mi alleno io non me lo goda, anzi....i lunghi e i lunghissimi in mezzo alla campagna sono uno dei momenti che aspetto durante la settimana frenetica, l'ascolto della musica mentre corro, e anche alzarmi presto per correre prima di venire al lavoro mi accorgo che mi dà una carica diversa, quindi lo faccio con piacere e non mi pesa più di tanto!
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Mad Shark
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Re: Calo di desiderio

Messaggio da Mad Shark »

che dire..io mi faccio le mie 5 uscite a settimana quasi sempre , a meno che non sono in fase di scarico che magari sono quattro, ma quando salto o devo saltare un 'uscita mi girano le scatole e mi manca.
io mi sento molto più motivato se seguo una tabella o comunque ho pianificato più o meno le uscite che vado a fare... il calo di desiderio mi viene quando esco troppe volte senza sapere cosa fare..che percorso fare etc ... non che mi pesi, ma è più facile che mi viene voglia di saltare un 'uscita di queste piuttosto che una intabellata. :grin:

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madeinjapan
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Re: Calo di desiderio

Messaggio da madeinjapan »

RiccardoS ha scritto:secondo me se la corsa arriva a farci dire cose come quelle che ho letto molto spesso qui nel forum e di cui i post di barbara e pescedalenza sono solo l'ultimo esempio, vuol dire che non viene vissuta nel modo più sano, non mi sembra per nulla equilibrato arrivare all'esasperazione solo per poi poter tagliare un traguardo... ma d'altronde sono d'accordo con spartan:
Io sono uno di quelli che sputa sangue per raggiunere un traguardo cronometrico, che si fa un :culone: così per tirare giù un minuto in mezza maratona e se (come mi è capitato a Vigevano qualche settimana fa) la gara non va bene mi incazz :-# eccome (con me stesso naturalmente).

Quindi, dalle tue parole, evinco che secondo te non vivrei la corsa in modo sano solo perchè ci tengo a determinati obiettivi e mi impegno per raggiungerli?
A mio parere è troppo bello giudicare gli altri e poi nascondersi dietro la classica frase "ma poi ognuno fa quello che vuole!"... io non troverei niente di stimolante nel correre (sempre) in solitaria senza obiettivi. Ogni tanto lo faccio anche io, solitamente su percorsi particolari, e quelle volte mi da grande soddisfazione ma alla lunga mi annoia :wink: eppure non mi permetterei mai di dire che chi lo fa è troppo poco competitivo per impegnarsi con allenamnti stressanti per raggiungere un obiettivo cronometrico (è solo un esempio) [-X

Mi chiedo se chi esprime giudizi ha mai provato a mettersi nei panni dell'altro? sapete quanto si gode a correre molto forte (ognuno per i propri ritmi ovviamente :wink: ) sfidando gli amici e poi abbracciarsi a fine allenamento felici come se si fosse vinta una gara? Avete mai immaginato quanto possa essere emozionante avere il proprio allenatore che ti aspetta al 21 km di una mezza felice come un bambino "solo" perchè tu con la tua corsa stai dando merito anche a lui del lavoro che ha fatto in mesi di preparazione? Alla soddisfazione che si può avere arrivando a vincere un premio a una garetta di paese?

Ognuno vive lo sport alla sua maniera e ci mancherebbe altro, ma mi chiedo perchè chi lo vive in maniera più competitiva (che sia con se stesso, con il compagno di squadra o con i più forti) debba essere considerato un individuo poco equilibrato :nonzo: :nonzo: anche questa è una cosa che ho letto molto spesso sul forum, c'è quasi una presunta superiorità millantata da alcuni che (legittimamente) corrono senza misurarsi con obiettivi cronometrici e ritengono chi lo fa quasi un maniaco di cronometri, tabelle e ripetute.... si può stare bene con se stessi vivendo la corsa in maniera diversa si può essere equilibrati facendo un giro di 10 km in 2 ore sulle colline o allenandosi duramente mesi e mesi per arrivare a correre una maratona basta stare bene con se stessi :wink:
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RiccardoS
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Re: Calo di desiderio

Messaggio da RiccardoS »

Barbara ha scritto:Lo ammetto senza farmi il minimo problema: così per me non va bene, non è sano [-X
Ormai l'esperienza l'ho fatta, manca poco al termine, e probabilmente non la rifarò. Per Venezia non mi massacrerò così [-X

E quindi bene o male qualcosa ho imparato :mrgreen:
Ottimo! :thumleft:
madeinjapan ha scritto:Io sono uno di quelli che sputa sangue per raggiunere un traguardo cronometrico, che si fa un :culone: così per tirare giù un minuto in mezza maratona e se (come mi è capitato a Vigevano qualche settimana fa) la gara non va bene mi incazz :-# eccome (con me stesso naturalmente)....
aspè... da ciò che ho scritto si dovrebbe capire che il mio pensiero era riferito a chi si fa un :culone: così ma poi se ne lamenta e/o non vive bene la cosa (diventa antipatico (addirittura a sé stessa, come ho letto :shock: :mrgreen: ), irritabile, non vuole ripetere l'esperienza, ecc...), non mi permetto di giudicare* chi si prepara con tabelle, allenamento massacranti e tutto il resto, anzi... se poi magari ci si incazza perchè non si raggiunge il proprio obiettivo, ci stà tutta! quello che non capisco è la disperazione, pare che caschi il mondo, stessa cosa per chi deve fermarsi per un infortunio...

spero di aver chiarito! :wink:


*=p.s. anzi, non credo di aver giudicato cmq nessuno, solo detto come la vedo io... un'opinione opinabilissima ;)
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dovedavide
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Re: Calo di desiderio

Messaggio da dovedavide »

madeinjapan ha scritto:
RiccardoS ha scritto:secondo me se la corsa arriva a farci dire cose come quelle che ho letto molto spesso qui nel forum e di cui i post di barbara e pescedalenza sono solo l'ultimo esempio, vuol dire che non viene vissuta nel modo più sano, non mi sembra per nulla equilibrato arrivare all'esasperazione solo per poi poter tagliare un traguardo... ma d'altronde sono d'accordo con spartan:
Io sono uno di quelli che sputa sangue per raggiunere un traguardo cronometrico, che si fa un :culone: così per tirare giù un minuto in mezza maratona e se (come mi è capitato a Vigevano qualche settimana fa) la gara non va bene mi incazz :-# eccome (con me stesso naturalmente).

Quindi, dalle tue parole, evinco che secondo te non vivrei la corsa in modo sano solo perchè ci tengo a determinati obiettivi e mi impegno per raggiungerli?
A mio parere è troppo bello giudicare gli altri e poi nascondersi dietro la classica frase "ma poi ognuno fa quello che vuole!"... io non troverei niente di stimolante nel correre (sempre) in solitaria senza obiettivi. Ogni tanto lo faccio anche io, solitamente su percorsi particolari, e quelle volte mi da grande soddisfazione ma alla lunga mi annoia :wink: eppure non mi permetterei mai di dire che chi lo fa è troppo poco competitivo per impegnarsi con allenamnti stressanti per raggiungere un obiettivo cronometrico (è solo un esempio) [-X

Mi chiedo se chi esprime giudizi ha mai provato a mettersi nei panni dell'altro? sapete quanto si gode a correre molto forte (ognuno per i propri ritmi ovviamente :wink: ) sfidando gli amici e poi abbracciarsi a fine allenamento felici come se si fosse vinta una gara? Avete mai immaginato quanto possa essere emozionante avere il proprio allenatore che ti aspetta al 21 km di una mezza felice come un bambino "solo" perchè tu con la tua corsa stai dando merito anche a lui del lavoro che ha fatto in mesi di preparazione? Alla soddisfazione che si può avere arrivando a vincere un premio a una garetta di paese?

Ognuno vive lo sport alla sua maniera e ci mancherebbe altro, ma mi chiedo perchè chi lo vive in maniera più competitiva (che sia con se stesso, con il compagno di squadra o con i più forti) debba essere considerato un individuo poco equilibrato :nonzo: :nonzo: anche questa è una cosa che ho letto molto spesso sul forum, c'è quasi una presunta superiorità millantata da alcuni che (legittimamente) corrono senza misurarsi con obiettivi cronometrici e ritengono chi lo fa quasi un maniaco di cronometri, tabelle e ripetute.... si può stare bene con se stessi vivendo la corsa in maniera diversa si può essere equilibrati facendo un giro di 10 km in 2 ore sulle colline o allenandosi duramente mesi e mesi per arrivare a correre una maratona basta stare bene con se stessi :wink:
Credo stia qua la chiave. Parliamo tutti della stessa cosa, ma in modo diverso.

Ti quoto in pieno MIJ, ma quello che scrive Riccardo, cioè arrivare al punto in qui si "sputa" su quello che dovremmo amare fare, indica che il punto di equilibrio è stato superato, cio accade in tutto, non solo con la corsa, il punto sta nel capire quando è accaduta la rottura e cosa cambiare per tornare in equilibrio.

Spesso non bisogna buttare via tutto quando e cambiare radicalmente, ma sono piccoli accorgimenti che ti possono cambiare la vita.

Detto questo, chi non arriva mai in fase di disequilibrio non deve cambiare niente, solo chi genera rotture, perche decide di optare per una via mai seguita prima, deve, anche con l'esperienza o aiuto esterno, trovare quello che precisamente fa per se, non è automatico che una preparazione (che all'inizio sono piu che generiche) sia 100% del gusto di chi la deve seguire.
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madeinjapan
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Re: Calo di desiderio

Messaggio da madeinjapan »

:nonzo: non lo so, anche a me più volte è capitato di lamentarmi con me stesso. Mi è capitato di essere li a correre al limite e pensare ma chi cavolo me l'ha tatto fare ](*,) ](*,) Credo però che siano pensieri normali quando stai andando al limite :wink:
Mi è capitato di essere triste il lunedì dopo una gara andata male, ma entro certi limiti di decenza :mrgreen: non è che vado in giro per l'ufficio piangendo :cry: :mrgreen:
La cosa importante è smaltire presto la delusione focalizzarsi su un nuovo obiettivo (almeno questo è quello che vale per il sottoscritto).

Diverso è, come dite voi, se uno già durante la preparazione di una gara è nervoso, deluso, insoddisfatto....
Secondo me dipende da come la vivi durante le altre attività (lavoro, tempo libero), certo che se poi sei irritabile durante tutto il giorno o sempre incazz.. con gli altri allora forse c'è qualcosa che non va. Ma siamo sicuri che quel qualcosa sia la corsa? Non è che a volte riversiamo nello sport le nostre frustrazioni ed insicurezze? :wink:
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Re: Calo di desiderio

Messaggio da RiccardoS »

madeinjapan ha scritto:... allora forse c'è qualcosa che non va. Ma siamo sicuri che quel qualcosa sia la corsa? Non è che a volte riversiamo nello sport le nostre frustrazioni ed insicurezze? :wink:
vero anche questo! :wink:
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