lunastorta ha scritto:Perciò..la voglia che ti viene, anche se non ne avresti voglia(!),anzi, il bisogno..è quello di metterti le ali ai piedi e di farle andare con tutto quello che hai sopra, perchè forse, con l'età, ti rendi conto che tutto quello su cui puoi contare, e bisogna che ci conti, è te stesso, cominciando a trattarti come il migliore amico, quello vero, quello che ti accompagnerà fino all'ultimo respiro..
E' una riflessione bellissima, all'altezza della penna del mitico Mathias.
In effetti è così, mi ci ritrovo molto anch'io che ho cominciato prima.
A un certo punto, dopo anni passati a cercare amici in lungo e in largo, anni di baldorie, litigate, passati ad ascoltare, a raccontare, ecc. ecc. arriva un momento in cui con la corsa scopri di averne uno mai riconosciuto come tale: te stesso. E allora è come se quello stesso universo tu lo rivivessi verso di lui (cioè: verso di te), in una sorta di cassa di risonanza, dove la baldoria diventa l'esultanza, le litigate diventano gli sbuffi, la compagnia diventa nient'altro che quella di te: il rumore cadenzato dei tuoi passi, il battito del tuo cuore, il ritmo dei tuoi pensieri.
E' come se si spalancasse un balcone su un altro mondo, tutto interiore, che fa da specchio a quello esterno; forse è quello in cui - interpreto così le tue parole - siamo istintivamente portati a cercare fiducia allorchè (tipicamente da adulti) quella verso il mondo tutt'intorno comincia quantomeno ad incrinarsi.
Forse la differenza tra chi scopre prima questa dimensione della corsa e chi dopo sta semplicemente nel carattere: nel mio caso, l'introversione mi ha forse portato in modo precoce a trovare in me stesso un "amico" colmando il deficit verso gli altri. Però è un percorso che, dalle tue parole, per molti diventa solo questione di tempo.
Ciao, e grazie.