shaitan ha scritto: ↑12 giu 2023, 11:39
A parte gli scherzi, i lunghissimi(issimi) over 42 andavano di moda un po' di decenni fa.
Nulla vieta di riproporli (su un amatore che peraltro fa un chilometraggio limitato ho grossissimi dubbi, eufemismo) ma sicuramente non andrebbero fatti forti
@shaitan infatti, quello che pensavo mentre mi parlava lui che, difatti, non è un pivellino ma ho i suoi 30 e passa anni di esperienza nel settore della pallavolo.
@KGiga1979 rettifico: è un allenatore di pallavolo che segue anche alcuni ragazzi che fanno ciclismo nella transizione da amatori a professionisti, ma non li segue nel professionismo. Ti mando comunque in MP il suo nome, magari lo conosci.
Vedo che comunque il tema ha sollevato reazioni, quindi contestualizzo meglio il dialogo che abbiamo avuto.
@lorevo credo né l'uno né l'altro

la mia domanda è stata: alla maratona di Roma di quest'anno, che dovevo chiudere in 3h30" ho avuto un crollo inaspettato, nonostante un allenamento a mio avviso buono, con un volume di circa 70/80km settimanali, ecc... (e gli ho un po' raccontato quello che su questo forum tutti conosciamo e che va per la maggiore come strategia di allenamento per una maratona).
Prima reazione: se vuoi fare una maratona in 3,30 devi correre non meno di 100km a settimana, non esistono altre soluzioni.
Seconda cosa che mi chiede: quando hai fatto l'ultimo lunghissimo e a che ritmo: risposta a -2, da 39 km di cui 21 a ritmo mara e il resto a circa + 15/20sec.
Seconda reazione: lunghissimo troppo vicino alla gara, e sopratutto troppo corto.
Da lì inizia a spiegarmi la sua teoria dei lunghissimi da 48/52 km, dell'abituare la mente a percorrere distanze maggiori così che la gara risulti una "passeggiata", del fatto che per lui tutti gli allenamenti devono essere tirati psicologicamente alla morte (non come ritmo eh, come impegno complessivo) che se fai un lunghissimo da 38 km, arrivato al 37esimo devi dire: ne ho ancora? si. Allora arrivo a 40. Arrivato a 40 devi chiederti: ne ho ancora? Si. Allora a arrivo a 44.... e così via fino a quando non ne hai più.
Gli obbietto: ok, ma io sono un amatore, non un professionista.
C'entra un ca@@o, mi dice.
A qualunque livello, l'allenamento deve spingerti sempre un po' più in là. Se ne hai ancora hai sbagliato qualcosa.
Per finire un allenamento riposato, lascia perdere e stattene a casa a dormire.
La gara la devi dominare in scioltezza, senza pensieri, senza timore di non farcela. La gara deve diventare una cosa matematica, poi per carità il minuto in più o in meno ci sta sempre e non è prevedibile.
Nella pallavolo, mi dice, allena le sue atlete a ritmi assurdi che in partita non si verificano quasi mai, perchè vuole portare a dire: coach la partita è stata una passeggiata rispetto all'allenamento!
Come pensi di correre una maratona a 4'30" se non sei mai riuscito prima a fare 42km a 4'30'"???
Tu per chiudere 42km a 4'30" devi abituare il corpo a fare 50 km a 4'35", 4'40" massimo.
Io lo ho ascoltato con estrema umiltà tenendo per me le mie perplessità, che sono quelle che avete immediatamente individuato tutti voi prima.
Mi sembrano in effetti concettii un po' datati e superati, ma devo dire che mi incuriosiscono parecchio. Ci intravedo qualcosa di buono....