orange ha scritto: ↑2 nov 2023, 11:27
Io vorrei capire anche una cosa, il numero magico di cadenza ideale a 180 passi come è stato tirato fuori?
Almeno c'è uno studio che spiega la cosa, oppure è il classico dato travisato da uno studio che faceva considerazioni più ampie.
Una tecnica corretta di corsa, ammesso possa essercene una, consente di sfruttare il lavoro elastico della muscolatura e dei tendini, come se fossero molle. La frequenza ideale di "lavoro" di queste molle è di 3 cicli al secondo, che idealmente porta a 180 passi al minuto. È facilmente verificabile facendo saltelli sul posto, più o meno si riesce a farne agevolmente 3 al secondo.
L'adattamento alla cadenza è una parte del discorso sulla tecnica di corsa, un aspetto che da solo è un grado di correggerne alcuni altri. Richiede comunque del tempo e carichi progressivi e va inserito in un lavoro più generale che tenga conto di diversi parametri.
non è così infatti il record del mondo sui 5k e 10k (per non parlare delle distanze più brevi) non sono fatti con quella cadenza (ma più alta), la storia dei 180 passi, come ho detto, è nata da jack daniels sulla base dell'osservazione della fase di riscaldamento (non in gara) degli olimpionici sui 10k
interessante l'articolo @shaitan
Una cosa non ho ancora capito. A quanto sembrerebbe la corsa a bassa frequenza/ampia falcata è caratteristica di chi ha una buona forza (o meglio potenza) muscolare. Ma qual'è invece la caratteristica fisiologica di chi ha spontaneamente una elevata frequenza?
mah guarda, la questione è che, soprattutto per chi corre tanto, il corpo sceglie la via più economica (e per chi fa endurance questo è un BENE)
anche la forza da sola non basta, perché una falcata più corta potrebbe essere dettata da limiti di mobilità o dalla gamba che non agisce come una molla ma disperde potenza.
Per cadenze veramente elevate (quindi non i 190, ma intendiamo i 210 e oltre magari raggiungibili su un 800) il responsabile principale è il SNC. E quindi dovresti allenare quello (o, se uno ci va naturalmente, ha il SNC programmato così)
In tutti gli altri casi, in range "umani" di cadenza è solo che il corpo ha scelto la via per lui più facile ed economica. E se questa non porta a infortuni personalmente in un master non toccherei niente. Diverso il caso è se una bassa cadenza porta a un eccessivo overstriding e questo a sua volta porta a problemi di infortuni etc.
Il mio diario tra pesi corsa e (ogni tanto) dieta 5k 19.07 (passaggio test) 10k 38.34 (test pista 01/22) 21k 1h23.23(Roma Ostia '22) 42k 2h58.47 (Milano '22) 6h 70.4km (Grosseto '24)
io sono uno da bassa cadenza/ampia falcata, forse perchè ho una buona mobilità nella flessione delle gambe, se voglio accelerare mi viene naturale allungare il passo mentre quando lo accorcio mi sento come impedito.
sicuramente sono spesso in overstriding, a che livello non saprei valutarlo. Potrebbe essere che molti fastidi che ho derivino da quello, ma alla soglia dei 60 non ho voglia di toccare niente
Riprendo questo post. Dopo averlo letto, mi sono convinto che la mia cadenza media, che pensavo bassa (175/176 passi al minuto) in realtà probabilmente non lo è sono 176 cm.
A voi capitano variazione, anche significative, nella cadenza? Per qualche mese, tra agosto e settembre, mi sono attestato naturalmente su 181/182 passi, senza impegnarmi per aumentare la cadenza. Poi sono "tornato indietro". Poco male ma mi chiedo se ci possano essere delle cause.
La cadenza è un mio cruccio...per quanto sia molto personale penso che alcuni miei acciacchi derivano dalla bassa cadenza (o, forse meglio, dai fattori che me la "inducono")...alto 1.73...a un passo nell'intorno dei 4.45 cadenza 165 (pure meno se giornata fiacca), passo 3.43 cadenza 171 (ultima gara)... supero i 180 solo su lavori moooolto veloci tipo ripetute 200m....nemmeno con quelle da 400m arrivo a 180
Mi ripropongo sempre di iniziare un percorso di esercizi per stimolare l'aumento di cadenza...ma poi niente....
Il discorso della cadenza 180 è generico ma molto adatto ai podisti amatori, ovvero gran parte di quelli che partecipano alle maratone. Il problema principale è l'overstriding, ovvero l'appoggio del piede molto fuori dal proprio baricentro, che spesso è associato ad un appoggio di tallone. Accorciando la falcata ed inclinando leggermente il busto in avanti l'appoggio rientra correttamente sotto al baricentro. Mi sono fatto analizzare la corsa e anch'io "soffro" di falcata troppo ampia. Un pò alla volta vorrei cercare di portarmi alla cadenza giusta e naturalmente evitare di tallonare, che corrisponde a frenare anzichè spingere in avanti