runningman2012 ha scritto:
Io che le Newton le ho, e ci corro.. in arrivo dalle Nimbus 13 posso dire che questo è correre! E con loro avviene la transizione da corsa col tallone e corsa di avampiede!
Bazzicando le gare di triathlon da qualche anno, sport che ha "lanciato" le newton running (o che la newton running ha scelto, con sapiente marketing, come piattaforma di lancio...) non sono nuovo a questa scarpa. Le vedo ai piedi di diversi atleti da almeno 3/4 anni e ti posso assicurare che non sono tutti fore/midfoot-striker, molti di loro corrono beatamente da heel-strikers nelle loro fiammanti newton.
Da qui la prima deduzione logica: la scarpa (da sola) non fa miracoli, se sei un heel striker (e desideri realmente cambiare appoggio, cosa che non darei per scontata...) devi lavorare sulla tecnica e sulla postura prima che sulla scarpa.
Il valore aggiunto di questa scarpa e' quello di darti un feedback a livello propriocettivo tramite il "tacco" posto sotto l'avampiede ma da questo a trasformare un runner, secondo me, ne passa veramente tanta di differenza.
runningman2012 ha scritto:
La corsa appoggiando il traumatico tallone è come se cercassimo di far rotolare un macigno di pietra quadrato.. è molto traumatico! IL GEL , serve appunto per ammortizzare gli angoli che sbattono sul terreno.. ma piu che far credere di ammortizzare non possono! Il trauma c'è! (fortunati i fisioterapisti che ci guadagnano!!!)
Qui ci sarebbe un discorso da fare sul tipo di appoggio del tallone, se intendi quello col tallone davanti al baricentro a gamba tesa siamo tutti d'accordo (ma quanti realmente corrono in questo modo anche solo dopo 2/3 mesi di corsa?), se invece andiamo a vedere una buona tecnica dove comunque il tallone "tocca per primo" il terreno rimanendo sotto o dietro il baricentro ed il peso inizia comunque ad essere "scaricato a terra" realmente all'altezza del mesopiede, converrai che si parla di due cose molto diverse tra loro: la prima e' traumatica, la seconda molto meno.
Il problema di fondo rimane, secondo il mio parere, che l'appoggio del piede e' comunque traumatico e spostando la zona di massimo carico/impatto, andiamo semplicemente a far lavorare dei muscoli/tendini/articolazioni diversi. Quali siano poi i muscoli/tendini piu' adatti a reggere il carico della corsa, credo sia una questione anche molto individuale, se ad esempio un podista ha i tendini d'achille corti, farlo correre sul mesopiede/avampiede potrebbe essere decisamente piu' traumatico e pericoloso che non sul tallone, ti pare?
Non sono cosi' convinto che ci sia un modo di correre uguale ed ottimale per tutti, hai citato precedentemente l'esempio del nuoto e proprio quello dovrebbe dimostrare esattamente il contrario: hai provato a confrontare (sulla stessa distanza e stile) come nuotano in modo diverso gli elite? Respirazione, entrata in acqua delle mani, presa, gomito piu' o meno alto, fase subacquea, recupero della bracciata, frequenza braccia e gambe... chi di loro nuota "correttamente"? Io dico tutti o quasi...