Depressione da infortunio: cosa fate?

Discussioni e domande sugli infortuni e sui metodi per superarli

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SilviaJ
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Re: Depressione da infortunio: cosa fate?

Messaggio da SilviaJ »

E' un OT che però ha un'utilità sociale :wink: ...mi piace il vostro approccio, tenerla sotto la campana di vetro serve solo a creare paranoie =D> :thumleft:
...se ti chiedono di vivere strisciando tu alzati e muori

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Bely
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Re: Depressione da infortunio: cosa fate?

Messaggio da Bely »

La mia esperienza mi insegna che le cose sono correlate: la genetica conta nelle possibilita' di ottimizzazione!
Tralasciamo l'ormai famigerata operazione neurochirurgica subita da piccola di cui sapete e prendiamo la mia ...ehm... "Forma" fisica: sono alta :-" 1.61m e peso da anni 59 kg con una fatica bestiale (si', il metabolismo ingrato esiste, in questo periodo di infortunio sono su una media di 1200/1400 kcal, una miseria). Per un medico di base starei anche bene, ma un allenatore di atletica lo farei ridere. Per essere "ottimizzata per la corsa dovrei stare sui 52 kg, peso raggiunto solo a 17 anni, in fase anoressica e con 4h di palestra al giorno, facendo scomparire il ciclo per un anno! Questo vuol dire che il mio corpo questa cosa non la vuole: io posso pure ammazzarmi per ottimizzare, ma geneticamente il muro limite e' troppo vicino e chiaramente le mie ginocchia, i miei muscoli ecc. non ringraziano e protestano, come la mettiamo? :(
10k:1h01'29"(Manchester 2016)
21.1k:2h21'11"(Bournemouth 10/15)
42.2k: 5h46'05" (Race for Life London 2016)

Now is no time to think of what you do not have. Think of what you can do with what there is
Andrea1969
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Re: Depressione da infortunio: cosa fate?

Messaggio da Andrea1969 »

Bely ha scritto:La mia esperienza mi insegna che le cose sono correlate: la genetica conta nelle possibilita' di ottimizzazione!
Tralasciamo l'ormai famigerata operazione neurochirurgica subita da piccola di cui sapete e prendiamo la mia ...ehm... "Forma" fisica: sono alta :-" 1.61m e peso da anni 59 kg con una fatica bestiale (si', il metabolismo ingrato esiste, in questo periodo di infortunio sono su una media di 1200/1400 kcal, una miseria). Per un medico di base starei anche bene, ma un allenatore di atletica lo farei ridere. Per essere "ottimizzata per la corsa dovrei stare sui 52 kg, peso raggiunto solo a 17 anni, in fase anoressica e con 4h di palestra al giorno, facendo scomparire il ciclo per un anno! Questo vuol dire che il mio corpo questa cosa non la vuole: io posso pure ammazzarmi per ottimizzare, ma geneticamente il muro limite e' troppo vicino e chiaramente le mie ginocchia, i miei muscoli ecc. non ringraziano e protestano, come la mettiamo? :(
Cara Bely, tu citi un'altra situazione: quella in cui la genetica è penalizzante dal punto di vista prestazionale. Nei post precedenti invece ci riferivamo a quelle situazioni nelle quali è penalizzante proprio sui presupposti (si potrebbe dire "invalidante").

Anzi, l'occasione si presta per notare quanto la genetica sia carogna: in certi casi, come il mio, dal punto di vista prestazionale si divertirebbe pure a fare la generosa. Tant'è vero che in quei pur rari momenti in cui tutto girava normalmente ho ottenuto piazzamenti sempre intorno ai primi 3/10 di partecipanti alle gare, il che è di tutto rispetto considerando che correvo sempre senza alcun allenamento specifico (tabelle o altro) e con una serie di veri e propri handica fisici: un piede cavo, una gamba più corta dell'altra (quindi zoppo) e uno sperone osseo al calcagno che continuamente sfregava sul retro delle scarpe (quindi nel complesso tenendo sempre i tendini in una situazione di costante ed indicibile stress). Tutto questo consentirebbe di ipotizzare che in condizioni fisiche anche solo "normali" e con un minimo di allenamento mi sarei veramente potuto togliere delle soddisfazioni. E questo a sua volta significa che "dalla caviglia in su" la genetica NON mi ha affatto penalizzato, anzi... Il problema è che, appunto dimostrandosi carogna, alla genetica per fare lo sporco lavoro basta prenderti di mira anche su pochi centimetri, nel mio caso dalla caviglia in giù: e in questo caso, per tornare alla differenza iniziale, non si tratta di una penalizzazione prestazionale (sul metabolismo, sui ritmi cardiaci, sulle soglie aerobiche, ecc ecc. ), ma proprio invalidante, andando cioè a colpire in modo nudo e crudo gli organi di base che servono per il gesto atletico in sé, in questo caso il passo di corsa.

Del resto non credo che un simbolo della mitologia greca come il "tallone d'Achille" sia casuale. Puoi essere piè veloce quanto vuoi, ma se a una Ferrari buchi le gomme quella resta a terra, anche se ha un motore invidiabile....

E questo paradossalmente è ancora più frustrante, ci si sente come cementati vivi.
Bely
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Re: Depressione da infortunio: cosa fate?

Messaggio da Bely »

Quello che intendevo e' che, al di la' della prestazione, se fossi piu' leggera impatterei meno correndo su ossa, muscoli, tendini e articolazioni, riducendo probabilita' e frequenza di infortuni, quindi in un certo senso tutto torna anche cosi'. Comunque capisco cosa intendi...quando manca solo 30 per fare 31 e' un vero peccato e fa rabbia!
10k:1h01'29"(Manchester 2016)
21.1k:2h21'11"(Bournemouth 10/15)
42.2k: 5h46'05" (Race for Life London 2016)

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Andrea1969
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Re: Depressione da infortunio: cosa fate?

Messaggio da Andrea1969 »

Bely ha scritto:Quello che intendevo e' che, al di la' della prestazione, se fossi piu' leggera impatterei meno correndo su ossa, muscoli, tendini e articolazioni, riducendo probabilita' e frequenza di infortuni, quindi in un certo senso tutto torna anche cosi'. Comunque capisco cosa intendi...quando manca solo 30 per fare 31 e' un vero peccato e fa rabbia!
Sì, hai ragione, in fondo spesso certe cose sono collegate, sono catene dove un po' "tutto si tiene" (in positivo o in negativo) innescando circoli viziosi o virtuosi.

Comunque per fortuna devo dire che ad onta della genetica abbiamo anche una mente ed un cuore: che nel mio caso mi permettono - per fortuna - di fregarmene poco o nulla dell'aspetto prestazionale sportivo: in altri termini se c'è fa piacere, è un plus, ma non ne faccio certo una ragione di vita - come parecchi ossessionati - per il semplice principio che è lo sport a dover essere fatto per me, non io per lo sport.

Se mi deprimo è per l'impotenza di non poter sfogarmi con lo sport, di non vedermi in grado di fare anche una sola volta un gesto atletico basico banale, elementare quale un passo di corsa senza soffrire (ecco la sensazione della disabilità); non certo per la mancanza della "prestazione". Ma in fondo anche dover affrontare certe privazioni - specie se improvvise - è qualcosa, che pur doloroso e perfino depressivo, mette a nudo e rivela le nostre reali fondamenta. E scompaginando schemi, abitudini, priorità, piaceri e certezze "costringe" a maturare come poche altre cose.

Ciao.

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