[DIARIO] Potenze di 10

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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da The Observer »

18.

Dopo gli intervals di ieri oggi ho sofferto un po', ma avevo programmato di fare un lento e quindi ho concluso senza grossi problemi. Correre 10K al giorno per 7 giorni mi sembra comunque molto diverso dal fare per esempio 30+10+18+12, per un totale di 70K settimanali. Il corpo si stressa meno. Le articolazioni hanno il tempo di riprendersi. Anche se certamente conta anche la mia abitudine a camminare lunghe distanze ogni giorno da anni.

Infine, molto meglio correre di mattina (che novità!), quando non si è ancora trascorso molto tempo in piedi o camminando. La differenza la vedo chiaramente questa settimana.

Ieri runningmamy mi ha chiesto se ho "ripreso con la moglie". E' un discorso complicato. Molto complicato, che mi dà lo spunto per stendermi sul lettino per l'autoanalisi e raccontare quello che accade in questi casi.

Tra me e la mia compagna/moglie non esito a dire che c'è stato sempre (34 anni di convivenza ad oggi) un rapporto SPLENDIDO. Parte di questo è dovuto secondo noi anche al fatto che abbiamo sempre vissuto questa routine-non-routine di continue partenze, viaggi, lontananze, arrivi. Ho partecipato a 9 spedizioni in Antartide, compio regolarmente viaggi molto lunghi e il "ritorno a casa", l'uso della mail, etc. è diventata una sorta di routine per noi. Non siamo i soli. Basti pensare a marinai, militari, gente che viaggia per lavoro, etc. Ma certamente abbiamo sempre vissuto questo come un valore, più che un problema, del nostro rapporto.

Abbiamo imparato per esempio - da tempo - che il ritorno a casa non è quella cerimonia affettuosa, e altamente carica di promesse, che si vede nei film. Piuttosto si tratta di un momento difficile da attraversare, in cui le aspettative reciproche raramente coincidono. Come per una maratona, ci si prepara molto bene ad un anno in Antartide. Durante quell'anno poi ci si sente come una specie di "astronauta", con un'ottima organizzazione che ruota intorno a te. Il centro del mondo sei te, la tua avventura, le tue esperienze. Per chi resta a casa c'è meno attenzione, ma le difficoltà sono enormi. Mia moglie lavorava a tempo pieno (un bel lavoro: giornalista radiofonica in un canale pubblico australiano). Nostro figlio aveva 8 anni allora. Soffrì visibilmente della mia assenza, delle rare e recalcitranti telefonate su skype (senza video) o peggio su Iridium, che si interrompevano ogni pochi minuti per un "bug" di quella rete satellitare (in pratica, i satelliti sono disegnati per disconnettere la telefonata quando passano sui Poli, tanto non c'è nessuno ad usarli e così si risparmia energia...!).

Quando tornai dopo un anno di assenza, in cui spesso non parlavo e non vedevo NESSUNO per diversi giorni, lavorando continuamente, soffrendo un freddo micidiale e 6 mesi di notte continua, ero un bel po' a pezzi. In più tutta quell'attenzione crollò di colpo. Per un anno non avevo maneggiato denaro, pagato bollette, lavato piatti, cucinato, riordinato, combattuto per un posteggio. Soprattutto INCONTRATO sconosciuti. Ero vissuto in una bolla, scoprendo che la tribù - perché una stazione antartica d'inverno E' una tribù... - presenta i suoi atavici vantaggi. Di colpo ero di nuovo uno qualsiasi. Alla centesima volta che raccontavo qualche aneddoto a mio figlio lo vedevo trattenere a stento uno sbadiglio.

Questa "sindrome" è ben descritta in un saggio molto interessante ("Extreme", di E. Barret e P. Martin) che tratta degli effetti sull'individuo del partecipare ad un'esperienza estrema. E' interessante che questo include anche i... maratoneti. Infatti la sensazione è proprio la stessa del giorno dopo la nostra prima maratona, quando ci svegliamo per scoprire che, ehi! Di colpo quel grande obiettivo per il quale abbiamo lavorato per anni, faticato sette camicie e a volte anche trascurato le nostre relazioni familiari, è di colpo evaporato e parte del passato. Che fare ora di noi e delle nostre gambe? Perché non gliene importa più niente a nessuno dei nostri programmi e della nostra vita?

Ecco, dopo un anno laggiù la sensazione era proprio quella, solo ancora più grande. Da primo Italiano a passare l'inverno nel buio a tratti rassicurante della notte Antartica, ero ridiventato uno qualsiasi, senza, tra l'altro, un intero team che si faceva carico di tutte le "futili" incombenze quotidiane. E' un'esperienza che accomuna esploratori, winterover, astronauti (pare) e... maratoneti alla loro prima esperienza, fra gli altri.

Tutto questo ebbe un impatto pesante sul nostro rapporto. Non ci fu una bella scopata la prima sera e amici come prima, come si vede nei film, ma un lungo periodo di "riconoscimento" reciproco, attraverso il quale dovremmo riadattarci l'uno all'altro, a condividere (e a limitare) le nostre richieste e il nostro spazio.

Eppure deve aver funzionato, se siamo ancora insieme.

Immagine
(il lentissimo tramonto a South Pole, cui seguiranno 6 mesi di "notte", 12/3/2003)
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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da runningmamy »

Ho letto con attenzione, ma ci meditero' ancora
Però ho avuto subito una sensazione di "deja vu", quella di quando mio marito sta via per lunghi periodi ( ma non così tanto lunghi) e torna, e in effetti ci vuole un'attenzione reciproca speciale.
Grazie per voler mettere in comune anche aspetti così personali, sono anche spunto per guardarsi dentro
Puoi diventare grande, sai? E' tutto qui, nella tua testa! (J.K.Rowling, Harry Potter I )
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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da mb70 »

Tutto confermabile da parte mia, anche quando rientro a casa dopo una settimana di lavoro lontano. Extreme magari lo leggerò.
9/2014 10K 50'51"
10/2014 Mezza di Arezzo 1h53'53''
10/2015 Munchen Marathon 4h46''
08/2018 ricostruzione lca
10/2019 5k 24'28"
Meglio correre il rischio di non farcela che rimpiangere di non aver avuto il coraggio
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Pescanoce
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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da Pescanoce »

Sempre belle le tue riflessioni. Benché la mia vita sia piuttosto "banale" (absit iniuria verbis) in alcune tue frasi ho riconosciuto delle mie esperienze. Quando mio marito e io eravamo fidanzati è capitato di stare lontano per uno o due mesi. Di solito quando ci si rivedeva (talvolta solo per un weekend) litigavamo. Era difficile riprendere da dove ci eravamo lasciati. Una volta ci siamo ricontrati a metà strada a Londra. Invece di passare dei bei giorni, siamo stati nervosi e malinconici tutto il tempo.

Altre due osservazioni su Extreme: lo stesso senso di vuoto mi sembra che sia lo stesso che si prova dopo aver realizzato un sogno, anche se non estremo. Per me e per altre persone che conosco è capitato alla fine del periodo all'estero (erasmus, lavoro in ambito di scambi europei...) che tanto si sognava. Un film cult da questo punto di vista è L'appartamento spagnolo. Quando il protagonista torna da un intensissimo erasmus a Barcellona si ritrova a iniziare un lavoro come venditore di polizze... si sente soffocato dal grigiore e dall'anonimato della sua vita e di quella degli altri.

Sempre su extreme: ho appena letto questo articolo sul National Geographic, su uno scalatore.fotografo pieno di demoni, secondo me ti piacerà:
http://www.nationalgeographic.com/adven ... 66692703=1

Ps: perdona l'invasione!

"The lessons started to pile onto me at that point, and in the months following. I thought Everest would be some cathartic act; it would puncture the darkness that I was in, solve the PTSD, and somehow vanquish my guilt. I thought it would be a sort of phoenix-rising moment. What I found instead was that I had literally run to the highest point on the planet to escape my truth, and I couldn’t bury it any more. Allegorically, Everest is the point from which all else flows—at least that’s what I see there—and it’s from there that I had to go downhill and into all the things that I had to face."
But just because it burns, doesn't mean you're gonna die
You gotta get up and try, and try, and try
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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da calcatreppola »

praticamente un diario con tre storie! bellissimo... però non farti distrarre... racconta, ma corri!
Meglio una lotta disperata che una disperazione senza lotta
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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da The Observer »

19.

Ancora a punteggio pieno. 190 km fatti, 0 mancati, 810 da fare. Oggi ero abbastanza stanco. Bevuto un pochino ieri sera. Mi spiace vedere che ancora adesso correre a 5:50 mi costa comunque una certa fatica. Mi chiedo se riuscirò mai a raggiungere i 4:49.9 sui 10 km. Chissà?

Pescanoce: ma quale invasione? Mi fa piacere vedere che alcune cose vengano discusse anche da altri. Bella la citazione. Credo di capire che intende.

Oggi e per tutto il weekend parecchio impegnato. Ma da lunedì spero di riprendere con i miei raccontini, purtroppo per voi...
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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da Moran »

The Observer, spero di non approfittare della tua cortesia, mi permetto perché vedo che sei molto disponibile a parlare delle tue esperienze lavorative.
Per un fanatico di misteri e "gialli" come me, c'è un caso legato all'Antartide che non poteva mancare di appassionarmi. Mi riferisco come avrai capito alla morte di Rodney Marks nel 2000. Ho letto diverse cose al riguardo, in particolare che dopo quell'episodio l'atmosfera alla base cambiò radicalmente, prima c'era più anarchia e uno spirito più "ribelle" tra gli scienziati che andavano laggiù, mentre in seguito gli americani imposero controlli più rigidi, psicologi, limitazioni dell'alcool, ecc. Non so se nella tua esperienza (tu ci sei stato pochi anni dopo, mi pare di capire) hai avuto modo di parlare con qualche "veterano" che ti ha detto qualcosa al riguardo. Se vuoi e se puoi scriverne, te ne sarei grato.
Grazie in anticipo e buone corse in quel di "Manciasta". Io non riuscirei mai a fare 10 km ogni giorno, reggerei molto meglio 20 km a giorni alterni, psicologicamente il giorno di riposo (ora sto facendo 4 allenamenti a settimana) mi aiuta tantissimo, mi dà l'idea di "vacanza" e mi consente di non stufarmi della corsa. Complimenti per la costanza quindi. :)
5k: 23'44" (all. 2022)
HM: 1h51'59" (Cagliari Respira 2021)
30k: 3h00'18" (passaggio Padova 2017)
Maratona: 4h14'26" (Padova 2017)
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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da The Observer »

Caro Moran,

come mai ti interessa proprio la storia di Rodney? Tocchi un tasto delicato per me, anche dopo tanti anni... Il fatto è che ai tempi lavorava nel gruppo di Antarctic Astronomy a University of New South Wales di cui facevo parte. Il suo ufficio era poche porte più giù del mio. Fui il primo a leggere la terribile mail in cui ci veniva comunicato l'incidente (l'unico morto, che mi risulti, a South Pole), e a comunicarlo agli altri del gruppo quella mattina, se non erro, del 13 marzo del 2000. Non lo conoscevo bene perché ero arrivato solo un anno prima lì, ma lavoravamo insieme al site testing a South Pole.

A detta di tutti era un tipo strano, estremamente intelligente. Fece un paio di lavori da cui presi spunto per i miei, che parlavano più o meno della stessa cosa.

Nessuno è mai arrivato ad una conclusione finale sulla storia che non sia contraddetta in parte da almeno uno degli elementi in gioco. Credo che un'analisi "bayesiana" dei fatti porti alla conclusione più semplice: che abbia bevuto per sbaglio dell'alcol metilico presente nel laboratorio dell'osservatorio dove lavorai 3 anni dopo durante l'inverno. La bottiglia non fu mai trovata, ma probabilmente è stata buttata via da qualche altro winterover. Impossibile ritrovarla nella distesa infinita di ghiaccio che circondava la stazione.

Sugli effetti sull'organizzazione non ti so dire. Frequentavo la stazione dal 1996, sebbene solo d'estate, e non ho notato grandi differenze. Il problema dell'alcol - che io a quella quota non ho MAI toccato - a mio parere è serio. Ci sono stati diversi casi di incidenti dovuti ad ebbrezza. A McMurdo e alla stazione neozelandese ci sono scappati un paio di morti (una rissa e una persona che si è persa nel white-out a causa dell'ebbrezza e poi è morta assiderata). Ma nella mentalità americana l'abuso di alcol è un "collateral damage". Impossibile vietare l'uso di alcol.

Una cosa curiosa accadde all'inizio del mio inverno: per un guasto ad una cella "frigorifera" [sic] nella vecchia stazione TUTTE le bottiglie di vino si congelarono e si aprirono o ruppero. Ci fu una solenne avvinazzatura generale nei giorni successivi per "sfruttare" le centinaia di bottiglie aperte prima che inacidissero, ma per quella ragione rimasero solo birre e superalcolici per tutto l'inverno.
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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da Moran »

Grazie. Mi interessa perché, come ti dicevo, mi affascinano tutti i misteri, specie quelli del passato e in particolar modo quelli irrisolti. Ovviamente come caso è unico, essendo - potenzialmente, secondo alcune ipotesi, ma tu mi dici che non è così - il primo omicidio a South Pole.
Grazie ancora per la tua disponibilità, specie visto che è qualcosa che ti riguarda direttamente, mentre per me è solo un hobby. :)
5k: 23'44" (all. 2022)
HM: 1h51'59" (Cagliari Respira 2021)
30k: 3h00'18" (passaggio Padova 2017)
Maratona: 4h14'26" (Padova 2017)
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Re: [DIARIO] Potenze di 10

Messaggio da The Observer »

Per quello che sapevamo ai tempi, mi sentirei di escluderlo al 90%. Conosco buona parte della gente che era con lui e le condizioni in cui si lavorava a South Pole e la teoria dell'omicidio a mio parere è poco verosimile. Se non altro sarebbe saltato fuori almeno qualche elemento in seguito.
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