[Diario] Road to UltraTrail

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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da shasha74 »

Bravo @victor....non forzare e stai fermo un giorno in più rispetto ad uno in meno.
Vado dritto e sicuro, prendo la strada che non fa nessuno. Giuro che vado piano e quando arrivo, promesso, ti chiamo.
dal 11/10/15 43x42 Carrara '25 3h01’40”
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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da victor76 »

Grazie, ragazzi!
Sabato mattina ho provato a fare una camminata, ma ho avuto fastidio.
Domenica mattina invece giretto in bici, il secondo dell'anno. Fatti 50 km anche con salite e nessun fastidio o dolore riscontrato, sia prima sia dopo l'allenamento. Quindi la bici la continuerò a fare, per fortuna.
Al momento il dolore è diminuito molto e lo sento solo la mattina quando mi alzi dal letto.
Vedremo cosa evolverà la cosa nei prossimi giorni, mesi o anni :mrgreen:
5 km: 21'20'' (4'16''/km) ---10 km: 43'54'' (4'23''/km)
21 km: 1h35'29'' (4'32''/km) --- 30 km: 2h37'57'' (5'15''/km)
42 km: 4h07'29'' (5'52''/km)
--- 6 ore: 50,506 km (7'08''/km)

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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da gab_spencer »

Ciao Victor! Innanzitutto complimenti per i tuoi risultati. Leggo sempre con piacere questo post
Per quanto riguarda l'infortunio spero veramente non sia nulla di che e concordo che è meglio fermarsi un giorno in più piuttosto che uno meno! Meno male la bici non da problemi almeno con quella si può tenere un buon livello di allenamento... Speriamo in bene :beer:
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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da victor76 »

Ti ringrazio, Gab! Poter andare in bici è già una grande fonte di sollievo per me!
5 km: 21'20'' (4'16''/km) ---10 km: 43'54'' (4'23''/km)
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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da victor76 »

Buongiorno a tutti!
Teoricamente non dovrei essere qui a scrivere di gare ma, come qualcuno ha già visto su Strava e simili, domenica ho inaspettatamente gareggiato! Con poco allenamento e mezzo infortunato, ma l'ho fatto. Non avevo mai fatto una cosa simile prima e per fortuna mi è andata bene perchè non ho avuto alcun peggioramento nei giorni successivi.
Vi lascio al racconto!

PROLOGO
Fino a qualche settimana o anche solo qualche giorno fa mai mi sarei immagino di essere qui a scrivere un racconto su questa gara. Ma per spiegare il motivo di ciò devo tornare indietro di qualche settimana.
Dopo l'ultratrail del Li Foj ho continuano a correre regolarmente tutti i giorni e con ogni nuova corsa sentivo sempre meno dolorini alle gambe e sempre più l'energia rifluire nel mio corpo. 
Dopo 7 giorni di corse lentissime e brevi, il 13 giugno ho di nuovo superato i 10 km (ne ho fatti 12,5 per l'esattezza) ma sulla via del ritorno ho ricominciato a sentire dolore nella zona inguinale, come già accaduto nella settimana pre gara. Tale dolore si è fatto sentire anche per tutta la giornata e soprattutto durante la notte successiva, facendomi più volte svegliare dal fastidio. Convinto (sbagliando) che come al solito la cosa sarebbe passata nel giro di qualche giorno, il mattino dopo esco regolarmente a correre e anche i 3 successivi, seppur per sempre brevi e lenti allenamenti. Ma al quinto giorno di corsa con dolore (e si, ce ne ho messo di tempo) mi sono proprio fermato a metà allenamento e sono tornato a casa camminando, con in testa la decisione di un lungo stop. 
Sospetta pubalgia dai sintomi: dolore all'inguine correndo, camminando, facendo particolari movimenti, scendendo dal letto, starnutendo, tossendo, saltando, salendo le scale, etc. etc. 
18 giugno, ultimo giorno di corsa chiuso con una mezza corsetta quasi zoppicando e sensazioni pessime per il futuro podistico a breve termine. 
Dal giorno dopo prima riposo completo, poi inizio ad alternare bici, camminata e un po' di leggerissima palestra a casa, giusto per fare qualcosa all'alba e non perdere l'abitudine di alzarmi presto. 
Con la bici non ho alcun fastidio e imposto la settimana di allenamento così: uscita da 50km di domenica e altre due infrasettimanali da 20 km. Di domenica non ho alcun problema temporale, ma prima di andare a lavoro è un casino farcela ad uscire in bici per il poco tempo a disposizione, ma anticipo la sveglia e ci riesco. 
Anche con la camminata faccio progressi, arrivando ad un ritmo sotto i 9'/km, che insieme alla bici spero mi permetta di mantenere una certa condizione fisica.
Dopo 9 giorni non sento più alcun fastidio all'inguine/pube, se non un unico movimento della gamba, ossia quando da seduto la piego completamente contro il corpo. Voglio riprovare a correre, ma la paura di una delusione o di una ricaduta è tanta.  
Il 28 giugno esco per la prova, con l'intenzione di fare 4-5 km lenti e fermarmi al primo accenno di fastidio. Ne faccio poco più di 7 di km, senza alcun problema ne prima ne dopo l'allenamento. 
Sono contentissimo e dopo 2 giorni ci riprovo. Stavolta di km ne faccio 8 ma avverto in discesa un po' di fastidio/dolore e quindi penso di fermarmi nuovamente. Ma il giorno dopo mi dicono che l'indomani l'iscrizione alla gara che si svolge nel Parco Nazionale del Pollino scadrà e quindi decido di fare un altro test prima di buttare i remi in barca. 
Il 2 luglio così faccio un'uscita mista con 4 km di asfalto e 4 su sterrato con forte pendenza e stranamente di nuovo non ho alcun fastidio. Mi iscrivo quindi alla gara e decido che però devo almeno provare a fare un allenamento più lungo visto il poco allenamento che ho.
Così la domenica successiva, il 4 luglio, a meno 7 gg dalla gara, faccio un collinare di 15 km. Primi km tutto bene, nei 4 km di salita continua vado benissimo tant'è che supero pure uno in mtb, ma quando al ritorno trovo la discesa ecco tornare il dolore, che mi accompagnerà poi per il resto dalla giornata, la notte e il giorno successivo.
Il morale è a terra e vorrei non essermi iscritto alla gara. Nei giorni successivi il dolore pian piano scompare e resta solo un leggero fastidio, ma evito di correre. Continuo con camminate e bici e il giorno prima della gara neanche quello. 
Il Parco Nazionale del Pollino è fantastico e anche se in modalità trekking voglio comunque prendere parte all'evento.

IL GIORNO DELLA GARA
Viste le premesse alla sveglia mattutina il morale è abbastanza basso, ma mi preparo facendo finta di niente. Borraccia con acqua, borraccia coi sali, zaino con telo termico e fischietto, bicchiere: il materiale obbligatorio ce l'ho tutto (mentre ho visto alcuni concorrenti non avere neanche le scarpe da trail...).
Il viaggio è lungo perchè il posto è abbastanza sperduto, ma per arrivarci faccio la strada più breve che attraversa il Parco Nazionale e già lo spettacolo di Piano Ruggio e dei monti circostanti mi rincuora. I 12°C che trovo in quota poi sono un toccasana dopo i roventi ultimi giorni di caldo torrido.
La partenza avviene dal Santuario della Madonna del Pollino, luogo in cui non sono mai stato. Il Santuario si trova in cima ad un'altura ad una quota sopra i 1.500 m e non è pronto di certo ad accogliere quasi 300 atleti + accompagnatori vari. Ma è il parcheggio il problema principale perchè i posti auto disponibili saranno circa una ventina. Ma è tutto previsto e ci dirottano su un'area scoscesa e piena di erba in cui normalmente andrei solo con un robusto fuoristrada. Ma per la corsa si fa questo e altro. 
Una volta parcheggiato, vado a ritirare il pacco gara e ritorno in macchina per prepararmi. Col poco spazio a disposizione c'è veramente un grande assembramento di gente e purtroppo in pochissimi usano la mascherina. Io comunque la mia me la tengo il più possibile e mi dirigo vicino la statua della Madonna da cui avverrà la partenza della prima batteria alle 9:15 (le altre due saranno distanziate di 3 minuti ciascuna).
Dopo un breve ed esaustivo briefing da parte dell'organizzazione, ecco lo sparo e la partenza della gara. Non ho fatto alcun minuto di riscaldamento prima (ma tanto stretching) e nelle prime centinaia di metri dopo lo start vado lentissimo e ne approfitto per prendere il ritmo e spezzare il fiato. Si corre su un lastricato di durissime pietre e inizio già a sentire fastidio all'inguine, sia a destra che a sinistra. 
Chiedendomi come arriverò al traguardo, giungo subito alla prima discesa tecnica tra le pietre. Qua si forma un imbuto perchè alcuni di quelli che mi precedono ritengo non abbiano mai fatto un trail in vita loro e procedono camminando lentissimamente. Ok che non ho fretta, ma a stare fermo ad aspettare proprio non mi piace. Ma non c'è margine per sorpassi e mi tocca proseguire così. 
Dalle pietre si passa a correre nel bosco e anche qui i sentieri sono stretti e mi tocca rimanere a ruota di chi mi precede. Sento che potrei spingere di più, anche perchè il fastidio è sparito, ma so già che ogni energia risparmiata ora me la ritroverò sulla vita del ritorno.
Dal 4° al 5° km si comincia a salire seriamente, con circa 300 m di D+ in 2 km. Vado in modalità camminata e supero diverse persone. Salgo velocemente e tranquillamente, mentre sento gli atleti che sorpasso abbastanza affannati. Che sia merito delle tante passeggiate che ho fatto?
Dal 6° km si è già sui piani del Pollino e inizia lo spettacolo. Mandrie di cavalli selvaggi, i maestosi pini loricati e le imponenti montagne che mi circondano mi ricordano il perchè non dovevo assolutamente perdermi questo evento.
Ma ecco che la magia è interrotta da un atleta che in mezzo a quelle pietre deve per forza sorpassare e finisce a terra sbattendo qualunque parte del corpo. Si rialza e perde sangue dal braccio e dalla testa. Gli chiedo come si sente e dice che gli fa solo un po' male la testa. Gli corro un po' affianco e poi gli butto sulla ferita alla testa parte della mia acqua residua. Insisto a dirgli che se gli gira la testa o non sta bene meglio se si ferma, che tanto poco più su c'è un membro dell'organizzazione che può allertare i soccorsi, ma lui persiste e continua a correre, senza neanche ringraziarmi per l'aiuto. Vabbè, amen... La vita è la sua, quindi proseguo per la mia strada.
Arrivati in cima a Serra di Crispo a 1.905 m slm lo spettacolo è fantastico. Vorrei fermarmi a fare foto per immortalare quel paradiso, ma non ho il telefono dietro. Proseguo quindi con un'andatura che mi consente sia di godermi lo spettacolo sia non inciampare tra i vari massi presenti.
Da Serra di Crispo si scende e nel frattempo mi ri-sorpassa a tutta Testarotta, che vedo che ha applicato una fascia alla testa. Niente da fare, è proprio irrecuperabile. Si attraversano ancora i piani del Pollino e poi si risale su un'altra cresta (Serra della Porticella credo), sede già del percorso della gara che partiva da Terranova del Pollino. Dopo un passaggio sul filo della cresta si scende di nuovo e si corre su saliscendi con poca pendenza nei prati erbosi sempre dei Piani del Pollino. 
Poi si inizia a scendere davvero e, con eccezione di qualche breve salita, il resto del percorso di ritorno è tutto in discesa, sullo stesso tragitto fatto all'andata. 
Mentre in salita sono andato spedito, in discesa ho paura di allungare troppo la falcata e spingere e avere poi problemi all'inguine. Vengo quindi recuperato da qualche atleta, ma nei tratti in salita, per quanto brevi, mi sento ancora pieno di energia e recupero di nuovo le posizioni perse.
E' proprio in discesa che assisto alla seconda caduta del giorno: un atleta inciampa e finisce a terra, per fortuna su terreno e senza conseguenze. 
E proprio nell'ultima discesa della gara, tecnica in quanto si passa di nuovo in mezzo alle rocce, un altro atleta lo vedo cadere davanti a me, procurandosi una bella botta a braccio destro e costato. Si rialza e continua a correre, dicendo che va tutto bene a parte qualche dolorino.
Mi rendo conto che siamo alla fine della gara ma non capisco quanto disti il traguardo. Vorrei e sento che potrei passare i due che mi stanno davanti ma non c'è spazio e non voglio rischiare di cadere e farmi male proprio alla fine. Spero di trovare una bella salita finale in modo da riuscire a passarli, soprattutto quando uno spettatore mi dice che mancano 550 metri, ma purtroppo il gonfiabile arriva dopo forse soli 100 metri e i giochi sono fatti. 
Concludo la gara con una gestione perfetta, senza aver avvertito dolore pubalgico, se non in partenza, e neanche tanto stanco (tant'è che il pomeriggio farò pure un'uscita in bici). Non riesco ancora capacitarmi di come ciò sia stato possibile ma ringrazio il mio corpo che mi ha permesso di esserci.
Termino la gara in 66° posizione su 246 atleti arrivati al traguardo, che proporzionalmente mi fa annoverare questa come una delle mie migliori prestazioni podistiche a livello di classifica.
Merito della bici? Merito delle passeggiate? O merito dei tanti km corsi durante gli ultimi mesi? O forse del riposo dalla corsa delle ultime settimane? Non lo so, ma è stato qualcosa di inaspettato e quindi ancora più piacevole!
Tra le note positive della gara sicuramente la splendida location che però d'altra parte la rende un po' scomoda sia da raggiungere sia per gli spazi a disposizione molto ristretti.
Tra le negative il troppo superficiale controllo del materiale obbligatorio da parte degli organizzatori e la mancanza di personale sanitario e di ristori sul percorso (o almeno io non ne ho visti). Ma tutto sommato è una gara che spero di rifare ogni anno!
5 km: 21'20'' (4'16''/km) ---10 km: 43'54'' (4'23''/km)
21 km: 1h35'29'' (4'32''/km) --- 30 km: 2h37'57'' (5'15''/km)
42 km: 4h07'29'' (5'52''/km)
--- 6 ore: 50,506 km (7'08''/km)

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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da victor76 »

Immagine
Visti da Serra di Crispo e a partire da sinistra: Serra Dolcedorme e Monte Pollino

Immagine
Visti da Serra di Crispo e a partire da sinistra: Serra delle Ciavole, Serra Dolcedorme e Monte Pollino

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Il passaggio della gara su Serra di Crispo (io sono quello in maglia gialla e cappellino nero)
5 km: 21'20'' (4'16''/km) ---10 km: 43'54'' (4'23''/km)
21 km: 1h35'29'' (4'32''/km) --- 30 km: 2h37'57'' (5'15''/km)
42 km: 4h07'29'' (5'52''/km)
--- 6 ore: 50,506 km (7'08''/km)

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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da victor76 »

Rieccomi qua, ragazzi.
Ho due novità da raccontarvi. Ecco la prima:
Dopo aver concluso la gara di luglio quasi senza problemi, ho naturalmente (e disgraziatamente) deciso di continuare a corricchiare e fare anche la 6 ore di Curinga, giusto una garetta così da fare senza allenamento e da infortunati... Avevo tre gare in programma quest'anno e le ho fatte, almeno mi sono tolto il pensiero...
Ecco il racconto della gara:

Dopo l'ottima resa nella gara di San Severino Lucano naturalmente non ho intenzione di fermarmi per curarmi e punto direttamente alla mia terza gara in programma: la 6 ore di Curinga. Invece di usare un po' di sana razionalità e fermarmi decido quindi di continuare ad allenarmi, almeno parzialmente, per fare per la quarta volta la gara di Curinga.
So già che non potrò fare chissà che prestazione e che dovrò limitare gli allenamenti, ma non ho voglia di arrendermi e faccio una specie di programmino: porto avanti l'idea di fare dopo una settimana una ventina di km e la settimana successiva una trentina. In caso di fallimento di quest'ultimo avrei deciso di non partecipare alla 6 ore.
Ad una settimana dalla gara dal Pollino, provo a fare il collinare da 20 km: ne escono fuori 18 km ad un ritmo di 5'47''/km con tanta sofferenza nel finale sia di tenuta perchè non faccio lunghi da maggio sia di dolori all'inguine che in discesa tornano a farsi sentire.
Ma non mi arrendo. Corricchio in settimana e la domenica successiva eccomi pronto per farne almeno 30, però con l'intenzione di correre le salite ripide perchè tanto è quello che dovrò fare a Curinga. Riesco a fare i 30 km ad un ritmo di 6'29''/km dovuto ai vari tratti di camminata, ma non ho problemi tali da non poter gareggiare.
Temporeggio ancora, ma il giorno in cui scade l'iscrizione alla gara mi iscrivo.
Arrivo a Curinga con quella specie di lungo di 30 km di due settimane prima e nient'altro negli ultimi mesi, eccetto il trail di inizio giugno che ormai è più che dimenticato.
Ci è voluta la quarta edizione a cui partecipo per farmi partecipare con il grosso dubbio di non riuscire a giungere al traguardo dei 42 km, minimo necessario per entrare in classifica.
Arrivato sul posto, parcheggio ormai al solito posto e vado a ritirare pacco gara e pettorale. Saluto qualche amico che non vedo da prima dei tempi del Covid e dopo un po' sono pronto per la partenza. Così come fatto a San Severino non ho neanche il coraggio di fare riscaldamento per evitare di avvertire già dolore all'inguine/adduttore.
Siccome non sono previsti ristori assistiti, i meravigliosi volontari hanno sistemato 100 sedie (una per atleta) lungo un'area del percorso con sopra una vaschetta contenente inizialmente una spugna da usare alle fontanelle e una bottiglia d'acqua. La bacinella sarà costantemente sorvegliata e riempita, e poi arricchita da frutta, bibita al caffè, merendina e altro.
Si parte alle 18, tutti con la mascherina da tenere per le prime centinaia di metri e si corre sui cubetti di porfido, che subito mi provocano fastidio alle mie zone infortunate.
E inizia subito la sfida tra le testa che mi dice di andare piano e fare attenzione e le gambe che sono belle riposate dagli ultimi mesi di pochi allenamenti che vorrebbero spingere.
Il primo giro, come da tradizione, lo corro tutto, facendo naturalmente il mio giro lungo più veloce della serata: 3,605 km a 5'50''/km.
Mi sento bene e non ho dolori (dopo il primo paio di km spariscono sempre) e al secondo giro cammino giusto la salita di San Rocco (media giro 5'58''/km).
E tutto procede più o meno regolare fino all'ottavo giro, quando ho percorso circa 29 km, con una media totale di 6'25''/km. Ad ogni giro mi sono idratato con acqua e con un sorso dei miei sali minerali e ogni 2-3 giri ho anche mangiato un po' di anguria.
Iniziano però i dolori alla zona pubica che passano da sopportabili a sempre più forti, costringendomi a rallentare i ritmi e a passare dalla corsa alla camminata su tutto il percorso. Me la prendo comoda e ad un giro mi fermo a mangiare un gelato offerto sempre dai ragazzi volontari, ad un altro a spiegare alla speaker e ad alcuni amici che ormai la mia gara è finita. Vorrei fermarmi e ritirarmi ma loro mi spronano a provare ad andare avanti fino almeno ai 42 km per entrare in classifica. Mi faccio due conti e anche solo camminando dovrei farcela, così vado avanti. I successivi tre giri lunghi li percorro rispettivamente alla media di circa 10'/km, 11'/km e 12'/km. Poi finalmente si entra nell'ultima ora di gara e almeno le salite ripide sono finite. Come gli altri anni in questa fase mi ritornano sempre nuove energie, forse per l'avvicinarsi della fine della gara, ma questa volta quando riprovo a correre sento troppo dolore e ritorno alla camminata. Mi dicono però che con i 42 km entro in classifica ma non nel DUV, così aumento il ritmo della camminata cercando di farcela. Quando mancano 5 capisco che o corro o a 45 km non ci arriverò più, così stringo i denti e inserisco qualche nuovo tratto di corsa.
Allo sparo di mezzanotte il mio orologio segna proprio 45 km, fortunatamente confermati anche dalla misurazione ufficiale (45,149 km).
Avendo camminato per oltre due ore non sono neanche tanto stanco come negli altri anni, così mangio e bevo qualcosa di quelle rimasta sulla mia sedia/postazione e me ne torno a casa. Più di questo non potevo fare, anzi, nemmeno questo avrei dovuto fare...
Ma per fortuna il giorno dopo i dolori inguinali non sono aumentati, quindi almeno mi sono tolto la soddisfazione di terminare con dignità la terza gara del 2021 che avevo in programma.
5 km: 21'20'' (4'16''/km) ---10 km: 43'54'' (4'23''/km)
21 km: 1h35'29'' (4'32''/km) --- 30 km: 2h37'57'' (5'15''/km)
42 km: 4h07'29'' (5'52''/km)
--- 6 ore: 50,506 km (7'08''/km)

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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da victor76 »

Ed ecco la seconda.
Come già scritto sopra, dopo la gara avevo deciso di fermarmi e farmi visitare. E così mi sono fermato, sono stato in vacanza e sono rientrato, trascorrendo oltre 10 giorni senza correre. Ma naturalmente trovare un medico disponibile per visitarmi ad agosto è stata una missione impossibile.
Avevo prima fissato un appuntamento con un fisioterapista che poi mi ha dato buca.
Poi avevo trovato una brava fisiatra, ma che al momento non visita perchè è al nono mese di gravidanza.
Infine ho chiamato al mio ortopedico storico, che per fortuna mi ha trovato un posto per visitarmi ieri.
Il responso della visita è stato chiaro: sospetta pubalgia la cui gravità doveva essere confermata da ecografia. Il medico mi ha anche detto che in base alla gravità (e dal dolore che sentivo nei movimenti che mi faceva fare mi ha detto che era abbastanza elevata) questi erano gli step da seguire: cura con antinfiammatori, tecar, onde d'urto e infiltrazioni di ozono (credo, non ne sono sicuro però)... Lui non ha centro di riabilitazione quindi non mi farebbe fare mai cose inutili, per questo lo preferisco agli altri.
Esco dal medico e inizio subito a cercare un appuntamento per l'ecografia e lo trovo già per stamattina.
Il dottore che mi fa l'eco non fa in tempo a dirmi che c'è l'infiammazione, soprattutto a sinistra che si accorge che si sono due linfonodi, uno a destra e uno a sinistra, dovuti secondo lui al vaccino Covid. Quindi mi dice che la mia priorità e fare una cura antibiotica e antinfiammatoria per fare curare questi linfonodi e di non fare invece la cura dell'ortopedico.
Ora non so che fare e ho inviato il tutto all'ortopedico, restando in attesa di un suo responso. Dell'ortopedico mi fido abbastanza, mentre il dottore di oggi non lo conosco proprio.
Nell'attesa non so che fare, tranne corricchiare fino all'inizio della cura ](*,)
5 km: 21'20'' (4'16''/km) ---10 km: 43'54'' (4'23''/km)
21 km: 1h35'29'' (4'32''/km) --- 30 km: 2h37'57'' (5'15''/km)
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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da Salve1907 »

@Victor76 mi spiace leggere del tuo infortunio....io le ho provate tutte per il ginocchio. (tendine rotuleo da operare che aspetto la sua esplosione per operarmi).

Sulle infiammazioni ti consiglio nell'ordine:
FASE ACUTA
TANTO e ripeto TANTO, aulin/oki/ecc

FASE MEDIA
Onde d'urto quelle radiali ma fatte come si deve, se no lasà pert

FASE MEDIA
Ozonoterapia, se fatta bene SERVE

FASE BASSA
Compex e ghiaccio e streching
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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da victor76 »

Grazie dei consigli, Carlo... Li terró ben presenti!
5 km: 21'20'' (4'16''/km) ---10 km: 43'54'' (4'23''/km)
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