"L'arte di correre" di Haruki Murakami
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mantissa
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Re: "L'arte di correre" di Haruki Murakami
qui c'è un post per te caro mantissa!
http://www.runningforum.it/viewtopic.php?f=16&t=24679
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mantissa
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Re: "L'arte di correre" di Haruki Murakami
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Dano_tn
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Re:
Questo secondo me è uno dei fatti più gravi.mantissa ha scritto: già la storpiatura del titolo sconvolge l'intera aspettativa che si può avere da un libro del genere; ma qui sarà sicuramente farina dell'editore.
Il titolo originale (what I talk about when I talk about running) che richiama molto da vicino un altro libro, di Raymond Carver (what we talk about when we talk about love) di cui Murakami è traduttore in giapponese.
Aveva un senso, era un bel titolo...non si capisce davvero perchè l'abbiano cambiato e banalizzato così
At 18 miles you wonder why you do this. At 26.2 it becomes perfectly clear.
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mantissa
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la cosa buffa è che Einaudi è editrice anche di Carver in Italia già da qualche anno.
ancora più buffo è pensare che Einaudi è stata quella che ha ristabilito il titolo originale di Norwegian wood (Feltrinelli lo aveva chiamato Tokyo blues).
tutto sommato capisco la linea editoriale per questa traduzione pecoreccia e neoclassica adatta al lettore italiano medio. il fatto però è che lascia scontenti sia gli amanti della corsa che si aspettano qualcosa di diverso e che magari saltano l'incipit dove si spiega che tipo di libro sia, sia chi ama Murakami, sia chi ama Murakami e anche Carver, sia chi ama la letteratura in generale e magari sarebbe curioso di capire quale sia il legame fra la raccolta di racconti di Carver e questo libro riguardo le vicende personali di Murakami che ruotano anche intorno alla corsa, sia chi ama lo sport e si ritrova con un libro che parla attraverso lo sport e non di.
ancora più buffo è pensare che Einaudi è stata quella che ha ristabilito il titolo originale di Norwegian wood (Feltrinelli lo aveva chiamato Tokyo blues).
tutto sommato capisco la linea editoriale per questa traduzione pecoreccia e neoclassica adatta al lettore italiano medio. il fatto però è che lascia scontenti sia gli amanti della corsa che si aspettano qualcosa di diverso e che magari saltano l'incipit dove si spiega che tipo di libro sia, sia chi ama Murakami, sia chi ama Murakami e anche Carver, sia chi ama la letteratura in generale e magari sarebbe curioso di capire quale sia il legame fra la raccolta di racconti di Carver e questo libro riguardo le vicende personali di Murakami che ruotano anche intorno alla corsa, sia chi ama lo sport e si ritrova con un libro che parla attraverso lo sport e non di.
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Dano_tn
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Re: "L'arte di correre" di Haruki Murakami
Esattamente.
Forse, per pure questioni di marketing, posso immaginare che un titolo "l'arte di..." attiri anche potenziali lettori che sperano in un manuale o simili (e che non leggono nemmeno la quarta di copertina)? certo che se anche Einaudi deve piegarsi a queste logiche...
boh...io per non sbagliare l'ho letto in originale
Forse, per pure questioni di marketing, posso immaginare che un titolo "l'arte di..." attiri anche potenziali lettori che sperano in un manuale o simili (e che non leggono nemmeno la quarta di copertina)? certo che se anche Einaudi deve piegarsi a queste logiche...
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Dano_tn
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Re: "L'arte di correre" di Haruki Murakami
No, scusa. Intendevo originale in inglese. Forse mi sbaglio, ma mi sembra che il libro in questione sia stato scritto direttamente in inglese, non ne sono certo. Comunque il giapponese per ora no...non lo domino
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mantissa
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ahah, scusa te.
credo sia stato scritto in giapponese (o perlomeno il titolo originale indicato nelle informazioni all'interno è in giapponese), ma in giro qua e là per vari paesi fra cui gli Stati Uniti.
vabè, poca differenza. a occhio o a mio gusto mi sa che la traduzione inglese o in qualsiasi altra lingua non possa fare a meno di essere migliore di quella italiana.
credo sia stato scritto in giapponese (o perlomeno il titolo originale indicato nelle informazioni all'interno è in giapponese), ma in giro qua e là per vari paesi fra cui gli Stati Uniti.
vabè, poca differenza. a occhio o a mio gusto mi sa che la traduzione inglese o in qualsiasi altra lingua non possa fare a meno di essere migliore di quella italiana.
