Aggiorno il 3D col resoconto di una breve garatta fatta ieri.
Non è sicuramente la mia distanza di gara preferita ma mi sono divertito. Ora però spero di riuscire a dedicarmi di nuovo a qualche trail, visto che i dolori sembrano a bada nelle ultime (due) uscite in montagna che ho fatto. Il 12 giugno c'è un trail interessante qui in Sila di distanza imprecisata (42 km sul sito Fidal, 45 su regolamento e 43 la traccia del percorso) e spero di riuscire a partecipare. Altrimenti ho altri trailetti brevi di riserva
In un periodo con poche gare interessanti scelgo di partecipare alla Panoramica di Primavera che si corre ogni anno a Lamezia Terme. Il percorso è molto divertente in quanto è caratterizzato da una prima parte in cui si sale dal centro di Lamezia Terme verso la parte alta e dal successivo ritorno al centro attraverso la strada provinciale composta da tratti ripida discesa.
Alle 8:15 arrivo a Lamezia, parcheggio e raggiungo i miei compagni di squadra, per quello che per me il primo incontro ufficiale. Siamo un bel numero di atleti per essere una squadra neo formata e l'affiatamento non manca in quanto il grosso del gruppo è insieme da anni.
Dopo i saluti di rito, iniziamo il riscaldamento nei pressi della partenza e intorno alle 10:25 la gara inizia.
Per fortuna la giornata è nuvolosa perchè essendoci alle 8 già 22°C il meteo non faceva presagire bene.
Il primo tratto è più o meno in piano e lo corro in modalità controllo, già concentrandomi sulla lunga e ripida salita che a breve dovrò affrontare. I compagni di squadra Carmine, Valerio e Mirko mi sono davanti, ma cerco di tenere il mio ritmo senza cercare di raggiungerli, per evitare di sprecare energia in strappetti che sono energicamente molto dispendiosi.
Più si va avanti più la salita diventa ripida, ma per fortuna le gambe sembrano aver recuperato dai 30 km di corsa in montagna di 7 giorni e salgo senza problemi, rifiatando nei brevi tratti in cui la salita si attenua. Recupero prima Mirko (che si era anche dovuto fermare per un pit stop) e poi Carmine. Infine, raggiungo Valerio con quale faccio l'ultimo tratto di salita e poi tutta la discesa. Anche in questa fase non spingo al massimo perchè so che finito il tratto in discesa, c'è ad aspettarmi l'ultimo km in leggera salita, via via più ripida man mano che ci si avvicina al traguardo.
Già dai primi metri del cambio di pendenza sento le gambe non rispondermi bene, ma non appena raggiungo il tratto più in piano riesco ad acquisire un certo ritmo che porta a raggiungere e sorpassare almeno 3 atleti che avevo davanti.
Raggiungo così il rettilineo del traguardo da solo, senza nessuno alle spalle che possa soffiarmi la posizione e nessuno davanti da riuscire più a raggiungere, e posso così godermi l'arrivo in controllo.
Chiudo la gara con una media di 4'40''/km, leggermente più alta di quella tenuta nel 2019 (4'36''/km) ma allora ero molto più allenato e soprattutto non provenivo da un periodo lungo di fermo come quello dello scorso anno.
Dopo questa ottima (per i miei canoni) prestazione e contento di aver rivisto i miei amici, e con la nostra unica ragazza in squadra che arriva prima assoluta tra le donne, posso quindi tornarmene felice a casa e puntare ai prossim i obiettivi (trail finalmente!).
Grazie, ragazzi! Nella mia Regione quest'anno ci sono in calendario FIDAL ben 4 trail, mentre gli altri anni a malapena 1. Devo provare a farli tutti
@Beppogo, a Cortina e dintorni tornerei ogni anno, ma come faccio? Sono troppo lontano ed è troppo complicato (e costoso) organizzarmi
Buongiorno a tutti!
Causa pesante carico lavorativo in questo periodo mi sto collegando poco, ma con le corse non mi sono di certo fermato!
Posto il racconto della gara trail fatta domenica scorsa qua in Sila, che sarebbe dovuto essere un ultratrail ma che alla fine è stato modificato e un po' ridotto il percorso.
Come al solito sul mio sito trovate anche qualcosa in più, tipo risultati generali e qualche foto.
Buona (lunga) lettura!
Il desiderio di partecipare a questa gara era molto forte in quanto lo scorso anno ad ottobre, quando si è svolta la prima edizione, ero infortunato e completamente fermo. Non essendoci eventi del genere in Calabria, per fare una gara di trail di solito sono costretto a fare centinaia di km in macchina per riuscire a parteciparvi. Stavolta quindi l'occasione di correre così vicino a casa è veramente un'opportunità da non sprecare.
Avendo ricominciato a correre a gennaio, la preparazione è stata fino ad ora sempre come una rincorsa, col dubbio che il minimo imprevisto potesse farmi saltare tutto quello che avevo in programma. E visto che inizialmente fare trail mi creava dolore sia all'inguine sia all'adduttore sinistro, la mia serie di allenamenti specifici è stata la seguente: il 5 aprile 3 km in montagna; il 16 aprile 16,5 km; il 1° maggio 23 km; il 15 maggio 30,5 km e infine il 29 maggio 36 km. Soli 5 allenamenti in montagna con dislivello e pure molto ravvicinati, ma non avevo alternativa.
Alla settimana arrivo con due problematiche: 1. le mie gambe sono stanchissime come mai mi è successo negli ultimi mesi; 2. la gara lunga della Sila rischia di saltare a causa dell'impossibilità di ripulire il percorso in alcuni tratti.
Dopo il primo allenamento fatto il martedì prima della gara di 7 km, capisco che non è cosa e riduco gli altri due allenamenti previsti a 5 km e con andature bassissime, ma le gambe restano sempre costantemente stanche. Per fortuna all'ultimo allenamento del venerdì le sento un po' meglio, quindi confido che per domenica possano migliorare ancora e magari rigenerarsi (come effettivamente poi è accaduto).
Per quanto riguarda i problemi sulla gara lunga, solo l'ultimo giorno utile per le iscrizioni ho la certezza che la gara si svolga, ma invece di fare il giro lungo da 45 km hanno deciso di farci percorrere due volte il percorso della corta da 23 km. Questo mentalmente ha il contro che sai già che da ogni punto dovrai ripassare, ma d'altra parte almeno al secondo giro conosci già i punti critici e sai meglio come gestirti e come non perderti nel bosco (ma questo per alcuni atleti non è stato vero come spiegherò più avanti).
Ma andiamo al giorno della gara. Mi alzo con calma, faccio una bella colazione e alle 8 sono già sul posto. Soluto i conoscenti e inizio a chiedere info sul percorso a chi l'ha fatta l'anno passato. Trovo una temperatura di 13°C che mi fa riflettere sul partire in t-shirt o con antivento, in considerazione del fatto che alcuni tratti li farò camminando e nel fitto bosco, arrivando fino ad oltre 1.700 m di quota.
Alla fine opto per correre in t-shirt, ma mi porto dietro nello zaino sia una maglia termica a maniche corte sia uno smanicato antivento. In caso il clima cambi qualcosa di più caldo potrà essermi molto utile.
Alle 9 circa parte la gara, con 7 atleti della lunga e una ventina della 23 km. La cortissima di 9 km inizierà dopo.
Prima di partire ho imparato a memoria l'altimetria del percorso, che peraltro è abbastanza semplice, in modo da regolarmi un po' su cosa mi aspetta nei vari tratti e dosare le energie. I primi 3 km sono tutti in salita con una pendenza che quasi sempre mi permette di correre e li faccio insieme ad un gruppetto di atleti della 23 km, tra cui l'amico Kamel e due ragazze pugliesi. A fine salita il gruppetto resta indietro e così proseguo da solo. Ho già il dubbio che stia andando troppo forte, avendo lasciato dietro atleti della 23 km, ma non sto forzando minimanente quindi proseguo.
Poco dopo il 3° km, si esce dal bosco e si giunge sulle piste da sci, dove c'è la salita più ripida del percorso: in 500 metri ben 90 m di dislivello (pendenza quindi al 18%). Sono ancora fresco e la salita non mi pesa, ma penso che al secondo giro invece potrebbe andare diversamente.
Una volta raggiunto e superato il rifugio dove arriva la cabinovia su Monte Curcio, si inizia a scendere fino a raggiungere il primo punto di ristoro poco prima del 5° km. Qua saluto i volontari, bevo dell'acqua e riparto. Proprio in questo punto vengo incredibilmente riconosciuto e fotografato da un ex collega universitario di mia moglie.
Nel corso della gara ad ogni ristoro non mi fermerò mai per più di 20-30 secondi: avendo portato nello zaino sia sali da bere sia cibo da mangiare non ho bisogno di perdere tempo ai ristori ufficiali, che peraltro sono perfettamente organizzati con acqua, sali, coca cola, frutta e dolci. E sempre tutti molto gentili, scherzosi e con parole di incoraggiamento.
Non vedo concorrenti davanti a me all'orizzonte e vado avanti con la mia andatura, senza mai forzare. La discesa è quasi continua fino al 10° km, dopo aver attraversato punti molto spettacolari e vari fastidiosi acquitrini. Uno dell'organizzazione mi dice che sono 6°C nella mia gara (ossia penultimo...). Non che abbia chissà che ambizioni cronometriche o di classifica, ma la notizia un po' mi demoralizza perchè pur non andando tanto forte comunque ho dietro di me parecchi della gara breve quindi mi aspettavo una posizione mogliore.
Nel frattempo ho raggiunto un concorrente pugliese della 23 km col quale proseguiamo insieme. Il mio compagno di avventura mi dice che fa trail in tutta Italia e che ha fatto 8 gare trail in 10 mesi, ma a vederlo non si direbbe. Nella discesa, ne ripida ne tecnica, mi si attacca a ruota e ad un certo punto finisce rovinosamente a terra, atterrando con la testa a pochi cm da due grosse pietre. Mi giro e torno indietro ad aiutarlo ad alzarsi e proseguiamo.
Dal 10° km inizia la lunga salita che durerà fino al 17° km. C'è un punto di ristoro dove bevo acqua, afferro una banana al volo e riparto di corsa. Il pugliese è qualche decina di metri più avanti di me e, alla prima biforcazione del sentiero, invece di seguire la freccia gialla del percorso che va a destra, segue quelle escursionistiche bianche e va a sinistra. Lo chiamo e gli indico la strada giusta, così proseguiamo di nuovo insieme.
Dopo i primi 4 km di salita abbastanza soft e quasi sempre corribile, si arriva al sentiero dello Spirito Santo che va fatto al passo. Non è una salita ripida come quella delle piste da sci, ma comunque è lunga e non ha per me senso correrla, visto che dovrò ripassarci per il secondo giro. In questo tratto incontriamo e sorpassiamo due ragazzi della gara lunga, che si erano fermati a fare stretching.
Dopo essere passati nuovamente al rifugio di Monte Curcio, al 17° km inizia la discesa, abbastanza ripida nel prima tratto tant'è che ho il timore che il pugliese che mi sta sempre dietro possa cadere e scivolarmi addosso. Con la scusa di andare in bagno, mi fermo e lo faccio andare avanti, ma dopo pochi secondi lo raggiungo di nuovo e si ferma per lasciarmi guidare l'ormai consolidato duo.
Dal 19° km inizia un tratto abbastanza corribile per un paio di km, dopo i quali i concorrenti della gara breve avranno solo discesa fino al traguardo. Dico quindi al mio compagno di avventura di accelerare perchè io devo dosare le energie mentre lui ormai può spremerle al massimo. E così va avanti mentre io procedo di passo lento, venendo raggiunto e superato dai due concorrenti della lunga che avevo passato sullo Spirito Santo. E sono quindi di nuovo sesto.
Neanche il tempo di godere della solitudine che vedo che il mio ex compagno di corsa ha sbagliato di nuovo strada. Insieme agli altri due lo chiamiamo e gli indichiamo la retta via...
Usciamo di nuovo all'aperto sulla pista da sci, ma la attraversiamo e entriamo subito nel bosco dall'altra parte.
Arriviamo quindi la 21° km e con mia sorpresa invece di riscendere fino al traguardo e risalire per il secondo giro, a noi della lunga ci fanno andare direttamente su. Mi faccio quindi un rapido calcolo mentale e arrivo alla conclusione che il giro lungo non sarà più tra 45 e 46 km ma tra 42 e 43. Meno fatica da fare ok, ma un po' mi dispiacerebbe non superare la canonica distanza della maratona.
Comunque ricomincio a salire con davanti a me, a qualche centinaio di metri, i due ragazzi della lunga (il 4° e il 5° in classifica). Loro hanno i bastoni e riescono a salire meglio, nei tratti in piano però cerco di correre in modo da riavvicinarmi e non perderli di vista.
Riesco di nuovo all'aperto sulle pista da sci e mi appare davanti nuovamente il muro affrontato all'andata. Quando inizio ad arrampiarmi uno dei due ragazzi è a metà salita mentre l'altro è quasi in cima. Procedo più lentamente del primo giro e respiro con la bocca aperta, tant'è che una mosca mi entra in bocca e me la sento bloccata in gola. Capendo che non riuscirò più a sputarla fuori, bevo un bel po' di sali e la mando giù. Proteine gratis.
Vado avanti passo dopo passo e quando vedo quello davanti a me fermarsi a rifiatare lo faccio anche io. Lui mi incita a non mollare e io gli rispondo che è tutto ok. Effettivamente sto bene e mentalmente so già che dopo questa salita il grosso è fatto.
Arrivati di nuovo in cima a Monte Curcio, ricomincio a correre, cosa che invece non fa il ragazzo che mi era davanti. Così quando inizia la discesa lo sorpasso e lo perdo di vista. Ora sono quinto.
Arrivo di nuovo al punto ristoro di Monte Curcio e trovo l'altro ragazzo che mi era davanti steso a terra a riposarsi. Ci scambio qualche parola, mi dice che sta bene e che vuole solo avvertire casa che è tutto ok (se ricordo bene...).
Bevo la solita acqua e rifiuto il panino con carne che mi vogliono offrire al ristoro, dicendo loro che se continuano a tentarmi mi fermo a mangiare e non riparto più. Riparto e sono in quarta posizione.
Continuo a scendere e incontro un punto di controllo con la Jeep dalla guardia di finanza. Chiedo quello davanti a me a quanto è e mi dicono che è troppo lontano per raggiungerlo. Non che io ne avessi la velleità, ma comunque volevo averne un'idea.
Scendo quasi sempre di corsa, mi bagno nuovamente i piedi nello gelido fiume Neto (impossibile superarlo senza metterci dentro i piedi), e al 30° km, finita la discesa, bevo l'acqua al solito ristoro e prendo una mezza banana da mangiare in corsa. Mi dicono che quello davanti è a circa 3 minuti, anche se io continuo a non vedere nessuno all'orizzonte.
Ricomincio a salire e alcuni tratti che al primo giro facevo di corsa mi rendo conto che li faccio camminando. La salita però è lunga 7 km e non posso rischiare di avere crisi che mi costringano a fermarsi, quindi vado al minimo dei giri.
Attorno al 32-33° km vedo un atleta davanti a me. E' un tratto in piano e io lo sto facendo di corsa, mentre il ragazzo cammina a fatica. Lo saluto e gli chiedo che è successo. Mi dice che ha avuto crisi di stomaco e che è in difficiltà. Gli offro qualcosa da mangiare ma mi dice che ha lo stomaco chiuso, quindi lo saluto e proseguo per la mia strada. E sono incrediblmente terzo.
Inizio a sentire dei dolorini muscolari alle gambe che mi fanno prospettare l'incubo dei crampi e cerco di non forzare più. Anche nei tratti in piani alterno la camminata alla corsa.
Arrivato al Sentiero dello Spirito Santo vedo davanti a me a 2-300 metri il secondo in classifica. Mi sembra in difficoltà, ma data la distanza non ne sono certo. E tanto oltre che andare avanti al passo non potrei fare comunque vista la salita ripida. Lo vedo però che si allontana sempre più e quando arrivo a fine salita nei pressi del solito ristoro del Monte Curcio mi ha seminato.
Al ristoro prendo un po' d'acqua e i volontari mi dicono che quello davanti a me si era perso e che se accelero lo raggiungo pure. Io però smentisco le loro ambiziose teorie perchè mi sono reso conto che il secondo è nettamente più forte di me e che se non si fosse perso a quell'ora sarebbe già al traguardo.
Riparto nuovamente, faccio gli ultimi 6-700 m di salita e inizio la ripida discesa. Faccio un po' di fatica a controllare le gambe all'inizio, ma pian piano si sbloccano e riesco a correre regolarmente.
Intorno al 38° km rivedo il secondo. Il tratto è in piano ma io ormai proseguo più camminando che correndo. Lo vedo arrivare da fuori pista, tagliando dall'alto il sentiero del tracciato, e invece di imbeccare il percorso giusto, lo taglia e scende diritto verso valle. Lo chiamo e gli indico la direzione da seguire, lui mi fa un cenno e riparte nel verso giusto. Ha un altro motore rispetto a me e lo perdo di nuovo subito di vista. Stavolta lo rivedrò solo al traguardo.
Poco dopo il 40° km finisce il tratto più o meno in piano, nel quale avrei potuto correre di più, ma la paura dei crampi mi fa andare piano.
C'è quindi la discesa finale fino al traguardo, alternata da qualche breve tratto in piano, che nella mia testa pensavo di fare tutta di corsa, ma che in realtà dovrò fare sempre alternando corsa e cammino. Mi rimetto a correre definitivamente solo in vista del traguardo, quando sono sicuro di riuscire ad arrivarci correndo, dato che c'è l'ultima difficoltà del traguardo in salita.
Sento lo speaker annunciarmi e dice che sono il penultimo atleta (come penultimo? dovrebbero essercene 4 dietro di me...) e poi aggiunge che sono anche il terzo assoluto. Allora si che i conti mi tornano.
Vedo tante facce conosciute ad aspettarmi al traguardo e sono contentissimo di aver portato a casa questa gara. L'amico Marco mi riprende col telefono e mi incita fino alla fine.
Chiudo la gara in 6 ore e 4 minuti, un tempo insperato per me alla partenza, tant'è che avevo detto agli organizzatori che avrei sicuramente sforato il tempo limite fissato in 6h30'. Totale km finali poco più di 42.
Il terzo concorrente alla fine è riuscito a darmi oltre 6 minuti nei pochi chilometri finali (e se non si fosse più volte perso me ne avrebbe dati molti di più...), mentre quello dopo di me era nel frattempo uscito dalla crisi e mi è arrivato alle spalle di circa 3 minuti.
Neanche il tempo di guardarmi in giro e ricevere la congratulazioni dei presenti che mi dicono che devo salire sul podio per la premiazione. Riesco a bere al ristoro una bibita al caffè e subito mi fanno salire sul terzo gradino del podio. Con le gambe stanche stare su quel trabiccolo mi fa pensare agli esercizi che facevo sulla balance board della Decathlon. Faccio fatica a stare in equilibrio su quel coso che si muove, ma poi chiamano gli altri due, ci danno i premi e ci facciamo le foto di rito.
Sul più bello il primo arrivato apre lo spumante e pensa bene di annaffiare tutti noi altri. Il contatto tra lo spumante e i miei occhi mi provoca un bruciore terribile e con gli occhi chiusi riesco a malapena ad arrivare al tavolo del ristoro per chiedere alla gentile volontaria dell'acqua per lavarmi la faccia...
Tornatami la vista, ritorno verso il podio per raccogliere i premi a me riservati (due bottiglie di vino, della pasta, un barattoli di marmellata e uno di nduja, degli integratori sportivi, una birra artigianale locale, delle cialde di caffè e di sicuro qualche altra cosa che adesso mi sfugge).
Vado verso la macchina per cambiarmi e mentro lo faccio vedo passare il quarto classificato. Lo saluto e mi racconta della sua magica ripresa negli ultimi chilometri. Poi mi chiede un passaggio fino a Cosenza, cosa a cui io subito acconsento, trascorrendo quindi parte del rientro a casa continuando mentalmente e piacevolemnte a ripercorrere i sentieri che durante la giornata abbiamo fisicamente attraversato.
Bravo victor! Bellissimo resoconto, riesci a trasportarci nella gara e pure a darci una lezione sullo sport e sulla sportività.
Davvero tanti applausi per il podio e la gestione della gara (non solo riferito alle energie)
Grazie a tutti!
Il podio lascia il tempo che trova, visto quanti eravamo... ma per la verità il pacco gara culinario riservato al terzo posto è stato ben gradito
Sono molto soddisfatto anche io per la gestione perchè nelle ultime gare lunghe che ho fatto non ne avevo azzeccata una e mi ero sempre trascinato al traguardo