Come valutate un runner?

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asino67
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Re: Come valutate un runner?

Messaggio da asino67 »

e se lo valutassimo da quantp è gnocca la moglie...??? =D> =D> =D>
Io credo che neanche tu hai ancora capito il vero spirito del surf. È uno stato mentale, dove prima ti perdi e poi ti ritrovi. (Bodhi)
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Runn1ng
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Re: Come valutate un runner?

Messaggio da Runn1ng »

asino67 ha scritto:e se lo valutassimo da quantp è gnocca la moglie...??? =D> =D> =D>
:lol: :lol:
La tua sconfitta arriva soltanto alla tua ultima gara...
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Anve73
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Re: Come valutate un runner?

Messaggio da Anve73 »

dario88 ha scritto:si vede che non sei un mezzofondista :mrgreen: :wink:
signori è inutile che tentiamo di fare i bravi (io non ci ho mai provato)...per me ogni gara è una guerra! E tutti quelli davanti....sono avversari da battere! Poi, dopo la gara, possiamo anche scolarci un barile di birra insieme, ma durante non guardo in faccia nessuno.
Dario, leggi questo stralcio di articolo (>Albanesi), a me ha fatto riflettere e personalmente lo sottoscrivo riga per riga.
:beer:
"Un'altra causa di contrasti è la competizione: arrivare primi significa essere bravi, essere grandi, arrivare secondi vuol dire essere dei falliti. Questo atteggiamento ci porta spesso a renderci invisi perché non rispettiamo le regole e facciamo qualunque cosa pur di vincere, perché ci beiamo della nostra vittoria, aumentando il senso di fallimento degli sconfitti. Chi è felice perché con la sua vittoria ha sconfitto gli altri, perché vale più di loro e può guardarli dall'alto in basso è un poveraccio che non vale niente.
Il concetto da cui deve partire un'analisi corretta della competitività è che la vittoria non è lo scopo e che quindi vincere non vuol dire essere i migliori. Gli sportivi ricorderanno ora la celebre frase forse decoubertiniana: "L'importante è partecipare"; il senso del nostro discorso non è però questo. Infatti la famosa frase olimpica è sì bella, ma spesso non si sposa con la vita di tutti i giorni. Partecipare, lo sanno tutti, non basta: è come se per uno studente bastasse essere presente alle lezioni: certo non gli si chiede di essere il migliore, ma almeno deve impegnarsi quanto basta per essere promosso. Siamo cioè in presenza di due concetti estremi. Credere che "vincere è l'unica cosa che conta" porta a una competitività esasperata che si ritorce contro di noi facendoci odiare dai secondi e facendoci sentire falliti quando perdiamo (sì, perché la vittoria può essere merito nostro, ma spesso è demerito degli avversari che non sono sufficientemente forti o preparati: chiunque può trovare qualcuno più forte di lui. E allora che cosa si fa: ci si suicida?). Al contrario il concetto per cui "l'importante è partecipare" porta a una sorta di pigrizia che non riesce a farci dare il meglio di noi stessi.
Il segreto che risolve entrambe le posizioni sta tutto in questa regola: la competizione serve per dare il meglio di noi stessi e gli altri non sono avversari da battere, ma punti di riferimento. Chi pratica uno sport amandolo capirà benissimo che cosa voglio dire: quando un avversario ti stacca puoi ritirarti (e allora sei un nevrotico), puoi tirare i remi in barca (e allora sei un pigro) o puoi usarlo come punto di riferimento per dare il massimo e fare tutto ciò che potevi fare quel giorno. Anche nella quotidianità il segreto è lo stesso: se ti impegni in una competizione, non pensare al risultato, pensa solo a dare il massimo di te stesso. "
grassetti, sottolineati e colori sono miei..
:salut:

p.c. e scusate per l'OT
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Anve73
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Re: Come valutate un runner?

Messaggio da Anve73 »

Anve73 ha scritto:
dario88 ha scritto:si vede che non sei un mezzofondista :mrgreen: :wink:
signori è inutile che tentiamo di fare i bravi (io non ci ho mai provato)...per me ogni gara è una guerra! E tutti quelli davanti....sono avversari da battere! Poi, dopo la gara, possiamo anche scolarci un barile di birra insieme, ma durante non guardo in faccia nessuno.
Dario, leggi questo stralcio di articolo
ho omesso di scrivere "se ti va, sennò :beer:"
asino67
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Re: Come valutate un runner?

Messaggio da asino67 »

sottoscrivo in pieno :beer: :beer: :beer: :beer: :beer: :beer:
Io credo che neanche tu hai ancora capito il vero spirito del surf. È uno stato mentale, dove prima ti perdi e poi ti ritrovi. (Bodhi)
Point Break – Punto di rottura, film del 1991 con Keanu Reeves e Patrick Swayze, diretto da Kathryn Bigelow
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dario88
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Re: Come valutate un runner?

Messaggio da dario88 »

Anve73 ha scritto:
Anve73 ha scritto: Dario, leggi questo stralcio di articolo
ho omesso di scrivere "se ti va, sennò :beer:"
Leggo albanesi sempre con un minimo di pregiudizio (purtroppo mi ci sono avvicinato quando ho iniziato a correre e non era proprio mr simpatia). Ad ogni modo non condivido a pieno il suo discorso. Se vengo battuto (cosa che avviene sistematicamente) cerco di raggiungere i miei avversari, sempre combattendo lealmente (albanesi presume che chi è competitivo pur di vincere diventa anche scorretto, ma è una presunzione non dimostrabile). Se vinco non faccio pesare la sconfitta a nessuno, mi basta quando chi di solito arriva davanti e invece quella volta è arrivato dietro venga da me ad accampare scuse di ogni tipo (era infortunato, stanco, non ha dormito ecc.), questi soggetti si sentono falliti da soli, di certo non sono io che li faccio sentire così.

Inoltre credo che la frase
Anve73 ha scritto:vincere non vuol dire essere i migliori
non sia corretta. Se vinci sei il migliore quel giorno, con quelle condizioni, punto. Oggi c'erano i 10000 femminili, quella che ha vinto non ha tirato un metro, la compagna, favorita, ha tirato la gara e poi è stata battuta. La migliore è stata quella che strategicamente ha sfruttato la situazione. Enfatizzare i demeriti dell'avversario per giustificare le nostre vittorie significa non avere fiducia in se stessi e on credere di poter vincere se non quando gli altri sono KO. Questo fa male ad un atleta (vedi il povero asafa powell con bolt, potrebbe batterlo ma è chiaramente intimidito dalla figura di bolt).
Il piacere del sorpasso dell'avversario è un'ascesa paradisiaca, ci si libera dei peccati e si fugge dall'inferno delle retrovie.

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Appuntalapis

Re: Come valutate un runner?

Messaggio da Appuntalapis »

Ripensandoci, valuto un runner anche per la sua capacità di gestire il suo corpo. Si è veri runner se non ci improvvisiamo runner, atleti; si è veri runner se non ci spremiamo come limoni solo per il gusto di immaginarci ...Atleti.
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Re: Come valutate un runner?

Messaggio da wmic »

dario88 ha scritto:
Anve73 ha scritto:vincere non vuol dire essere i migliori
non sia corretta. Se vinci sei il migliore quel giorno, con quelle condizioni, punto. Oggi c'erano i 10000 femminili, .... Enfatizzare i demeriti dell'avversario per giustificare le nostre vittorie significa non avere fiducia in se stessi e on credere di poter vincere se non quando gli altri sono KO. Questo fa male ad un atleta (vedi il povero asafa powell con bolt, potrebbe batterlo ma è chiaramente intimidito dalla figura di bolt).
Secondo me bisogna distinguere 2 ambiti che alle volte possono essere estremamente differenti:
la competizione ai massimi livelli e quella amatoriale. Spesso anche nelle gare amatoriali ci sono livelli agonistici di rilievo, mentre più raramente vale per l'aspetto atletico. Ci sono alcune competizioni dai livelli talmente scarsi che credo ci sia poco da bearsi per essere il migliore. Insieme all'obiettività nel sapere valutare i meriti nostri e degli avversari, secondo me ci vuole anche della sana autocritica nel pesare i risultati.
Più che essere il migliore quel giorno (affermazione incontrovertibile per il vincitore), per l'amatore credo che valga maggiormente il fatto di dare o meno il meglio di sè.. . Esempio: tra vincere una gara di scarso livello con una prestazione scarsa e fare un tempo che sembrava impossibile, contenendo il distacco da gente molto più forte o evitando di farsi doppiare dai professionisti, .. .. .secondo me sono cose dallo spessore nettamente diverso!
Neanche a me piacciono quelli che hanno sempre la scusa pronta davanti a prestazioni negative, mentre apprezzo chi sinceramente sa ammettere il valore della propria gara. :ot: Come non mi piacciono quelli che in gara cercano di informarsi sulle categorie degli avversari, per fare 2 conti e puntare alla borsa della spesa (leggi premio).
Insomma, per chi compete ai massimi livelli il risultato di classifica è importantissimo, scendendo di livello assume una valenza molto più relativa; può dare grosse soddisfazioni, ma a mio avviso passa in secondo piano rispetto alla prestazione.
Ultima modifica di wmic il 30 ago 2011, 11:59, modificato 2 volte in totale.
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Anve73
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Re: Come valutate un runner?

Messaggio da Anve73 »

wmic ha scritto:
dario88 ha scritto: non sia corretta. Se vinci sei il migliore quel giorno, con quelle condizioni, punto. Oggi c'erano i 10000 femminili, .... Enfatizzare i demeriti dell'avversario per giustificare le nostre vittorie significa non avere fiducia in se stessi e on credere di poter vincere se non quando gli altri sono KO. Questo fa male ad un atleta (vedi il povero asafa powell con bolt, potrebbe batterlo ma è chiaramente intimidito dalla figura di bolt).
Secondo me bisogna distinguere 2 ambiti che alle volte possono essere estremamente differenti:
la competizione ai massimi livelli e quella amatoriale. Spesso anche nelle gare amatoriali ci sono livelli agonistici di rilievo, mentre più raramente vale per l'aspetto atletico. Ci sono alcune competizioni dai livelli talmente scarsi che credo ci sia poco da bearsi per essere il migliore. Insieme all'obiettività nel sapere valutare i meriti nostri e degli avversari, secondo me ci vuole anche della sana autocritica nel pesare i risultati.
Più che essere il migliore quel giorno (affermazione incontrovertibile per il vincitore), per l'amatore credo che valga maggiormente il fatto di dare o meno il meglio di sè.. . Esempio: tra vincere una gara di scarso livello con una prestazione scarsa e fare un tempo che sembrava impossibile, contenendo il distacco da gente molto più forte o evitando di farsi doppiare dai professionisti, secondo sono cose dallo spessore nettamente diverso!
Neanche a me piacciono quelli che hanno sempre la scusa pronta davanti a prestazioni negative, mentre apprezzo chi sinceramente sa ammettere il valore della propria gara. :ot: Come non mi piacciono quelli che in gara ti cercano di informarsi sulle categorie degli avversari, per fare 2 conti e puntare alla borsa della spesa (leggi premio).
Insomma, per chi compete ai massimi livelli il risultato di classifica è importantissimo, scendendo di livello assume una valenza molto più relativa; può dare grosse soddisfazioni, ma a mio avviso passa in secondo piano rispetto alla prestazione.
Ti quoto in pieno!!
=D> =D> =D>
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TUAREG
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Re: Come valutate un runner?

Messaggio da TUAREG »

i vostri metodi di misurazione non fanno altro che confermare che sono una " ciofeca" :cry: :cry: :cry: :cry:
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