E anche questa avventura l'ho portata a termine. Pure stavolta è stato complicato, ma se le cose fossero sempre semplici che gusto ci sarebbe a farle?
Avendo poco tempo a disposizione posterò il racconto a rate stavolta... sperando di terminarlo nel giro di questa settimana!
Iniziamo con la prima parte
PROLOGO
Una gara in mezzo ai boschi della Sila, in pieno inverno, con neve, temperatura sotto zero e di notte. Ma che pazzia è mai questa? Eppure ogni anno ho monitorato questa gara, ma soprattutto per motivi lavorativi non ho potuto mai prendervi parte.
Così nei primi di ottobre, quando leggo dell'offerta di iscrizione di 1 euro a km, clicco senza pensarci su e senza neanche avere davanti un regolamento di gara, visto che sul sito c'è solo quello dell'edizione passata.
E non ci ho più pensato fino a fine gennaio quando, andato a correre nella mia montagna con circa 30 cm di neve per neanche mezz'ora, ho realizzato di essere completamente impreparato e soprattutto non attrezzato a riguardo. In più, la settimana successiva in Sila erano previste temperature in quota prossime ai -15°C e da lì mi è salito subito un sommo timore verso questa gara, che sarebbe stata dopo neanche un mese.
Chiamo così uno degli organizzatori che mi dedica il suo tempo e mi consiglia cosa acquistare, a completamento delle cose che già possiedo. In più mi da diverse dritte e consigli su come affrontare questo tipo di gara, prospettandomi gli scenari più critici che mi possano capitare.
Parto subito con gli ordini online e dopo 15 giorni ho tutto ciò che mi serve. Ordino delle scarpe da Trail in Goretex, due paia di calzini di media lunghezza e invernali, un nuovo copricapo, una maglia al 72% in lana merinos, scaldini, altri guanti, barrette energetiche.
Ora ho pure più opzioni di alcune attrezzature, che sceglierò gli ultimi giorni in base alle condizioni meteo previste per l'effettivo giorno dell'evento.
La settimana della gara arriva un caldo completamente fuori stagione, tanto che il venerdì della partenza porta a Cosenza 22°C e in Sila una minima notturna di soli pochi gradi sotto lo zero. Questo mi fa essere più ottimista sulle criticità notturne ma non proprio tranquillissimo.
La sera prima della gara preparo lo zaino e incredibilmente riesco ad infilare nel mio 5 litri: 1 piumino, 1 maglia termica di riserva, 1 calza lunga di riserva, la seconda frontale, 6 batterie AAA, 5 barrette, 4 mezzi sandwich con burro di arachidi, due borracce da 500, una mappa del percorso con i miei appunti, il telefonino (con sopra caricata l'app dove l'organizzazione ci monitorerà), due teli termici, due buste da usare per i guadi, un paio di guanti di riserva, tre scaldini.
La notte prima della gara mi addormento subito verso le 22, ma è solo un falsa illusione perchè alle 23 sono già sveglio e così rimarrò fino a quasi le 2. Poi dormiveglia fino alle 5:25 e infine alle 6 mi alzo definitivamente, più stanco di quanto sia andato a letto. Mi sento esausto e assonnato e mi tocca pure lavorare fino alle 13... Dopo una mattinata di sbadigli e un rapido ripasso del percorso, stacco dal lavoro e torno a casa, mangio qualcosa e mia moglie mi convince ad andare a provare a riposarmi. Poggio la testa alle 14:15 sul cuscino e alle 15, dopo l'impressione che non fosse passato neanche un minuto, lei mi sveglia, come da accordi. Mi alzo e mi sento rinato, tutta la stanchezza mattutina sembra sia scomparsa. Bene, ora sono davvero pronto a partire in direzione di Camigliatello Silano!
IN ATTESA DI PARTIRE
Mentre salgo in macchina verso la Sila mi guardo in giro e vedo pochissima neve. Solo un po' più accumulata nelle zone dove non arriva il sole e così mi illudo che sarà sul percorso. Sbagliando.
Arrivo per le 17 nella zona della partenza, chiedo ad un ragazzo dove si trova la Stazione di posta NDUT, appunto sede di partenza e arrivo, e mi dice che è poco più sopra ma che occorre parcheggiare lì a bordo strada e così faccio.
Parcheggio e mi reco subito al rifugio, dove ritiro il pacco gara (composto da una borraccia, una bibita al mandarino e la medaglia di legno) e attivo l'app di tracking sul telefono col numero di pettorale che mi hanno attribuito. Faccio una foto alla partenza e inizio a saggiare coi piedi lo sprofondamento nella neve presente già lì, dove centinaia di persone ci sono già passate. Ma non faccio collegamenti mentali con ciò che mi potrebbe aspettare sul percorso... La voglia di partire è tanta e penso solo a voler iniziare questa avventura il prima possibile.
Me ne torno in macchina e inizio a prepararmi, che tanto devo essere sotto l'arco per le 18 per il briefing, con partenza alle 19. Provo le ghette lunghe ma ho l'impressione che non siano proprio aderenti alla scarpa, così alla fine decido di mettere le ghette corte, che avevo usato solamente alla gara sull'Etna e che in pratica non erano servite a nulla se non a tagliarmi la pelle. Ci sono 4 gradi e vorrei ininiziare a correre (si, ancora mi illudo che sarà una gara in cui correrò...) solo con l'intimo termico in merinos e la giacca Bonatti Salomon, ma poi reputo che l'attesa alla partenza mi potrebbe far infreddolire troppo, così metto anche il secondo strato, composto da una semplice maglia felpata Kalenji. Ritengo sempre che il piumino non mi servirà ma in caso di emergenza potrebbe sempre tornarmi utile quindi lo lascio a riempire il 70% del mio zainetto. Che tanto non avrei altra roba da metterci (a parte il power bank che all'ultimo momento decido di non portarmi dietro, tanto l'orologio l'ho testato fino a 9 ore e tiene di sicuro fino a quando arrivo... quante illusioni!). Vado nella zona di partenza dove c'è pieno di atleti, di cui molti proveniente di fuori regione e qualcuno anche dall'estero. Scopro che l'80 km parte insieme alla 40 e che quindi faremo circa 22 km di percorso insieme.
A stare fermi fuori fa freddo, così dopo aver scambiato qualche parola con qualcuno vado nel rifugio dove tra focolare e fungo a gas c'è un piacevole tepore.
Nel briefing pre gara raccomandano i soliti accorgimenti sulla sicurezza e dicono che la prima parte della gara fino al rifugio di Monte Scuro è stata già calcata dai partecipanti alle altre gare e che la Via delle Vette che da Monte Scuro porta a Botte Donato è stata invece già battuta dai mezzi di Ferrovie dello Stato che ringraziano. Resta "vergine" solo l'ultimo tratto, che dal 22° porta all'arrivo e che non faceva parte dei percorsi delle altre gare. In realtà qua avevo frainteso io perchè ero convinto che l'ultimo tratto vergine fosse quello che dal 32° portava all'arrivo...
Alla domanda diretta di "ciaspole si o no" gli organizzatori restano sul vago, quindi io reputo che in caso di necessità ce le avrebbero fornite, dietro noleggio a pagamento per come mi era stato detto.
Ci informano anche che questo dovrebbe essere l'ultimo anno di gestione Pippo e Mara e che dall'anno prossimo probabilmente cambieranno tante cose...
Detto ciò, alle 19 siamo pronti a partire: ormai l'adrenalina ha stravinto contro qualsiasi timore e ho solo voglia di mettermi in viaggio per la mia prima gara in notturna.