Un normale sabato agonistico quello scorso. Normale, tranne che era la mia prima prova del circuito estivo di garette su strada da 7 km. Un anno fa mi avvicinavo alla corsa da podista, quest'anno cerco di diventare un atleta vero e proprio. La preparazione in pista, il mezzofondo, i ritmi che al campo si fanno guardare da tutti....forte dei miei 22 anni. Ma non mi accorgo che sto perdendo qualcosa, vado veloce, molto veloce, e in ogni finale di allenamento i miei compagni li lascio con un allungo. Ma la gara è un'altra cosa!
Circa mezz'ora di viaggio...arrivo in anticipo come piace a me, ma come al solito nessuno è pronto. Chiedo il chip ma mi dicono di aspettare, vorrei il pettorale e mi dicono dopo....comincio ad essere nervoso. Arriva la squadra, l'allenatore saluta un paio di persone, nel giro di 10 minuti sono pronto per correre. Riscaldamento con i miei due compagni di allenamento, più esperti e, ahimè, su queste distanze più forti di me. Si avvicina un altro ragazzo, non lo conosco ma percepisco qualcosa che non mi piace, è un avversario e credo sia l'unico che può insidiare il primo posto nella categoria TM. Cerco da subito di stancarlo psicologicamente facendogli notare che il tratto sterrato sega le gambe e che il vento all'arrivo non sarà facile da sopportare, lo vedo tentennare, un minimo. Pronti alla partenza! Via! il ritmo è lento nel primo giro (4 giri da 1,7 km ca.), intorno ai 3'40''/km. Il gruppo di testa, circa 15 persone, viaggia compatto. Non mi sembra vero che passo sotto il traguardo insieme ai primi, tra quelli c'è chi la vincerà la corsa, ma quel ritmo non mi infastidisce, nemmeno quando, al secondo giro, si trasforma in 3'35''/km. I miei due compagni sono alle mie spalle, io viaggio coperto ma tra i primi 5, so che sto rischiando molto ma per tutto il secondo giro ho energia da vendere, potrei andare anche più veloce.
Comincia il terzo giro e cominciano i guai, sopraggiunge la fatica, tutta in una volta, perdo il gruppetto di testa che adesso è di circa 7 elementi, fortunatamente la testa decide di rallentare prima che le gambe non ce la facciano. Però mi sorprendo...le gambe stanno bene, è "solo" il fiato...."maledetto mezzonfondo" penso tra me e me. Uno dei miei compagni va via inesorabilmente, non riesco a stargli dietro, sono costretto a rallentare. L'altro mio compagno è poco dietro di me, so che è abituato alle volate finali, voglio aiutarlo ma deve tirare anche lui, cerchiamo di andare insieme e per tutto il terzo giro e per metà del quarto siamo soli, davanti volano e dietro strisciano....mi ritrovo nel limbo. Ma forse non ho pagato abbastanza il ritmo iniziale, a metà del quarto giro un dolore nuovo, mai sentito, all'addome in alto a destra. Penso subito al diaframma e rallento, niente da fare, diventa più forte. Perdo il mio compagno, la volata dovrà tirarsela da solo. Il dolore si acuisce e succede quello che solo nella mia prima gara di corsa mi era successo (una mezza circa un anno fa)....mi fermo. Mi piego e mi vedo passare da 2 atleti, non riesco a capire chi sono mentre cerco velocemente di respirare e riprendermi. Mi piego di nuovo e ad un certo punto lo vedo, vedo prima le sue adidas verdi e poi lui che passa senza nemmeno girarsi, è il ragazzo che si riscaldava con noi, era molto indietro. Riprendo pian piano ma appena vado sotto i 3'45'' il dolore torna, ho l'energia per lo sprint finale ma il mio avversario è già al ristoro. Perdo un primo posto e non mi spiego perché....un dolore strano, non era il fiato, ma questo lo dico solo nella mia testa.
Il giorno dopo e quello dopo ancora sento, vagamente, lo stesso dolore nella stessa zona. Mi rendo conto che sono gli addominali alti, gli stessi addominali alti che ho fatto il giorno prima della gara, non potendo correre. Rido. Non era davvero il fiato allora....rido e penso a domenica quando a Capo d'Orlando, quelle scarpe adidas le lascerò indietro una volta per tutte!
Capita e ricapiterà....purtroppo
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Re: Capita e ricapiterà....purtroppo
Detto fatto.....ci sono volute 2 gare ma alla fine ho sconfitto il nemico! Dopo Capo d'Orlando (ME), gara in pianura in cui il nemico con le scarpette adidas ha letteralmente volato per poi mollare solo all'ultimo giro, pensavo di non riuscire a prenderlo. Mi ero dato per sconfitto, 26'' di differenza in queste gare brevi sono troppi da recuperare, l'unica possibilità potrebbe essere un percorso con saliscendi e qualche strappo. I miei pensieri vanno di certo più veloci delle mie gambe ma sembra che il comitato organizzatore del campionato provinciale li abbia sentiti e nell'ultima garetta a Rometta (ME) mi ritrovo un percorso misto. Sono le 20.30, tra circa mezz'ora si parte, in gare oggi c'è la "nobiltà", come la definisce un mio compagno di squadra, si tratterebbe di quelli forti, quelli che aspirano alla vittoria assoluta. Poi ci sono i tapascioni, più competitivi degli altri ma comunque lenti, e in mezzo c'è il "ceto medio", altro termine usato per definire noi che cerchiamo di inseguire i primi e battagliamo tra borghesi. Il percorso è nervoso, partenza in discesa, arrivo in salita, se si parte forte si rischia di scoppiare, ma ovviamente partiremo forte, come sempre, poi si dovrà solo resistere. Allineati alla partenza cerco con gli occhi i miei avversari, ne vedo solo uno su due, le scarpette adidas verdi sono sepolte in mezzo al gruppo. BAM....lo sparo da vita ad un turbinio di gambe e piedi che incespicano in discesa per evitare di aggredire fisicamente l'avversario che precede. In discesa si parte a tutta....vedo un 3'05'' sul garmin, non lo voglio neanche sapere! Gruppo compatto con i primi per tutto il primo giro (6 giri da poco meno di un km per un totale di 5,7 km), il primo chip vede borghesia e nobiltà al tavolo delle trattative. Ma già alla discesa del secondo giro ci sono le prime vittime, davanti saltano gli accordi e c'è chi comincia a tirare senza pietà. Mi rivolgo al mio compagno sussurrando "è un ritmo infernale", lui mi risponde "lo so", tanto che alla fine ci stacchiamo un po' e andiamo col nostro passo. Si stava correndo a 3'25'', non è ancora il nostro tempo. Io mi sento bene però, mi guardo intorno, pensavo che i miei avversari fossero dietro, ma invece niente, non ci sono, niente scarpe adidas verdi, niente atletica nebrodi a minacciare la vittoria. Mi do la carica e al terzo giro stacco il mio compagno in discesa, 10 metri che non riuscirà a recuperare. Ultimo giro....l'allenatore, a 400 metri dall'arrivo, mi rassicura, io continuo in leggera salita intorno ai 3'35''. Mi giro e non vedo nessuno, continuo tranquillo finché sento qualcuno che mi avverte, c'è un pericolo alle spalle, non capisco di chi si tratta, mi giro e immagino sia il mio compagno di squadra, allungo un po' il passo ma non mi preoccupo più di tanto.....200 metri....altro urlo da lontano, mi giro.....io e atletica nebrodi ci guardiamo, entrambi sorpresi, non pensavo mi prendesse, non pensava potessi andare così forte. Visto il nemico scatta la battaglia, scatto da ottocentista e lo precedo di un secondo. Mi è andata bene.
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