Tornando da NY

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Jeremiah Johnson
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Tornando da NY

Messaggio da Jeremiah Johnson »

Dieci righe buttate giù, sul volo di ritorno da New York, dopo la prima maratona della mia vita.

Le condivido con voi.

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Sono tante le cose contro cui un uomo può decidere di combattere. Io credo che la maratona le racchiuda tutte.

Si combatte contro qualcosa che a prima vista appare impossibile, contro un’idea di irraggiungibilità con cui fare a pugni, chilometro dopo chilometro e giorno dopo giorno. Si combatte contro la fatica, contro un corpo stremato che ti urla di fermarti, muscoli stracciati che smettono di lavorare, un cuore che batte in gola e una voglia di mandare tutto al diavolo prima che sia finita. Si combatte contro il dolore, l’irragionevolezza, la sofferenza. E al termine di quei 42195 metri hai sconfitto ogni cosa. Sarebbe facile dire che, dopo, ci si sente più forti: che ogni parte del tuo corpo è distrutta ma la tua testa e il tuo cervello sono trionfanti e vincitori, che si ha la consapevolezza di essere uomini migliori. No, non migliori rispetto agli altri: migliori rispetto all’uomo che era alla partenza della maratona.

Ho sofferto. Ho faticato più di quanto pensassi. Ho faticato più di quanto credevo sarei stato capace di faticare. In quelle 4 ore 59 minuti e 49 secondi ho riso, pianto, parlato, amato, bestemmiato, pregato, ricordato, progettato, promesso. Ho corso di fianco a persone, dietro a persone, davanti a persone. Ho corso abbracciato a chi a casa stava pensando a me e da loro mi sono fatto trascinare in quei chilometri terribili quando il ginocchio era in fiamme e ogni passo sembrava una coltellata.
Ho tagliato un traguardo, sfinito. Talmente distrutto che mi sono dimenticato di fare quelle cose che avevo in mente di fare, di pensare quello che mi ero prefissato di pensare. Ricordo solo di avere detto: “sì”. Poi, dalla fatica ho vomitato.

Non avevo bisogno di portare a termine una maratona per dimostrare a me stesso di avere i coglioni. E nemmeno per dimostrarlo agli altri. Avevo bisogno di portare a termine una maratona perché i sogni vanno raggiunti, quando si può: e la maratona di New York era un sogno. Avevo bisogno di portare a termine una maratona per spostare un po’ più in là i paletti del limite “oltre il quale non si va”. Avevo bisogno di portare a termine una maratona per applaudire e alzare le braccia, in tutti i sensi.

Grazie a chi è stato con me, di fianco a me, dietro di me, davanti a me.

Alla prossima maratona, questa volta per combattere anche contro un cronometro da fermare il prima possibile.

Io, come sempre, ci sarò.

F.
"Bisogna compiere fino in fondo il proprio dovere,
qualunque sia il sacrificio da sopportare,
costi quel che costi,
perché in ciò sta l'essenza della dignità umana".

Giovanni Falcone
achab79
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Re: Tornando da NY

Messaggio da achab79 »

Senza parole..... Complimenti e grazie per la condivisione
Non c'ė cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo

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tolly
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Re: Tornando da NY

Messaggio da tolly »

bellissime le tue parole e l'emozione che con esse trasmetti!!grazie :thumleft:
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juanni
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Re: Tornando da NY

Messaggio da juanni »

=D> =D> =D>
Grazie per le emozioni....
Ciao, "IL BOTTIGLIARO", non ti dimenticherò mai. BUONI SOGNI.
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delboo
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Re: Tornando da NY

Messaggio da delboo »

=D> =D> =D> =D> =D> :beer:
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Lenz76
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Re: Tornando da NY

Messaggio da Lenz76 »

Grandissimo !
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baldo
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Re: Tornando da NY

Messaggio da baldo »

Hai descritto perfettamente molte sensazioni che anche io ho provato
E una mezza lacrimuccia e' scappata :emb:
Jeremiah Johnson
Novellino
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Re: Tornando da NY

Messaggio da Jeremiah Johnson »

Ho provato a mettere su carta (beh...ammetto: scrivere è il mio mestiere) tutte quelle cose che si pensano mentre si corre, mentre si soffre. Quei giochi che si fanno con la mente per non pensare alla fatica.

Credo che correre sia bellissimo anche per questo: ti permette di immaginare cose che non immagineresti mai, standotene sempre seduto.
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Giovanni Falcone
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Re: Tornando da NY

Messaggio da Lenz76 »

Jeremiah Johnson ha scritto:...quei giochi che si fanno con la mente per non pensare alla fatica...
...niente di più vero !
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elteo79
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Re: Tornando da NY

Messaggio da elteo79 »

Jeremiah Johnson ha scritto:
Sono tante le cose contro cui un uomo può decidere di combattere. Io credo che la maratona le racchiuda tutte.

Si combatte contro qualcosa che a prima vista appare impossibile, contro un’idea di irraggiungibilità con cui fare a pugni, chilometro dopo chilometro e giorno dopo giorno. Si combatte contro la fatica, contro un corpo stremato che ti urla di fermarti, muscoli stracciati che smettono di lavorare, un cuore che batte in gola e una voglia di mandare tutto al diavolo prima che sia finita. Si combatte contro il dolore, l’irragionevolezza, la sofferenza. E al termine di quei 42195 metri hai sconfitto ogni cosa. Sarebbe facile dire che, dopo, ci si sente più forti: che ogni parte del tuo corpo è distrutta ma la tua testa e
il tuo cervello sono trionfanti e vincitori, che si ha la consapevolezza di essere uomini migliori. No, non migliori rispetto agli altri: migliori rispetto all’uomo che era alla partenza della maratona.
Grande!

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