Un po' di filosofia nella corsa: la coscienza del movimento

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Damiano75
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Un po' di filosofia nella corsa: la coscienza del movimento

Messaggio da Damiano75 »

Sono un corridore di 37 anni alle prime armi che sta scoprendo pian pianino "l'acqua calda" della corsa...

Piccola premessa:
Sono tornato da una vacanza di due settimane al mare in Croazia portandomi appresso i miei 92,5kg (pesato prima di partire) per 1,88 di altezza. (Tornato a casa mi sono pesato e l'ago e' sceso a 91,7).
Ogni secondo giorno mi alzavo alle 6:30 per andare a correre...

Adoro correre lungo i sentieri e prima delle vacanze ero arrivato a correre, con qualche breve camminata di recupero tra saliscendi, i 12 km. Avevo deciso di puntare prima all'ora e poi ai 10km senza soste, piccolo traguardo da raggiungere in ferie al fine di avere uno scopo preciso.
Be', il traguardo dell'ora di corsa no stop e poi i 10km senza sosta e' stato raggiunto il primo giorno. Correvo sul lungomare senza salite o discese... Terra battuta o sterrato.
Nei giorni seguenti ho fatto delle sessioni di ripetute perche' volevo migliorare i tempi sui 10km. La "prima volta" i 10km sono stati coperti in tempi miserrimi: 1:12:30 ossia oltre i 7:30 min/km (Garmin Forerunner GPS). Non avevo fretta, l'importante era rinforzare i muscoli ed i tendini per abituarli al movimento.

Ho deciso di non aumentare le distanze ma di migliorare le prestazioni nei 10km. Di cementare le fondamenta e poi imparare a conoscere le reazioni che la corsa mi trasmette alle variazioni di velocita'.

Alzarsi la mattina presto riposati e con la mente sgombra e ricettiva, le mutate abitudini dovute alla vacanza, il percorso rilassante... tutte variabili ottimali di un'equazione che dava sempre per risultato una corsa estremamente didattica.
Perche' didattica? Perche' avevo deciso di ascoltare il mio corpo, di prestare attenzione ad ogni minimo segnale.
Parlo di quella sensazione incredibile che consiste nell'entrare in contatto ad un livello piu' profondo con il nostro fisico... Io non sono abituato a farlo, mi lasciavo sempre trasportare dalla ripetitivita' del gesto, da una sorta di pilota automatico... Imparare invece il linguaggio dei nostri muscoli, dei tendini, dei nostri polmoni e' qualcosa di impagabile.

Difficile tentare di esporre tutto a parole in modo molto preciso ma vedro' di provarci:

Quello di cui vorrei parlare e' la "coscienza del movimento": ogni falcata e' conseguenza di una serie di stimoli derivati dalla nostra volonta' di compiere questo movimento. Tendiamo pero' molto spesso a correre in modo "distaccato" permettendo alle gambe di compiere il gesto motorio in modo quasi automatico.
Mi sono sorpreso a voler tenere sotto controllo ogni singolo movimento per rendere il gesto cosciente. Nella pratica cio' non vuol dire che io abbia tentato di irrigidire o limitare i movimenti ma piuttosto di avere il controllo completo dei movimenti, sentire i muscoli in trazione e in rilascio, seguire il lavoro dei tendini ed il sostegno delle ossa. Ascoltare le reazioni del corpo senza interferire ma facendo sapere alle gambe che io "c'ero" tutto il tempo.
La stessa identica cosa succede con il respiro. Controllare il respiro non vuol dire necessariamente "trattenere" o "dosare" il lavoro dei polmoni ma piu' semplicemente respirare nel modo piu' corretto possibile per mantenere una certa velocita'. Se ascoltiamo davvero attentamente quello che ci trasmette il nostro corpo, il modo corretto di respirare viene da se'. E con il respiro stesso segue il movimento corretto che sembra quasi intersecarsi nella corsa ad un ritmo perfetto.

Credo che avendo coscienza del movimento si possano evitare molti infortuni. Mi sono accorto infatti che "ascoltando" ogni singolo muscolo ovvero tenendo le redini di tutti i muscoli in un unicum inscindibile, il corpo risponde prontamente alle irregolarita' del terreno. Le microlesioni derivate da un piede messo giu' male vengono evitate. Non e' il nostro pilota automatico a guidare (lui non sa bene come reagire se succede qualcosa di inatteso ed al massimo puo' avvertirci facendoci reagire in ritardo) ma siamo noi, vigili continuamente, anche se ci spariamo in cuffia una compilation spacca orecchie...
Correndo in questo modo sento il corpo pronto a reagire all'istante ad ogni imperfezione. E tutto accade in modo rilassato, non c'e' una concentrazione mentale "difficile" da sostenere ma solo la coscienza di quello che si sta facendo.

Questa condizione psico-fisica diventa tanto piu' importante quando ci si stanca e si tende a perdere il controllo dei movimenti.

Nel lungo settimanale, seguito alle sessioni da 10km, ho messo in pratica questa mia piccola scoperta nel modo di correre per verificare cosa cambiava. Il primo lungo mi ha portato a raggiungere il nuovo traguardo dell'ora e mezza di corsa senza alcuna sosta. E mi sentivo molto meno provato (rispetto alla prima volta sui 10km), con meno dolorini, con un migliore utilizzo delle mie risorse energetiche e mentali. Ovvio che la preparazione fisico sta migliorando ma non credo sia dovuto solo a questo...

Lo so, non scopro l'acqua calda. Credo sia un po' la condizione mentale che spinge i corridori verso la maratona... Forse e' quello di cui parlate in molti, corridori esperti, quando vi riferite ad una condizione mentale legata alla corsa sulle lunghe distanze. Un continuo dialogo con il proprio corpo, un sapiente dosaggio della nostra energia, sia mentale sia fisica...

La corsa mi porta a scoprire delle cose su di me che mai avrei pensato potessero derivare da questa semplice, elementare, istintiva attivita' fisica.

Vi ringrazio per la lettura
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Lella
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Re: Un po' di filosofia nella corsa: la coscienza del movime

Messaggio da Lella »

Damiano75 ha scritto: Ogni secondo giorno mi alzavo alle 6:30 per andare a correre...

Credo che avendo coscienza del movimento si possano evitare molti infortuni.
Le microlesioni derivate da un piede messo giu' male vengono evitate.

Questa condizione psico-fisica diventa tanto piu' importante quando ci si stanca e si tende a perdere il controllo dei movimenti.

Forse e' quello di cui parlate in molti, corridori esperti, quando vi riferite ad una condizione mentale legata alla corsa sulle lunghe distanze. .
Ciao Damiano! Innanzitutto molti complimenti per l'obiettivo raggiunto!!!!!!
Qualche poccolo commento: cosa vuol dire "ogni secondo giorno"? Non ho capito :(
Di certo non sono una corridora (si dice cosi? Mah :) ) di lunghe distanze, ma una niubba ... Ma ti dico la mia... Nel mio caso l'entrare in contatto con se stessi deriva non tanto dal fatto di controllare i movimenti, ma dallo scoprire cone reagisce il corpo a stimoli "estremi" o meglio, alla fatica...
Per quanto riguarda la coscienza e il pensare ad igni movimento: mmm non so se sia molto fattibile quando si corre in condizioni di affaticamento. Per come corro io, se un giorno decido di fare un'uscita tranquilla, diciamo di corsa lente, magari ci riuscirei anche , ma se decido di fare un test, o una gara, di sicuro corro "a casaccio" dal punto di vista tecnico ... Molti infortuni poi secondo me vengono lo stesso, perche' spesso non sono dovuti al mettere giu' male il piede, ma ad altre cause....
Un saluto!
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Damiano75
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Re: Un po' di filosofia nella corsa: la coscienza del movime

Messaggio da Damiano75 »

Lella ha scritto:
Ciao Damiano! Innanzitutto molti complimenti per l'obiettivo raggiunto!!!!!!
Ciao Lella e grazie per i complimenti... Anche se son traguardi che fanno sorridere i runner piu' navigati sappiamo tutti bene quanto sia difficile per chi inizia... :D
Qualche poccolo commento: cosa vuol dire "ogni secondo giorno"? Non ho capito :(
Intendevo un giorno si' e un giorno no... Ogni secondo giorno insomma...
Di certo non sono una corridora (si dice cosi? Mah :) ) di lunghe distanze, ma una niubba ... Ma ti dico la mia... Nel mio caso l'entrare in contatto con se stessi deriva non tanto dal fatto di controllare i movimenti, ma dallo scoprire cone reagisce il corpo a stimoli "estremi" o meglio, alla fatica...
Sono d'accordo con te ma quello che volevo dire e' che la "coscienza del movimento" e' applicabile indistintamente dal fatto che siamo gia' affaticati o meno.
Per quanto riguarda la coscienza e il pensare ad igni movimento: mmm non so se sia molto fattibile quando si corre in condizioni di affaticamento.
E' proprio in queste condizioni invece che diventa piu' utile e non e' per niente difficile, credimi. Non e' uno stato mentale da allenare o difficilmente applicabile perche' molto semplicemente non contrasta con il correre, non vuole limitare l'escursione della falcata o la contrazione dei muscoli, bensi' sapere cosa sta "succedendo". A me e' successo come se avessi acceso un interruttore nella testa; da li' in poi diventa una cosa facilissima da applicare... Un po' come i disegni o le grafiche in 3d: una volta che hai capito il meccanismo visivo che ti fa vedere le figure in 3d sei in grado di ripetere lo stesso meccanismo senza problemi e non costa fatica ne' particolare impegno...
Per come corro io, se un giorno decido di fare un'uscita tranquilla, diciamo di corsa lente, magari ci riuscirei anche , ma se decido di fare un test, o una gara, di sicuro corro "a casaccio" dal punto di vista tecnico ... Molti infortuni poi secondo me vengono lo stesso, perche' spesso non sono dovuti al mettere giu' male il piede, ma ad altre cause....
Un saluto!
Ovvio, gli infortuni avvengono comunque anche per altri motivi, me ne rendo conto. Devo dirti pero' che a me e' capitato di "sentire" maggiormente il terreno sotto i piedi stando attento al movimento. I piedi danno l'impressione di "ballare" di meno e di conseguenza la corsa e' piu' controllata e meno soggetta a torsioni involontarie ed allungamenti eccessivi di muscoli o tendini dovuti al "piede messo giu' malamente" a causa di un sasso o una radice. E anche il movimento dei muscoli delle gambe sembra piu' "reale"; quasi una sorta di abbigliamento "contenitivo" mentale.
Daro' l'idea di sragionare, me ne rendo conto... :-"
Pero' la prox volta che vai a correre se sono riuscito a metterti la pulce nell'orecchio magari prova ad "ascoltare" ossia a sintonizzarti sulla lunghezza d'onda delle gambe. Segui, senza costringerlo, il movimento delle gambe... Sembra una specie di Yoga detto cosi', ma il senso e' quello. A me succede che dopo qualche km, questo "ascolto" diventa parte integrante del gesto atletico e aiuta a perseguire il traguardo.
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ChippZ
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Re: Un po' di filosofia nella corsa: la coscienza del movime

Messaggio da ChippZ »

Ciao e complimenti per i tuoi obiettivi e anche per questo tuo pensiero.
Il tuo modo di vedere la corsa ed il corpo , ricorda molto qualche arte marziale orientale. Cioè quelle in cui ogni movimento è derivato dall'energia interna del proprio corpo.
E' una cosa affascinante , ma moltissimi runner corrono "senza nessun pensiero". Io , per esempio , nelle corse lente a parte i primi km in cui devo avviare il motore , poi non penso a niente ; anzi , penso a tutto tranne che a "correre".

Sono sicuro che questo tuo sistema sia molto utile , essere sempre in ascolto del proprio corpo. Credo persino che al contrario di chi corre "in modo distaccato" , tu spendi anche meno energie nei movimenti.

E' una cosa che anche io vorrei provare , ma non ci riesco mai. Oppure cerco di dirmi :"oggi correrò ascoltandomi" e poi finisco che , appena inizio a correre , stacco il cervello.

Magari potresti darci delle lezioni su come usare la nostra energia interna :D .

Ciao e ancora complimenti !
Il mio nuovo blog, raccolta di interviste di atletica: https://paroledicorsa.blogspot.it/
800m = 2':16" 2017
1.5km = 4':43" 2014
3km = 10':22" 2014
5km = 17':39" 2014
10km = 37':40" 2014
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Damiano75
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Re: Un po' di filosofia nella corsa: la coscienza del movime

Messaggio da Damiano75 »

ChippZ ha scritto:Ciao e complimenti per i tuoi obiettivi e anche per questo tuo pensiero.
Il tuo modo di vedere la corsa ed il corpo , ricorda molto qualche arte marziale orientale. Cioè quelle in cui ogni movimento è derivato dall'energia interna del proprio corpo.
Ciao e grazie per i complimenti! Effettivamente quanto descritto sopra potrebbe richiamare al Tai Chi... Non avevo fatto il collegamento anche perche' ne so pochissimo di arti marziali... :rambo: In ogni caso appena ci si addentra nei legami tra mente e corpo in qualsiasi disciplina sportiva credo saltino fuori secoli sennon millenni di storia ed insegnamenti orientali...
E' una cosa affascinante , ma moltissimi runner corrono "senza nessun pensiero". Io , per esempio , nelle corse lente a parte i primi km in cui devo avviare il motore , poi non penso a niente ; anzi , penso a tutto tranne che a "correre".

Sono sicuro che questo tuo sistema sia molto utile , essere sempre in ascolto del proprio corpo. Credo persino che al contrario di chi corre "in modo distaccato" , tu spendi anche meno energie nei movimenti.
Probabilmente si' ma non posso esserne sicuro perche' praticamente ogni volta che vado a correre, i risultati sono migliori della volta scorsa (sono ancora in piena curva ascensionale da principiante).
E' una cosa che anche io vorrei provare , ma non ci riesco mai. Oppure cerco di dirmi :"oggi correrò ascoltandomi" e poi finisco che , appena inizio a correre , stacco il cervello.
Come dicevo, non si tratta di una concentrazione attiva... puoi benissimo "staccare il cervello" (lo faccio volentierissimo pure io) e ascoltare la running compilation preferito senza per questo interferire con "l'ascolto"... Sembreranno una marea di cavolate ma io sono contento di aver scoperto questa particolarita' che mi aiuta nella corsa...
Magari potresti darci delle lezioni su come usare la nostra energia interna :D .
Come no! Un pivello che dispensa consigli [-( :D

Io comincio a correre e "sento" il corpo, le gambe che si muovono, il fiato che cambia... Il tempo sembra dilatarsi come quando indugiamo sul lento susseguirsi dei secondi sull'orologio... Pero' i km scorrono veloci. Per tutti credo avvenga la stessa cosa; ma forse siamo "impostati di default" su di un livello di "ascolto" minimo...
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ChippZ
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Re: Un po' di filosofia nella corsa: la coscienza del movime

Messaggio da ChippZ »

Ciao ! Dev'essere veramente bello ! Magari qualche giorno cerco di provarci anche io ! :D

Ciao ! Buone corse !
Il mio nuovo blog, raccolta di interviste di atletica: https://paroledicorsa.blogspot.it/
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corsamatta
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Re: Un po' di filosofia nella corsa: la coscienza del movime

Messaggio da corsamatta »

Bello quest'argomento :thumleft: !!
Ritovare consapevolezza in ciò che facciamo , (e non fare mille cose senza sapere come e molte volte neanche ricordare se si sono fatte!! :shock: ) è un arte che sto cercando d'imparare..ad iniziare dal cibo... :wink:
oggi durante una bella corsa , ci pensavo proprio, ed avevo bellissime sensazioni :thumleft: !
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Forever trust in who we are
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zarabeth
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Re: Un po' di filosofia nella corsa: la coscienza del movime

Messaggio da zarabeth »

Trovo molto interessante il tuo punto di vista Damiano! :asd2:
Pur esssendo la prima a "scollegare" spesso il cervello durante le mie corse, con l'idea di allontanarmi dalla fatica, mi sto sempre più rendendo conto che la cosa è inutile e dannosa.
Innanzi tutto correre con il cervello collegato ci tiene vigili, mantiene attivo il feedback con noi stessi e con l'ambiente. Il che in primis riduce gli infortuni.
Inoltre qualsiasi azione a livello fisico è meglio acquisita se esiste una consapevolezza di quel che si sta facendo, come se la traccia scritta fosse più completa. Quando poi tale azione diventa bagaglio automatico è comunque un bagaglio il più corretto possibile perchè frutto di una scelta consapevole, e correggibile al momento opportuno grazie alla coscienza sempre attiva.
Inoltre correre anche con la testa va di pari passo con il prefiggermi obiettivi, la qual cosa aiuta enormemente a superare la fatica.
Pianifica e realizza.
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ChippZ
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Re: Un po' di filosofia nella corsa: la coscienza del movime

Messaggio da ChippZ »

zarabeth ha scritto:Pur esssendo la prima a "scollegare" spesso il cervello durante le mie corse, con l'idea di allontanarmi dalla fatica, mi sto sempre più rendendo conto che la cosa è inutile e dannosa.
Proprio ieri sono andato a correre . Ho scollegato tutto , non ho neanche guardato la velocità cui andavo (cosa che di solito faccio , anche per regolarmi). Ho messo su la musica e mi sono sparato un "film mentale" , più inerente alla musica che alla corsa , lasciando andare le gambe.
Ho persino fatto un giro al parco in più rispetto al "dovuto" :D , dovevo fare 8km e ne ho fatti 8,57 :D (notare anche la cifra per niente tonda.. :D).

Tempo fa avevo letto qualcosa sul fatto che correre con la musica o correre del tutto distratti dal movimento , serviva per fare meno fatica (infatti ieri ho tenuto la FC veramente bassa rispetto al mio solito) , ma andando molto più piano (sono andato a circa 10"/km più lento del "dovuto" , dovevo tenere i 5':50"/km e invece ho tenuto i 6':02"/km).

Purtroppo ancora non sono riuscito a fare un'uscita PENSANDO alla corsa , quindi non posso dire quale sia meglio o no , ma inizio a pensare che correre "scollegati" sia la cosa migliore per rilassarsi ! Ovvio che magari se si va con la consapevolezza di ogni gesto , magari i rischi sono minori .. booh :nonzo: :nonzo: :nonzo:

Vorrei proprio provare ..
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1.5km = 4':43" 2014
3km = 10':22" 2014
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Re: Un po' di filosofia nella corsa: la coscienza del movime

Messaggio da zarabeth »

ChippZ ha scritto:
zarabeth ha scritto:Pur esssendo la prima a "scollegare" spesso il cervello durante le mie corse, con l'idea di allontanarmi dalla fatica, mi sto sempre più rendendo conto che la cosa è inutile e dannosa.
Proprio ieri sono andato a correre . Ho scollegato tutto , non ho neanche guardato la velocità cui andavo (cosa che di solito faccio , anche per regolarmi). Ho messo su la musica e mi sono sparato un "film mentale" , più inerente alla musica che alla corsa , lasciando andare le gambe.
Ho persino fatto un giro al parco in più rispetto al "dovuto" :D , dovevo fare 8km e ne ho fatti 8,57 :D (notare anche la cifra per niente tonda.. :D).

Tempo fa avevo letto qualcosa sul fatto che correre con la musica o correre del tutto distratti dal movimento , serviva per fare meno fatica (infatti ieri ho tenuto la FC veramente bassa rispetto al mio solito) , ma andando molto più piano (sono andato a circa 10"/km più lento del "dovuto" , dovevo tenere i 5':50"/km e invece ho tenuto i 6':02"/km).

Purtroppo ancora non sono riuscito a fare un'uscita PENSANDO alla corsa , quindi non posso dire quale sia meglio o no , ma inizio a pensare che correre "scollegati" sia la cosa migliore per rilassarsi ! Ovvio che magari se si va con la consapevolezza di ogni gesto , magari i rischi sono minori .. booh :nonzo: :nonzo: :nonzo:

Vorrei proprio provare ..
Il discorso "musica" è un po' diverso. La musica nella mia esperienza è una sorta di volontà esterna presa in prestito. Il ritmo da rincorrere sostiene il passo, e in un certo senso non lo considero correre senza consapevolezza perchè il corpo si sta comunque adattando a qualcosa di esterno che lo condiziona.
Nel caso della musica poi una sensazione piacevole può sostituirsi in parte o in toto a quella spiacevole della fatica. Quindo sicuramente aiuta sul piano dello sforzo.
Io in genere però non corro mai con la musica, perchè sono ancora abbastanza scarsa e ho preferito sin'ora non distrarmi troppo da quello che facevo (ma mi ritrovo spesso a canticchiare mentalmente a ritmo con il mio passo). Adesso che devo arrivare a correre 19 km credo però che la musica sarà un opzione da considerare.
Ma poi non è che appena mi manca la musica non riesco più a fare un km? :afraid: :smoked:
Pianifica e realizza.

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