Oltre i propri limiti..
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Oltre i propri limiti..
Buonasera! Purtroppo non ho trovato nulla a riguardo usando la funziona cerca.
Ora mi ha preso un dubbio e vorrei esporvelo.
Uno dei tanti lati positivi della corsa è che essa permette di aumentare la nostra capacità ad andare "oltre" i nostri limiti. Pensiamo ad un allenamento veramente tirato, quando sentiamo ogni singolo muscolo del corpo fare una fatica immensa e noi che continuiamo con la corsa. Più l'allenamento è tirato, più entra in gioco anche la mente. Per non parlare poi delle distanze lunghe (pensiamo ad un'ultramaratona!) non credo assolutamente che una persona riesca a correre 100 km in "scioltezza", ovvero senza pensieri. Esisterà di sicuro un muro oltre il quale bisogna usare ogni singolo neurone del cervello per cercare di continuare.
Detto questo, ecco la (le) domanda (e)..
Questa "resistenza alla fatica della corsa" è la medesima di ogni altra situazione della vita quotidiana? Per esempio un runner come sopracitato avrà una maggiore "sopportazione" rispetto ad una persona normale (o rispetto a se stesso, prima che iniziasse a correre ad alti livelli)?
Per sopportazione intendo una maggiore resistenza (non fisica, ma psicologica). Purtroppo mi vengono in mente solo esempi "stupidi", come il caldo ed il freddo. Per esempio un runner riesce a sopportare il freddo/caldo meglio di altre persone "normali" (perché in fondo è una cosa psicologica)?
Insomma, secondo voi un runner ha un maggiore controllo del proprio corpo tale da far attivare i sistemi naturali di difesa (esempio fa freddo, "la pelle d'oca") più tardi (perché non gli serve) rispetto ad una persona comune?
Il caso estremo: Due persone di costituzione molto simile, una runner e una no. Entrambe Africane. Vanno al Polo Nord. Quale dei due morirebbe prima? Spero di aver reso l'idea.
Ovviamente io non ho niente di scientifico e sono solo domande, però se quanto detto fosse vero allora potrebbe esistere anche l'inverso. Ovvero che per migliorare la propria "resistenza alla fatica della corsa" è possibile vivere in condizioni disperate e inusuali.
Un altro caso estremo: Una persona "sedentaria" vive la sua vita intensamente, lavora stando in piedi 15 ore al giorno, torna a casa mangia e lavora per altre 3 ore. Poi decide di andare a correre insieme ad un amico ed entrambi partono da 0. Lo "stakanovista" farà progressi molto più rapidi rispetto all'amico (magari, abituato a 18 ore di "stress mentale", correre per 10 minuti di fila è poco: parte correndo 50 minuti anche se il fisico non è abituato al tipo di sforzo).
Cosa ne pensate?
Buona serata a tutti, Ciao!
Ora mi ha preso un dubbio e vorrei esporvelo.
Uno dei tanti lati positivi della corsa è che essa permette di aumentare la nostra capacità ad andare "oltre" i nostri limiti. Pensiamo ad un allenamento veramente tirato, quando sentiamo ogni singolo muscolo del corpo fare una fatica immensa e noi che continuiamo con la corsa. Più l'allenamento è tirato, più entra in gioco anche la mente. Per non parlare poi delle distanze lunghe (pensiamo ad un'ultramaratona!) non credo assolutamente che una persona riesca a correre 100 km in "scioltezza", ovvero senza pensieri. Esisterà di sicuro un muro oltre il quale bisogna usare ogni singolo neurone del cervello per cercare di continuare.
Detto questo, ecco la (le) domanda (e)..
Questa "resistenza alla fatica della corsa" è la medesima di ogni altra situazione della vita quotidiana? Per esempio un runner come sopracitato avrà una maggiore "sopportazione" rispetto ad una persona normale (o rispetto a se stesso, prima che iniziasse a correre ad alti livelli)?
Per sopportazione intendo una maggiore resistenza (non fisica, ma psicologica). Purtroppo mi vengono in mente solo esempi "stupidi", come il caldo ed il freddo. Per esempio un runner riesce a sopportare il freddo/caldo meglio di altre persone "normali" (perché in fondo è una cosa psicologica)?
Insomma, secondo voi un runner ha un maggiore controllo del proprio corpo tale da far attivare i sistemi naturali di difesa (esempio fa freddo, "la pelle d'oca") più tardi (perché non gli serve) rispetto ad una persona comune?
Il caso estremo: Due persone di costituzione molto simile, una runner e una no. Entrambe Africane. Vanno al Polo Nord. Quale dei due morirebbe prima? Spero di aver reso l'idea.
Ovviamente io non ho niente di scientifico e sono solo domande, però se quanto detto fosse vero allora potrebbe esistere anche l'inverso. Ovvero che per migliorare la propria "resistenza alla fatica della corsa" è possibile vivere in condizioni disperate e inusuali.
Un altro caso estremo: Una persona "sedentaria" vive la sua vita intensamente, lavora stando in piedi 15 ore al giorno, torna a casa mangia e lavora per altre 3 ore. Poi decide di andare a correre insieme ad un amico ed entrambi partono da 0. Lo "stakanovista" farà progressi molto più rapidi rispetto all'amico (magari, abituato a 18 ore di "stress mentale", correre per 10 minuti di fila è poco: parte correndo 50 minuti anche se il fisico non è abituato al tipo di sforzo).
Cosa ne pensate?
Buona serata a tutti, Ciao!
Il mio nuovo blog, raccolta di interviste di atletica: https://paroledicorsa.blogspot.it/
800m = 2':16" 2017
1.5km = 4':43" 2014
3km = 10':22" 2014
5km = 17':39" 2014
10km = 37':40" 2014
Mezza = 1h:26':27" 2015
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Re: Oltre i propri limiti..
Probabilmente esiste una correlazione. Più che altro dettata dall'abitudine del gesto che non dall'allenamento in sè. Ad esempio, rispetto ad amici sedentari ho molta più facilità a "resistere" a mangiar schifezze semplicemente perché so che tenersi "in riga" è molto importante per quello che faccio. Quello che dici tu è vero. Se uno è abituato a far lavorare anche la mente, gli è molto più facile tenere la calma anche in situazioni ardue.
Secondo me negli sport individuali di "endurance" come la corsa, lo sforzo mentale rappresenta una capacità da allenare, al pari delle gambe, dei polmoni e del cuore.
Secondo me negli sport individuali di "endurance" come la corsa, lo sforzo mentale rappresenta una capacità da allenare, al pari delle gambe, dei polmoni e del cuore.
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Re: Oltre i propri limiti..
bella discussione, Chippz, bravo!
essendo arrivato a correre "seriamente" molto tardi, posso dirti che ho trovato che la resistenza e l'abituarsi mentalmente allo sforzo e alla fatica mi abbia aiutato anche in altre circostanze della vita quotidiana: da quelle più banali, tipo avere meno freddo, essere pià adattabile alle varie situazioni, fare meno fatica in tutto (tipo portare in casa la spesa...
) fino questioni più serie, tipo reggere la fatica (psicologica) sul lavoro, mantenere la calma, gestire lo stress.
è per questo che forse la corsa non è solo uno sport, o un passatempo, ma soprattutto un modo di vivere.

essendo arrivato a correre "seriamente" molto tardi, posso dirti che ho trovato che la resistenza e l'abituarsi mentalmente allo sforzo e alla fatica mi abbia aiutato anche in altre circostanze della vita quotidiana: da quelle più banali, tipo avere meno freddo, essere pià adattabile alle varie situazioni, fare meno fatica in tutto (tipo portare in casa la spesa...

è per questo che forse la corsa non è solo uno sport, o un passatempo, ma soprattutto un modo di vivere.

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10k: 43.03 (Alpin Cup 2015)
21k: 1.33.22 (Novara 2016)
42k: 3.34.48 (Pisa Marathon 2016)
fai correre anche tu il porcellino
di Running Forum, scopri qui come! viewtopic.php?t=46765
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Re: Oltre i propri limiti..
Io non ho esperienze molto "al limite" però noto che resisto al freddo ed al vento molto meglio di altri, anche in montagna.
Idem per la pioggia, vedo molti che appena cade qualche goccia si coprono subito e scappano a ripararsi, io al massimo mi metto un cappellino e non cambio i miei programmi
Psicologicamente: pensare ad un traguardo difficile raggiunto correndo mi ha reso più forte in situazioni difficili che apparentemente non avevano nulla in comune, ma ho tirato fuori una grinta che prima non avevo, perchè mi sento più forte dentro, mi stimo di più e quindi pretendo più rispetto e considerazione da parte degli altri
Idem per la pioggia, vedo molti che appena cade qualche goccia si coprono subito e scappano a ripararsi, io al massimo mi metto un cappellino e non cambio i miei programmi

Psicologicamente: pensare ad un traguardo difficile raggiunto correndo mi ha reso più forte in situazioni difficili che apparentemente non avevano nulla in comune, ma ho tirato fuori una grinta che prima non avevo, perchè mi sento più forte dentro, mi stimo di più e quindi pretendo più rispetto e considerazione da parte degli altri

Puoi diventare grande, sai? E' tutto qui, nella tua testa! (J.K.Rowling, Harry Potter I )
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Re: Oltre i propri limiti..
Bravo Chippz. Però è venerdì sera....vedi di uscire con una bella bionda, che è cosa più saggia!
Quello che dici tu è oggetto di studio. Forse ho letto tempo fa qualcosa del tipo " allenare la mente ". Penso tuttavia che la mente ti possa diciamo " spingere oltre l'asticella ", ma non può fare tutto il lavoro... ha bisogno del fisico. Ragion per cui, il soggetto che usi come esempio e che lavora 13 ore al giorno, ( o quante erano ), secondo me torna a casa dopo 10 minuti coi polpacci massacrati. Perchè non ha mai corso un giorno...
Mi hai fatto venire in mente una frase che dice Clint Eastwood in un film, Million dollar baby, un film sul pugilato : " un pugile che è solo cuore va al tappeto e ci va di brutto "
Era più o meno così.

Quello che dici tu è oggetto di studio. Forse ho letto tempo fa qualcosa del tipo " allenare la mente ". Penso tuttavia che la mente ti possa diciamo " spingere oltre l'asticella ", ma non può fare tutto il lavoro... ha bisogno del fisico. Ragion per cui, il soggetto che usi come esempio e che lavora 13 ore al giorno, ( o quante erano ), secondo me torna a casa dopo 10 minuti coi polpacci massacrati. Perchè non ha mai corso un giorno...
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" Al diaul l' è mort ! " M. T.
" Il vino gioisce i polmoni, l'acqua marcisce i piantoni. " M. T.
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Re: Oltre i propri limiti..
presupponendo che io le ultramaratone e anche le maratone non le faccio neanche in macchina, credo proprio di si!ChippZ ha scritto:Buonasera! Purtroppo non ho trovato nulla a riguardo usando la funziona cerca.
Detto questo, ecco la (le) domanda (e)..
Questa "resistenza alla fatica della corsa" è la medesima di ogni altra situazione della vita quotidiana? Per esempio un runner come sopracitato avrà una maggiore "sopportazione" rispetto ad una persona normale (o rispetto a se stesso, prima che iniziasse a correre ad alti livelli)?
Per sopportazione intendo una maggiore resistenza (non fisica, ma psicologica). Purtroppo mi vengono in mente solo esempi "stupidi", come il caldo ed il freddo. Per esempio un runner riesce a sopportare il freddo/caldo meglio di altre persone "normali" (perché in fondo è una cosa psicologica)?
sinceramente caldo e freddo non ne sento più: sono a mezze maniche anche a gennaio-febbraio (dentro casa ovvio) quando gli altri hanno 2-3 maglie e maglioni e lotto strenuamente contro qualsiasi tipo di aria condizionata d'estate che tra l'altro mi fa anche ammalare....

psicologicamente mi ha aiutato tantissimo nel mio corso dei miei studi! poco meno di un anno fa volevo ritirarmi visto che la difficoltà di alcuni corsi era veramente elevata (maledetta fisica quantistica!!!) e adesso non mi mancano neanche 20 giorni alla laurea...
personalmente senza il running non sarei la persona che sono ora a livello di carattere...quindi RESISTERE SEMPRE!!!

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Re: Oltre i propri limiti..
Chippz, se vuoi approfondire i temi della resilienza, dovresti leggere:
"Resisto dunque sono" di Pietro Trabucchi.
Ciao!
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21k: 1.33.22 (Novara 2016)
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