Prendete delle scarpe A2 da strada, flessibili e reattive. Ora rinforzate la tomaia e aggiungetegli una suola tassellata a prova di fango. Fatto? Avrete un paio di Speedcross 3.
Vestibilità:
Sono abituati a scarpette d'arrampicata e scarponi da sci, quindi mi piace avere il piede ben fasciato. E in questo la Speedcross soddisfa tutte le mie aspettative: una volta indossate i volumi sono molto contenuti e il mio piede, di larghezza media, diventa un tutt'uno con la scarpa. L'allacciatura rapida Quicklace è qualcosa di semplice ma davvero efficace: basta tirare il cordino, che si blocca da solo, inserire il tutto nella taschina in cima alla linguetta e il piede è avvolto fermamente dalla tomaia. L'allacciatura non si smolla neanche dopo parecchie ore, a differenza dei lacci tradizionali, e in più qualsiasi operazione (stringere, allargare etc) è resa molto più veloce: viene piuttosto comodo, ad esempio, allargare l'allacciatura prima di lunghe salite e magari stringerla per avere una calzata più aggressiva in discesa, il tutto si fa in pochi secondi.
Il tessuto della tomaia appare molto resistente e abbastanza spesso, con cuciture curate e pulite. Se da un lato se ne può lodare la resistenza, la trama chiusa paga dazio all'open mesh tipico delle scarpe da strada, più traspiranti e dall'asciugatura più veloce. Tuttavia, anche dopo i passaggi dalle pozzanghere, la scarpa rimaneva umida all'interno ma non fastidiosamente inzuppata.
Il sottopiede, prodotto da Ortholite, è molto morbido, costituito da una parte principale in una schiuma dalla consistenza simile alla gommapiuma e da una bordatura, nella parte posteriore (dal mesopiede al tallone) in gomma più dura che "sigilla" il piede con la tomaia. Proprio la schiuma, però, tende ad inzupparsi più facilmente dopo passaggi in guadi/pozzanghere e a trattenere più a lungo l'acqua. A differenza di altre scarpe, qui il sottopiede è particolarmente morbido e ad alcuni potrebbe dare fastidio, io mi ci sono abituato dopo qualche uscita, ma appena posso provo a sostituirlo con quello di altre scarpe. La protezione in punta è discreta ma fa il suo dovere, anche se non è al livello del puntale "anti infortunistico" delle La Sportiva Raptor. Quest'ultime sono il modello che usavo precedentemente, e a livello di calzata sono decisamente più larghe delle Salomon, cosa che se da un lato pregiudica la sensibilità, dall'altro migliora il comfort sulle lunghe distanze.
Di corsa:
Sul campo, le Speedcross hanno un diverso comportamento in base al terreno. Su superfici morbide, come sentieri terrosi nel sottobosco, la trazione è davvero notevole e invoglia a "spingere" ancora di più, infondendo sicurezza abbinata alla reattività. Le ho usate anche nel fango più "fetente", quello denso e colloso: anche qui un'ottima trazione, abbinata ad una buona capacità di scarico. Qui si rende utile l'impronta contenuta della scarpa, a differenza delle Raptor che, essendo più larghe, "galleggiavano" compromettendo la trazione. Un po' come nella mountain-bike, dove sul fango si usano copertoni più stretti per avere una maggiore penetrazione.
La trazione rimane buona anche sulle rocce lisce, grazie alla mescola morbida dei tasselli, ma in questo caso le Raptor infondevano più sicurezza, con una suola in una gomma molto morbida ma anche eccessivamente portata all'usura precoce.
Il lato negativo lo si ha su superfici dure e irregolari, come ghiaia e ciottolato: infatti la parte anteriore dell'intersuola, piuttosto sottile, non garantisce un'elevata ammortizzazione e filtrazione del terreno, quindi può risultare fastidiosa per la pianta del piede. Se correte solo su superfici di questo tipo, probabilmente dovrete orientarvi su un'altra scarpa.
Il differenziale di 11mm ha pregi e difetti. Da un lato, favorisce la spinta in salita e garantisce un po' più di protezione al tallone se si è amanti delle discese ad alta velocità; dall'altro, nei piani può dare fastidio un tacco così pronunciato se, come me, si predilige l'appoggio di mesopiede. Un prodotto simile alla Speedcross ma con un differenziale di soli 4mm è la S-lab Fellcross, che ho provato ma scartato perchè, appunto, 4mm sono un po' pochi per me, abituato a drop tradizionali.
Conclusioni:
La Speedcross è un'ottima scarpa, lo dimostra il fatto che venga prodotta da anni senza grosse modifiche al progetto originale; tuttavia, per apprezzarla al meglio bisogna utilizzarla in un certo modo: ritmi sostenuti (la sconsiglio ai tapascioni) e terreni morbidi e tecnici. Usarla su un single-track con saliscendi nel sottobosco da fare a tutta può regalare emozioni uniche!
Come detto prima, Salomon propone una versione "incattivita" delle Speedcross: le S-lab Fellcross. Più essenziali, con un drop di soli 4mm, una suola ancora più aggressiva e una calzata più stretta. Caratteristiche che però ne fanno una scarpa abbastanza "d'élite", per corridori allenati e distanze contenute. Provandole in negozio assieme alle Speedcross, le avevo scartate appunto perchè mi sembravano esagerate per quello che è il mio livello; inoltre le Speedcross vorrei usarle anche su distanze più lunghe (> di 50 km) e per quello un'ammortizzazione e una calzata più confortevoli non sono elementi da trascurare
Pro:
la calzata avvolgente, merito anche del sistema d'allacciatura, e l'eccezionale trazione, specialmente su terreni morbidi, che la rendono una scarpa sicura e divertente in (quasi) tutte le condizioni.
l'aspetto estetico (anche l'occhio vuole la sua parte...): sono una bomba in tutte le varianti proposte!
Ottima reattività e flessibilità, che assieme ad una buona ammortizzazione ne fanno una scarpa polivalente, per skyrace tecniche e corte ma anche per trail di media distanza e anche di più (utilizzate da non poche persone anche all'UTMB...) purchè si abbiano andature un po' sostenute.
Contro:
confort ridotto su fondi duri e sassosi.
il drop, se fosse stato ridotto a 8mm sarebbe stata una scarpa perfetta!
il sottopiede Ortholite, un po' particolare che può essere amato o odiato.
http://federicoravassard.blogspot.it/20 ... oss-3.html
