Convalescenze croniche: come le affrontate ?

Discussioni e domande sugli infortuni e sui metodi per superarli

Moderatori: filattiera, grantuking, Hystrix, HappyFra

Andrea1969
Maratoneta
Messaggi: 365
Iscritto il: 6 apr 2009, 12:07

Convalescenze croniche: come le affrontate ?

Messaggio da Andrea1969 »

Salve a tutti.
Vorrei lanciare una domanda di ordine assolutamente generale che verte su quelle che io chiamo fasi di “vita da convalescente cronico”, intendendo con tale espressione quelle lunghe settimane, o più spesso mesi, costellati da accidenti più o meno gravi o banali, spesso del più disparato assortimento, che però hanno una cosa in comune: colpire con tempistiche chirurgiche, ad orologeria, proprio appena il malcapitato bersaglio si sta appena appena riprendendo dalla tegola immediatamente precedente. Creando così alla fine una vera e propria “striscia” di convalescenza senza soluzione di continuità dentro la quale e finita la quale (se finalmente un giorno Dio vuole) ne esce a dir poco squassato.
Cito il mio caso recente, dico “recente” alludendo all’ultima di queste strisce perverse in quanto, in realtà, nel corso della mia vita di strisce ne ho sperimentate diverse. Prima un’infiammazione ormai cronica ai tendini che ha imposto una cura (quantomeno come tentativo) e relativo riposo obbligato; su questa si sono poi innestati dei calcoli renali che davano regolarmente luogo ad ematuria (ovvero perdite di sangue nelle urine) proprio in concomitanza e per effetto della corsa, con conseguenti ulteriori stop; infine, dopo una tregua di appena un paio di settimane sufficienti sì e no a raffazzonare un paio di allenamenti per presentarsi in modo decente a un trail da tempo programmato, ecco subito a ruota il terzo stop, dovuto alla frattura di due costole per una scivolata in campeggio. Morale : in pratica al termine di quest’ennesima convalescenza mi ritroverò ad aver corso, sull’arco di 3 mesi, un numero di volte contabile sulle dita di una mano. Come dire essere stato fermo.
Inutile elencare le conseguenze: 1) gli eventuali dolori intrinseci degli incidenti; 2) le conseguenze dell’immobilità in quanto tale su fiato, tono muscolare, allenamento, ecc.; 3) le conseguenze psicologiche. Innanzitutto la sensazione di dover ricominciare sempre daccapo come in un infinito gioco dell’oca; poi quella di non poter mai valutare un progresso, e tantomeno compiacersene, appunto perché ci si trova sistematicamente immersi nel loro opposto, ossia i re-gressi; infine, specialmente per chi ha la mia età, la spiacevolissima sensazione di non poter più dire la magica frase “tornerò più forte di prima”, per il semplice fatto che è fisiologicamente impossibile e quello che si “sarebbe potuto” fare non lo si potrà fare più: in fondo a 20, 25, 30 o 35 anni si può ancora far meglio di ciò che si faceva un anno prima. Quando si è già a 45 è poco ma sicuro che è già un miracolo conservare a 46 le stesse potenzialità, e per giunta solo facendosi un “mazzo” così: ma non è che la vita uno la passa a farsi il mazzo per correre, visto che deve lavorare. La conseguenza è che alla fine, nei momenti in cui lo sconforto raggiunge il culmine (anche perché si rimane impediti anche in tante altre cose della vita quotidiana, per non dire del lavoro e quant’altro) sovviene a tratti anche la voglia di lasciar andare tutto in malora, quasi come chiedere a un aguzzino da cui si viene torturati che la finisca una volta per tutte ed assesti il colpo di grazia.
Del resto mi sento uno straccio e alterno momenti di irritabilità straripante (che annego mangiucchiando per il nervoso una quantità di porcherie…stare inchiodati a casa vuol dire anche questo) a momenti di immobile rassegnazione.
Morale: a chi è capitata una situazione simile, è riuscito – e come - a limitare i danni ? soprattutto il fardello di quelli psicologici da cui sembra di restare schiacciati ? Dalla domanda sono ovviamente esclusi i fortunati ai quali cui è capitato poco o nulla, oppure quelli che hanno avuto sì i loro bravi guai ma ben spalmati nel tempo e collocati in momenti dove hanno minimizzato i danni (come dire: mai vacanze saltate, mai gare importanti rinunciate, ecc.) risultando dunque molto più digeribili.
Un saluto.
Avatar utente
SilviaJ
Top Runner
Messaggi: 7111
Iscritto il: 24 lug 2009, 16:05
Località: In mezzo alle risaie

Re: Convalescenze croniche: come le affrontate ?

Messaggio da SilviaJ »

Quanto mi riconosco nelle tue parole!!!
Se ti può consolare, da quando ho iniziato a correre (aprile 2009) non sono mai riuscita a correre più di 3/4 mesi consecutivi e sommando i periodi di attività di corsa effettiva di sicuro sono ben al di sotto dei 2 anni ](*,) ](*,) ](*,) ..io ho colezionato, nell'ordine: tendinite all'intersezione ischio-crurali con calcificazioni, prima solo a sx poi anche a dx, con oltre sei mesi di dolorosissimo stop; piccola ripresa, Marcialonga running che mi è piaciuta molto, mezza di Sommacampagna e ZAC tendinite al TDA sx, acuta e dolorosissima, altri lunghi mesi di stop. Poi è arrivata la gravidanza, io avevo ripreso a corricchiare e lo stavo facendo, con cautela ovviamente, perchè ne traevo grandi benefici, riesco anche afare la mezza di Cremona ..partono le nausee e una "produzione" "giornaliera tipo "l'Esorcista" fino al parto, che mi impedisce di correre..40 gg esatti dal lieto evento riparto, tempo un mesetto si infiamma il TDA dx..e si ricomincia la litania delle cure, si formano calcificazioni , e allora onde d'urto, laser e chi più ne ha più ne metta ma per guarire ci vuole tantissimo tempo...poi ovviamente ci sono i malanni della bambina, periodi orrendi perchè oltre ad essere celiaca ho anche un bel po' di altre intolleranze alimentari, arriviamo a gennaio di quest'anno e riprendo, ovviamente sempre da zero, tempo un mesetto si acutizza un doloretto trascurato in precedenza al ginocchio, ed è condropatia di alto grado più una plica sinoviale...cerco di tamponare alternando camminata e corsa e mi viene pure la fascite plantare...adesso sono in convalescenza alle prese con le prime uscite camminata/corsa per riprendere.

Come ho gestito le convalescenze? Ci sono stati tanti momenti bui, io questo forum lo leggo non solo per passione ma anche perchè lo Modero..e sai che piacere vedere tutti che gareggiano, fanno PB, esultano e io sempre al palo? Ci ho pianto tante di quelle volte che ho perso il conto.. Oltretutto anche la mia dolce metà corre, e di gare ne fa..mentre io non sono ancora riuscita a realizzare il sogno di arrivare al traguardo portandomi nell'ultimo tratto la bambina (che ormai ha 3 anni..) per mano..sai quante volte avrei voluto mollare, e ho sfogato i miei ululati di dolore su queste pagine?

Ma non mollo perchè la corsa è una passione, perchè ho degli obiettivi e li voglio raggiungere, perchè per quante volte cada so di potermi rialzare...
...se ti chiedono di vivere strisciando tu alzati e muori

Immagine
Runnermilanese
Mezzofondista
Messaggi: 106
Iscritto il: 14 dic 2013, 20:57
Località: Milano

Re: Convalescenze croniche: come le affrontate ?

Messaggio da Runnermilanese »

Caspita Silvia, certo che ne hai passate un bel po anche tu !! Beh che dire, complimenti per la tenacia e la forza di volontá, sei una vera fonte di ispirazione per tutti noi :beer:
Avatar utente
SilviaJ
Top Runner
Messaggi: 7111
Iscritto il: 24 lug 2009, 16:05
Località: In mezzo alle risaie

Re: Convalescenze croniche: come le affrontate ?

Messaggio da SilviaJ »

Grazie :beer: :beer: :beer: ..diciamocelo, sono più Paperino che Gastone, ma non me la prendo :wink:
...se ti chiedono di vivere strisciando tu alzati e muori

Immagine

Torna a “Infortuni e Terapie”